Tutti i limiti della riforma sanitaria della Lombardia in un convegno Acli
Chiamati a parlarne sono stati Samuele Astuti, consigliere regionale e membro della Commissione Sanità e Politiche Sociali, e Giuseppe Imbrogno, Responsabile della Progettazione Sociale e del Welfare di ACLI Lombardia

È stato molto partecipato e ha visto un gran numero di domande l’incontro organizzato da Acli Varese dal titolo “La riforma della legge regionale sulla sanità: questioni e ricadute su Comunità e territori” che si è tenuto nella mattinata del 3 dicembre nela Sala Montini dell’Istituto de Filippi.
Chiamati a parlarne sono stati Samuele Astuti, consigliere regionale e membro della Commissione Sanità e Politiche Sociali, e Giuseppe Imbrogno, Responsabile della Progettazione Sociale e del Welfare di ACLI Lombardia. A loro sono state destinate le tante domande
«La regione Lombardia è stata obbligata dal Ministero della Salute a cambiare la sua riforma sanitaria – spiega Samuele Astuti – Ci hanno lavorato piu di un anno, purtroppo però alla fine la riforma è cambiata pochissimo: e la cosa peggiore è che con le variazioni il sistema sta diventando sempre meno universale, cioè non è vero che possiamo curarci tutti allo stesso modo. I lombardi però hanno capito i grossi limiti di questo sistema, e sono i primi a chiedere un cambio di passo»
Ormai però la riforma è stata approvata: «Ora è importante osservare la sua implementazione – ha sottolineato Giuseppe Imbrogno, Responsabile della Progettazione Sociale e del Welfare di ACLI Lombardia – Ora è importante vedere se quanto previsto verrà implementato, per esempio se ci saranno davvero le case della comunità e altro di quanto previsto nelle norme. Dove non dovesse succedere è importante farlo presente, in una forma dialogica ma molto decisa: dopo due anni di pandemia, ci siamo resi conto tutti che quello che è scritto in una norma regionale poi ha un impatto sulle vite personali»
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