Selvaggio, parrucchiere “storico” di Tradate: “Da 50 anni ascolto le persone”
Antonio Sciglitano ha ritirato il riconoscimento in Regione Lombardia per l'attività storica aperta nel 1980. Fu anche campione italiano nell'82: "Non solo taglio di capelli, ma anche saper ascoltare"
«Il negozio è aperto dal 1980, ma io ci aggiungo dieci anni di gavetta intensa fatta tra Milano e la provincia di Varese. E ho ancora tanti anni da fare». Antonio Sciglitano è il titolare del negozio che porta il soprannome suo e di suo padre: Selvaggio. «Da piccolo in Calabria ci chiamavano “i figli del Selvaggio” che era il soprannome di mio nonno, non so perché, ma mi piaceva tenerlo e oggi ne vado orgoglioso».
Il Selvaggio è infatti stato premiato nei giorni scorsi come attività storica della Lombardia. Antonio ha partecipato alla cerimonia in Regione e ha ritirato la targa di riconoscimento, che ora mostra con orgoglio in negozio, da sempre situato in Corso Bernacchi. «Ho 69 anni, ma non ho alcuna intenzione di smettere – racconta Scillitano -. Questa è la mia casa, sono qui tutti i giorni da sempre, dal mattino alla sera. Ho fatto anche tanta scuola, sono passati tantissimi ragazzi che hanno fatto apprendistato, che sono cresciuti, che hanno imparato un mestiere che non è facile fare bene: cambia in continuazione, nuove regole, nuove mode nuovi aggiornamenti».
Cresciuto nella scuola di Sparacia di Gallarate negli anni ’60, Antonio ha poi lavorato in diversi negozi, fino a decidere di fare il grande passo nel 1980, aprendo il suo negozio e vincendo anche il titolo italiano di parrucchiere dell’anno nel 1982. «È stato un periodo bellissimo, e anche il più complicato da seguire con le sue mode. C’erano gli investimenti per la licenza, per i macchinari; le difficoltà sarebbero arrivate dopo qualche anno, negli anni ’90 con i tassi di interesse che hanno distrutto intere famiglie. Io che avevo qui le persone che mi raccontavano quello che gli stava accadendo, senza poter far nulla, solo ascoltarli. Perché questo mestiere è fatto di ascolto, non solo di taglio di capelli e moda».
«Il periodo più brutto è stato proprio quello, negli anni ’90. Dopo allora c’è stata solo la pandemia che ha davvero messo le persone in ginocchio a livello umano» continua Antonio. «Ero emozionato quando ho ritirato il premio in Regione, c’erano negozi molto più vecchi, che provenivano da generazioni di famiglie che facevano quel lavoro. Io ero solo io, ma orgoglioso di quello che ho fatto in questi anni. E che continuerò a fare finche il fisico me lo permetterà».
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