Metamorfosi urbana a Varese: quando via Del Cairo si fece strada fino a Corso Matteotti
La 49esima puntata della rubrica di Fausto Bonoldi racconta della parte più centrale della via, ora pedonale: che nell'800 aveva dimensioni molto diverse
Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta, ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata“
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Metamorfosi urbana, quarantanovesima puntata: quando la via Del Cairo si fece strada fino a Corso Matteotti
Uno degli interventi urbanistici più significativi del Novecento, nella porzione del centro storico non sconvolta dal “piccone risanatore” del Ventennio, fu la demolizione di antichi edifici necessaria per la prosecuzione, da via Veratti al corso oggi intitolato a Giacomo Matteotti e all’epoca dedicato a Vittorio Emanuele II, della via che onora la memoria del grande pittore Francesco Cairo, di recente “riqualificata” con la pavimentazione disegnata da Marcello Morandini.
Il progetto del nuovo tronco della via, della larghezza di sette metri e mezzo, caratterizzata dalla galleria (nella prima stesura le gallerie previste erano due) data il 21 ottobre del 1919 e porta la firma del capomastro Riccardo Vittore Campiotti ma le prime demolizioni, illustrate dalla fotografia, ebbero luogo solo nel gennaio del 1924.
Il primo lotto era quello compreso tra via Veratti e via Ferrari (già via Santa Maria al Mercato) e solo in seguito, nel 1928, fu completato il percorso fino al Corso mediante l’ampliamento di vicolo Trinchinetti, che misurava poco più di tre metri di larghezza, ottenuto con la demolizione parziale dell’edificio, tutt’ora esistente, all’epoca di proprietà delle sorelle Rainoldi e oggi appartenente al fiorista Corvi.
Per ricavare il nuovo tratto della via Del Cairo si ridusse il giardino che era appartenuto al vecchio albergo Centrale mentre le demolizioni riguardarono tra l’altro lo stabile in cui aveva sede l’albergo Madonna del Monte.
A differenza di altri interventi urbanistici del Ventennio e del dopoguerra, l’allungamento di via Del Cairo non comportò la perdita di edifici di gran pregio ma ci ha anzi consegnato un patrimonio architettonico che possiamo ammirare, come la Galleria Prevosti, aperta dal mobilificio omonimo della famiglia dell’amico architetto Franco Prevosti, al quale siamo debitori delle informazioni su cui si basa questo scritto.
Parimenti pregevole l’intervento urbanistico che cambiò il volto del lato della via Veratti compreso tra la via Del Cairo e il Broletto. Una parte dei vecchi edifici esistenti fu demolita per fare spazio a un elegante palazzo, quello prossimo al Ginkgo Biloba che ha sostituito il defunto Piantone, impreziosito dalle sobrie cornici neoclassiche delle aperture.
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