Tredici nuove pietre d’inciampo in provincia, dedicate ai partigiani deportati

Sono 13 le pietre d’inciampo che verranno posate in Provincia di Varese nelle città di Cunardo, Luino, Mesenzana e Induno Olona grazie all'iniziativa dell'Anpi provinciale insieme al comitato onoranze caduti san Martino

13 nuove pietre d'inciampo in provincia di Varese

Sono 13 le pietre d’inciampo che verranno posate in Provincia di Varese e precisamente nelle città di Cunardo, Luino, Mesenzana e Induno Olona grazie all’iniziativa dell’Anpi provinciale insieme al comitato onoranze caduti san Martino.

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Tredici nuove pietre d’inciampo, in memoria dei partigiani deportati 4 di 14

Create dall’artista tedesco Gunter Demnig, le pietre d’inciampo hanno il compito di ricordare le vittime deportate durante la strage nazista: si tratta di piccoli blocchi quadrati ricoperti di ottone lucente che riportano scolpiti il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione e la data di morte dei perseguitati. Vengono poste di solito davanti l’ingresso di casa della persona, per ricordare ed onorare la memoria delle vittime della Shoah e della deportazione, mai tornate a casa.

«Le pietre d’inciampo sono piccoli monumenti, più piccoli di lapidi. Quando le si incontra camminando per la strada ad inciampare è il nostro sguardo. E i nostri pensieri – ha dichiarato il Presidente Emanuele Antonelli – Il nostro compito come amministratori ed educatori è quello di tramandare la Memoria e passare il testimone ai giovani, perché la consapevolezza, la conoscenza e la Cultura abbiano la meglio sull’indifferenza, sull’odio e sull’ignoranza».

L’iniziativa serve: «Per non “inciampare” due volte nello stesso errore: è il motivo per cui ci siamo impegnati nel progetto di posa delle tredici pietre d’inciampo, a perpetuo ricordo di partigiani e collaboratori del “Gruppo Cinque Giornate”, Monte San Martino – ha precisato Francesca Boldrini, Ricercatrice Storica, che si ha collaborato alla ricerca documentale necessaria per il complesso percorso di approvazione  – Il nostro intendimento e il nostro sentito auspicio sono che la tragica e devastante storia di uomini, donne e bambini non abbia più a ripetersi».

Un progetto che ha proposto il ricordo di 12 partigiani deportati della battaglia di san Martino grazie all’Anpi Provinciale di Varese, in collaborazione con il Comitato delle Onoranze ai Caduti del San Martino «Abbiamo insieme fortemente perseguito il progetto delle Pietre d’inciampo in Provincia di Varese per rispondere alla necessità di riaffermare il valore della Memoria – ha dichiarato Presidente Provinciale ANPI Varese, Ester Maria De Tomasi – Posare queste pietre nelle diverse città della Provincia darà la possibilità a chiunque le incontrerà sul suo cammino di calarsi in quel drammatico passato dove la vita non aveva nessun valore e di porsi, quindi, delle domande. Sulle pietre è incisa la parola “assassinato”, una parola forte ma dovuta. Le donne, gli uomini e i bambini hanno subito nei campi di sterminio, la fame, la disperazione, la tortura e la morte. Donne e uomini spesso dimenticati, ai margini della memoria, assassinati dai nazisti. Il nostro umile intento è quello di ridare a loro un nome, inciso sulla pietra a peritura memoria. Un nome che verrà letto da chi passerà di lì, si fermerà un momento, guarderà indietro, penserà a quel terribile passato e rifletterà su quello che è stato. “Le persone non verranno dimenticate fino a che si pronuncerà il loro nome”».

Con loro anche un deportato che non fa parte del loro gruppo: «Dante Mandelli non era un combattente del San Martino, era sindacalista. È stato arrestato come oppositore politico ed è morto nel 1945 – spiega Giuseppina Mandelli, sindaco di Cunardo –  Ma probabilmente, stando ai documenti che abbiamo esaminato, ha fatto il viaggio verso il campo di concentramento assieme a loro. Per noi a Cunardo la pietra serve per segnare in maniera più forte un percorso che prima si limitava ad una targa»

«Il ricordo deve essere alimentato da testimoni e testimonianze  – ha commentato il Consigliere Provinciale con delega alla Cultura, Emanuela Quintiglio – Una pietra nelle nostre città che ci faccia “inciampare” costringendoci a leggere nome, anno di nascita, giorno e luogo di deportazione e data di morte dei deportati è una testimonianza potente che irrompe nella vita di tutti i giorni»

LE TREDICI PIETRE DI INCIAMPO DESTINATE A 5 COMUNI DIVERSI

Le 13 le pietre d’inciampo verranno posate nelle città di Cunardo, Luino, Mesenzana e Induno Olona: più precisamente 5 a Luino, 4 a Varese, 2 a Induno Olona, una a Mesenzana e una a Cunardo. Qui la lista dei nomi dei deportati.

Dante Mandelli (Cunardo)
Luigi Bonomi (Mesenzana)
Emilio Comi (Induno Olona)
Giuseppe Sulmincio (Induno Olona)
Calogero Marrone (Varese)
Mario Molteni (Varese)
Luigi Morellini (Varese)
Attilio Paolo Vergani (Varese)
Aurelio Moro (Luino)
Guglielmo Satriani (Luino)
Orlando Vischi (Luino)
Vittorio Lupano (Luino)
Bruno Balzarini (Luino)

Le pietre verranno posate in tempi diversi: a Cunardo per esempio verrà deposta a maggio, in concomitanza con l’inaugurazione del parco degli Alpini, di cui Mandelli faceva parte.

L’iniziativa è stata presentate nelle sale di villa Recalcati alla presenza di Emanuele Antonelli, Presidente della Provincia di Varese; Ester Maria De Tomasi, Presidente Provinciale ANPI Varese; Francesca Boldrini, Ricercatrice Storica; Amerigo Cavalli, Segretario organizzativo Provinciale ANPI Varese; Vittorio Cocco, Segretario amministrativo Provinciale ANPI Varese; Giuseppina Mandelli, Sindaco di Cunardo; Emanuela Quintiglio, Consigliere Provinciale con delega alla Cultura.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Febbraio 2022
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