La Valcuvia con le sue ciclabili, Villa della Porta Bozzolo e un museo che parla del West
Una valle ricca di natura, storia e cultura da scoprire a passo lento
Stretta fra il massiccio del Parco del Campo dei Fiori e quello del Monte San Martino, la Valcuvia è una Valle lunga circa 15 chilometri che unisce le città di Luino e Laveno passando per boschi di faggi, querce e castagni.
Le sue bellezze naturalistiche si possono ammirare a passo lento, a piedi o in bicicletta, percorrendo la lunga pista ciclabile che la connette a Luino: un percorso in totale sicurezza e immerso nel verde che, costeggiando i torrenti Boesio e Margorabbia, nel fine settimana si popola di sportivi, famiglie con bambini e amanti dell’outdoor. E che è stata inserita a pieno titolo fra le sette piste ciclabili più belle della provincia di Varese.
VILLA DELLA PORTA BOZZOLO, Casalzuigno
Incastonato fra questi paesaggi prealpini, e raggiungibile con una piccola deviazione dalla ciclopedonale all’altezza del comune di Casalzuigno, vi è poi un vero gioiello architettonico: Villa della Porta Bozzolo, una dimora che racconta una ricca famiglia lombarda, tra saloni affrescati in stile rococò e uno scenografico e monumentale giardino all’italiana. Un gioiello nato grazie ad una storia d’amore!
Se infatti Villa della Porta Bozzolo è oggi così com’è lo dobbiamo alla scintilla che scattò tra Giovan Angelo III Della Porta e la contessa milanese Isabella Giulini. L’edificio che infatti fin dal ‘500 fu una semplice “dimora di campagna” con torchio, cantina dei vini e filanda nel 700 venne trasformata in una “Villa di delizia” proprio per amore.
La Contessa adorava la natura e lo stare all’aria aperta al punto che il suo innamorato decise di restaurare completamente la casa di famiglia. Così, quella che era una semplice casa di campagna nei boschi della Valcuvia si arricchì di saloni e salottini, gallerie e camere da letto dai vivaci affreschi con illusionistiche architetture dipinte, miti e allegorie, trionfi di fiori colorati perfino sulle porte, piccoli capolavori di stile rococò.
Di quel passato rimangono anche pochi ma preziosi arredi originali. Come un letto a baldacchino in damasco di seta gialla e gli armadi dello studio, per l’archivio di famiglia. il resto proviene da diverse donazioni al FAI e contribuisce a ricreare l’atmosfera di una nobile dimora settecentesca.
La villa, salvata nell’800 dal senatore Camillo Bozzolo che vi ha lasciato ricordi di famiglia e una ricca biblioteca, ha infatti ritrovato l’antico splendore grazie al recupero del FAI a cui è stata donata nel 1989. E così ancora oggi rimane un angolo di delizia dove trascorrere un’intera giornata, tra il parco, la visita degli interni e una sosta al ristorante “I Rustici”.
Per tutte le informazioni sulla Villa, orari di apertura e modalità di accesso clicca qui.
UN PAESE DIPINTO, Arcumeggia
Volendo proseguire lungo la strada che sale alle spalle di Villa della Porta Bozzolo è possibile arrivare fino all’abitato di Arcumeggia, primo “paese dipinto” in Italia nel 1956. Noto per le sue case affrescate e per la quiete che si gode tra le strette vie lastricate, il cui silenzio è interrotto solo dall’acqua che sgorga da fontanelle in pietra, Arcumeggia è una vera e propria galleria a cielo aperto.
Negli anni ’50 del secolo scorso l’EPT (Ente Provinciale per il Turismo) di Varese lo individuò come luogo da cui far partire il rilancio turistico della zona.
Si pensò ad una iniziativa artistica fortemente connotata che “avrebbe richiamato l’attenzione sul valore della tecnica dell’affresco…”
Nell’estate 1956 prende quindi il via l’iniziativa con la realizzazione dei primi affreschi sui muri delle case del paese individuati dagli organizzatori dell’operazione: Mario Beretta e Manlio Raffo, presidente e segretario dell’EPT, con la consulenza dell’architetto Bruno Ravasi.
Gli artisti coinvolti furono: Gianfilippo Usellini, che si rivelerà poi l’animatore delle varie manifestazioni che seguiranno, Achille Funi, Eugenio Tomiolo, Francesco Menzio, Fiorenzo Tomea, Giovanni Brancaccio, Enzo Morelli, Giuseppe Montanari, Bruno Saetti, Ferruccio Ferrazzi. (Fonte: Provincia di Varese)
AMERICAN SOUTHWEST MUSEUM, Cavona
Tornando verso Valle e imboccando la pista ciclopedonale in direzione Luino, si arriva dopo pochi chilometri in territorio di Cuveglio e nella sua frazione, Cavona. Qui potrete ammirare allevamenti di ovini e di bovini e incontrare un museo davvero particolare: l “American Southwest Museum”.
Il chirurgo milanese originario di Cavona, Enzo Vescia (“Larry” per gli amici d’oltre oceano) raccolse infatti durante i suoi lunghi soggiorni americani reperti archeologici delle civiltà indo-americane precolombiane, particolarmente nell’area del New Mexico, dell’Arizona e del vicino Messico, oltre ad articoli di artigianato “native american” e oggetti d’antiquariato dei pionieri. Alla sua morte, nel 1989, la moglie M.me Marie Reine Dupont Vescia– fece una donazione al Comune di Cuveglio che accolse la collezione nel 1990 e la collocò nell’edificio della scuola materna della piccola frazione di Cavona che, per collocazione e paesaggio, nella sua bellezza agreste, sembra ricordare i suoi amati luoghi.
Sono esposti circa 300 pezzi: la parte più importante della raccolta è costituita da sculture miniaturizzate azteche e maya; ceramiche Pueblo (popolo Anasazi) preistoriche; corredi completi di suppellettili dei cow-boys, dai generi d’abbigliamento all’equipaggiamento per cavalcare; raccolta di trapunte (quilt) fatte a mano, significative per la storia della vita dei pionieri. Completa la collezione una biblioteca specializzata.
Per informazioni telefonare al numero 0332.650107 oppure scrivere a urp@museovescia.org
Web site: www.museovescia.org
UN MUFLONE…FUORI POSTO
Per quanto la nostra quotidianità sia caratterizzata da una vita in ambienti fortemente urbanizzati, non dobbiamo mai scordare che a poche centinaia di metri dalle nostre strade e dalle nostre case ci sono ambienti preziosi caratterizzati dalla presenza di numerose specie di animali selvatici.
E in Valcuvia c’è una particolarità: il Muflone (Ovis musimon), un mammifero della famiglia dei bovidi non originario di queste zone ma che qui ha trovato l’ambiente ideale in cui stanziare. Per fortuna, dal punto di vista naturalistico, non lo si trova nelle zone limitrofe mentre è da anni svariate decine di esemplari hanno colonizzato i boschi fra Valcuvia e Valtravaglia. Non è affatto raro riuscire ad ammirarne qualcuno, specialmente all’imbrunire, mentre pascola nei prati ai piedi dell’imponente Monte San Martino.
Decisamente più difficile invece ammirare una mamma intenta ad allattare il suo piccolo, ma non impossibile. Questo scatto è stato fatto proprio in Valcuvia:
COME ARRIVARE IN VALCUVIA
In autobus:
Autolinee Varesine: Linea N13
In auto:
Da Varese passando dalla SS233 della Valganna, oppure da Brinzio lungo la SP62, o costeggiando il Lago di Varese percorrendo la SS 394
VICINO AL PERCORSO
Via Giuseppe Verdi, 15,
21030 Cuveglio VA
Aperto tutti i giorni
dalle 8:00 alle 20:00
domenica dalle 8:30
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