Il sindaco Pignatiello: “Castano Primo avrà una casa di comunità”
"Un centro importante ed un servizio che regalerà al territorio nuove certezze proprio nel cuore della nostra città"
Sorgerà in via Moroni la casa di comunità di Castano Primo. A darne l’annuncio il sindaco, Giuseppe Pignatiello, con grande soddisfazione, questa mattina mercoledì 12 gennaio.
«Dopo un importantissimo lavoro portato avanti in questi mesi dall’amministrazione comunale e dai nostri uffici che, benché in grande difficoltà, si sono messi al lavoro buttando il cuore oltre l’ostacolo, è arrivata la delibera di Regione Lombardia che individua in Castano Primo la città dove sorgerà una casa di comunità, e precisamente in via Moroni con una progettualità, spazi e modalità che andremo ad approfondire nei prossimi mesi», comunicandolo ai concittadini su Facebook.
«Un risultato importantissimo che offre a tutto il territorio, e non solo ai Castanesi, un nuovo fondamentale servizio – conclude Pignatiello – la casa di comunità, infatti, è un progetto contenuto sia nel Pnrr che nella Riforma sanitaria regionale e rappresenta un presidio sanitario territoriale. Ci siamo resi conto di quanto fosse importante lavorare su una sanità regionale spesso in difficoltà e oggi ne abbiamo finalmente modo. Nelle case di comunità opereranno team multidisciplinari composti da medici di medicina generale, pediatri, infermieri di comunità e di famiglia, specialisti ma anche assistenti sociali. Saranno un punto di riferimento per i malati cronici e costituiranno il punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie. Insomma, un centro importante ed un servizio che regalerà al territorio nuove certezze proprio nel cuore della nostra città »
Le case di comunità nella vicina provincia di Varese
Le case di comunità, insieme agli ospedali di comunità e ai Cot (Centrali operative territoriali, ndr) sono previste dalla Riforma della sanità di Regione Lombardia, che porta la firma dell’assessora al Welfare Letizia Moratti.
Asst Sette Laghi ne aprirà nove: cinque sono già state approvate perché sono accolte in edifici di proprietà regionale ( Varese, Tradate, Angera, Luino e Laveno) mentre altre quattro verranno attivate in futuro (nella fase due Gavirate, Arcisate e Azzatedi proprietà comunale mentre Sesto Calende arriverà per ultima perché la proprietà è privata). Una volta a regime, saranno costruite come modello “Hub and Spoke”, con offerta integrata, quelle di Angera e Sesto Calende ( la prima spoke e Sesto Hub) e Gavirate e Laveno Mombello ( con Laveno in qualità di hub). Lavoreranno in autonomia la sede di Via Monte Rosa a Varese e gli attuali distretti di Azzate, Tradate, Luino e Arcisate.
Invece, le case di comunità a Busto Arsizio, Fagnano Olona, Castellanza, Saronno, Gallarate (ne sono previste due), Cassano Magnago, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo sono quelle previste da Asst Valle Olona.
Le case di comunità, così come gli ospedali di comunità, nei mesi scorsi hanno suscitato clamore nel dibattito politico locale. Il più fragoroso, il caso di Somma Lombardo, che sarà l’unico comune lombardo ad ospitare sia una casa di comunità sia un ospedale di comunità ma non senza effetti immediati: infatti il reparto di chirurgia oculista verrà spostato dall’ospedale Bellini a Gallarate, una decisione unilaterale di Asst e che è stata a lungo osteggiata dalla giunta Bellaria, dai sindaci del territorio e dagli stessi “big” del Partito Democratico Alessandro Alfieri e Samuele Astuti.
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