“Moschea no, Gheddafi sì: una doppia morale inaccettabile”
Il vicesegretario regionale del Pd Alessandro Alfieri interviene sulla polemica nata dalla bizzarra kermesse che è stata concessa a Roma al leader libico, proprio mentre nei nostri comuni viene negato il ramadan ai musulmani moderati
La politica, a volte, dà un po’ da pensare. Se ti chiami Hamid Kartaoui, fai l’autotrasportatore, abiti a Gallarate, ti professi musulmano moderato, dici che rispetterai tutte le leggi italiane e non vuoi convertire nessuno, ti metti persino d’accordo con il prevosto cattolico di Gallarate per il ramadan; insomma, finisce che ti mandano via.
Se ti chiami Gheddafi, fai di mestiere il dittatore dello stato islamico di Libia, ma hai sotto la sabbia migliaia di petrodollari e nel portafoglio le partecipazioni a banche e squadre di calcio: ti accolgono a Roma, con tutti gli onori, ti forniscono 500 ragazze, per ascoltare le tue prediche sul corano. E’ un po’ fatta così l’Italia.
Su questa doppia morale, tra Roma e Gallarate, interviene il varesino Alessandro Alfieri, vicesegretario regionale del Partito Democratico, che dopo il disagio manifestato dai cattolici attraverso il quotidiano Avvenire, esprime il disagio di chi sostiene il dialogo tra le religioni e si dichiara nemico degli opposti estremismi – sostiene Alfieri – quello da crociata leghista, e quello radicale islamico. L’esponente del Pd attribuisce al Governo queste incoerenze e tira dentro anche la Lega Nord. «Il governo di Bossi e Berlusconi fa le sceneggiate con Gheddafi – sostiene – con tanto di conversioni di giovani donne, e piega la testa ai ricatti del dittatore che chiede 5 miliardi di euro all’Europa per bloccare i clandestini. Ma poi i suoi rappresentanti sul territorio vietano le preghiere del ramadan, oppure si scandalizzano se a Roma fanno il gay pride. Mi sembra che siamo davvero di fronte a una doppia morale inaccettabile» sottolinea Alfieri.
Eppure la Padania ha reagito a Gheddafi; ha scritto “l’Europa sia cristiana”, il ministro Zaia ha criticato il rais, insomma il carroccio non le ha mandate a dire, qualche esponete di Cl ha scritto ai giornali storcendo il naso, Farefuturo di Fini ha detto no a questo circo. «Sulla Lega però bisogna dire una cosa – continua Alfieri – è ormai disposta a mandare giù di tutto, dalle leggi ad personam alla celebrazione di Gheddafi, e lo fa per rimanere al potere, anche se in pubblico dicono che è per portare a casa il federalismo. Ma il territorio che cosa ci guadagna? A giudicare dai primi decreti attuativi del federalismo direi davvero pochino».
La presa di posizione dei cattolici è forse anche un’occasione per l’opposizione, per riagganciare un mondo che sembra un po’ in crisi con gli eccessi del premier. «Tra i cattolici è serpeggiato un sentimento – conferma Alfieri – l’aggressività e l’arroganza con cui Gheddafi ha posto il tema delle fede è stato visto con preoccupazione, e lo dico , soprattutto, facendomi interprete di chi ha fatto del dialogo e della convivenza tra le religioni e le culture, uno dei grandi temi del nostro impegno politico».
Secondo Alfieri il centrodestra è sostanzialmente «schizofrenico sulle questioni dell’integrazione religiosa». O chiude ogni ponte, o lascia che un leader discusso faccia cose inaccettabili anche se le ha fatte nel giardino della sua ambasciata. «La strada – continua Alferi – è proprio un’altra e cioè quella di costruire con rigore ma pazienza e determinazione una vera integrazione. Faccio un esempio. Mi ha colpito, nei giorni scorsi, che alcuni leghisti in viale Padova, a Milano, abbiano restituito la tessera perché Maroni ha finanziato un progetto di integrazione dei rom. E’ la dimostrazione che quando governi – aggiunge l’esponente del Pd – devi comunque costruire e non puoi sostenere sempre che tutti gli stranieri debbano essere cacciati via a calci. Esasperare il conflitto vuol dire spesso negare le soluzioni, che comunque dovrai un giorno cercare».
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