Il comprensivo Varese 5 aderisce al progetto “adotta una scuola”: un pediatra a scuola tre ore alla settimana
Sarà presente alla primaria Morandi. La dirigente commenta: "Pensavo di dare un servizio utile alle famiglie. Ma dal grande sforzo organizzativo uscirà un topolino"
![tamponi test covid coronavirus](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/08/tamponi-test-covid-coronavirus-1242091.610x431.jpg)
Si sono chiusi i termini indicati da Regione Lombardia per presentare le candidature al progetto “Adotta una scuola”. In provincia di Varese i risultati mostrano un certo scetticismo per un modello di collaborazione tra Ats, pediatri e scuole che voleva essere risolutivo delle grandi difficoltà di gestione della pandemia nelle classi.
Alla fine, pare che siano 14 i pediatri che hanno presentato la candidatura mentre tra le scuole solo una decina avrebbe aderito all’iniziativa.
Secondo l’idea della Regione, il progetto “Adotta una scuola” prevede il coinvolgimento del pediatra nell’azione di monitoraggio con i tamponi, così da avere un servizio direttamente in aula e l’emissione di provvedimenti di quarantene e sorveglianze automatica.
Tra le scuole aderenti c’è il comprensivo Varese 5 Dante: « Ho deciso di aderire al progetto perchè volevo dare un servizio in più alle famiglie – spiega la dirigente Maria Rosa Rossi – Fino a oggi, però, non ho ancora ricevuto da Ats Insubria un documento con le indicazioni specifiche. Abbiamo fatto una riunione on line, in cui ho saputo che ci sarà un pediatra a disposizione una volta alla settimana, per 2 o 3 ore. Il pediatra sarà in una sola scuola ed effettuerà i tamponi agli alunni, in un tempo medio di 10 minuti a tampone. Facendo due calcoli, al massimo si potranno testare 18 bambini. Se penso all’organizzazione che la scuola dovrà mettere in campo, individuando lo spazio dedicato, gestendo la parte di registrazione di tutti i certificati, di reclutamento e spostamento dei bambini da sottoporre a test, di raccolta delle autorizzazioni dei genitori, perchè è un’attività che non è di competenza scolastica, se sommiamo tutta questa complessità mi viene da dire che questo progetto impegnativo partorisce un topolino».
Nonostante le difficoltà, la dirigente sta preparando l’avvio dell’attività del pediatra che andrà alla scuola primaria Morandi, la più popolosa, dove troverà a disposizione l’infermeria attrezzata e il tecnico informatico che si occuperà della registrazione: « Quali saranno gli alunni da tamponare si deciderà di volta in volta. Individueremo la classe, i 18 bambini e che tipo di controllo dovranno fare se T0, che immagino sarà per casi molto eccezionali, il T5 o il T11. Io ho aderito al progetto per dare un servizio in più, ma la scuola si grava di un ulteriore e complesso pezzo di lavoro che non le compete. Con un personale già sottodimensionato per affrontare le sue incombenze ordinarie e straordinarie. Aspettiamo di avere indicazioni più precise per capirne l’effettiva utilità».
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