Dalle cascine all’urbanistica disordinata, Madonna Regina chiede a Busto più luce e un parco giochi

Il quartiere occupa il quadrante nord-ovest della città ed è cresciuto con l'immigrazione da Sicilia e Veneto mangiandosi la campagna: "Chiediamo poche cose ma il Comune è lontano"

madonna regina busto arsizio

Quello con Madonna Regina è il terzo appuntamento del tour dei quartieri periferici di Busto Arsizio che abbiamo iniziato nelle settimane scorse prima con Borsano e poi con Sacconago. Abbiamo visitato il quartiere insieme a Renato Gallo, Renato Marconato e Lorenzo Forasacco. Tutti e tre residenti nel quartiere da decenni e attivi nella vita sociale della zona tra gruppi di controllo del vicinato, palio delle Cascine e Acli.

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Il quartiere di Madonna Regina a Busto Arsizio 4 di 19

Il quartiere si sviluppa nell’area nord-ovest della città, si attesta intorno alla via per Lonate, vero asse centrale del rione, ed è compreso tra via per Samarate a via Amendola. Qui la Busto Arsizio agricola è stata sempre più ricacciata verso il Ticino mentre un reticolo di case e palazzine ha preso il posto dei terreni e delle cascine.

La zona si è sviluppata anche grazie alla forte immigrazione meridionale (e veneta), come si può notare dai nomi delle vie che riportano i nomi di città siciliane (Siracusa, Gela, Caltanissetta) che si alternano a nomi di volatili (Usignolo, Cardellino, Farfalle, Cicale).

Un’area giochi per i bambini

I residenti del quartiere chiedono un parco giochi per i bambini della zona. Lo vorrebbero nel grande prato verde davanti al cimitero ma l’amministrazione sta puntando sulla riqualificazione del parco delle Rimembranze, che si trova sul lato est del camposanto cittadino: «Quella zona non è adatta ai bambini perchè mal frequentata – ci racconta Lorenzo Forasacco – molto meglio qui sulla via per Lonate». Anche l’oratorio, a causa del covid, ha diminuito molto le attività e spesso è chiuso a causa della mancanza di figure responsabili. Il parroco di Madonna Regina, inoltre, è anche parroco del quartiere del Redentore e l’unico aiuto per don Gaudenzio è don Sergio, che è il vicario: «Spesso i ragazzi si ritrovano a passare il tempo nella piazza all’esterno dell’oratorio e non sempre lo fanno in modo costruttivo» – ci racconta Serena Napoli che abita in zona.

Più sicurezza per i bambini davanti alla scuola

I nostri tre accompagnatori sono anche nonni e spesso vanno a prendere i loro nipoti alla scuola elementare Pascoli: «Abbiamo chiesto all’amministrazione di realizzare dei parcheggi nel prato di fianco alla scuola perchè ogni giorno è un delirio di auto parcheggiate ovunque. I genitori non hanno spazi per fermare l’auto in modo sicuro e così si mettono tutti a bordo strada con notevoli disagi e problemi di sicurezza» – racconta Renato Marconato. Un intervento simile, invece, è in fase di completamento nei pressi dell’asilo nido Giannina Tosi.

Rispetto per il cimitero

A Madonna Regina il cimitero è parte integrante del quartiere. Ne occupa una parte importante e per i residenti è importante che la zona venga tenuta in modo curato: «Non è sempre così – ci raccontano i tre cittadini – sul lato ovest sono stati posizionati dei cassoni e il piazzale viene usato dagli operai dell’Agesp. Nel tempo si è creato un po’ di degrado».

Le cascine. Un patrimonio che si sta perdendo

«La zona era caratterizzata da quattro cascine (Ferrari, Cattabreghetta, Tri Padrun, Bottigelli) che hanno segnato l’epoca agricola del quartiere e che poi, in tempi più recenti, sono diventate protagoniste di un palio rionale denominato proprio “Palio delle cascine”, un momento di aggregazione che dava senso di appartenenza che si è svolto fino al 2010» – raccontano. Oltre alle quattro cascine storiche ce n’è una quinta, la cascina Favana giace in mezzo ai boschi. Una sesta cascina chiamata Vignone, tra il cimitero e la chiesa, è stata oggetto di una ristrutturazione mai portata a termine. Oggi l’edificio rischia di diventare nuovamente un rudere. La vegetazione sta ricoprendo le mura dell’edificio e un patrimonio secolare del quartiere e della città rischia di essere perso per sempre. Va segnalato, inoltre, che dal taglio della siepe circostante, effettuato di recente, è emersa una vera e propria collina di rifiuti edili e speciali, a cui sono aggiunti altri rifiuti scaricati da ignoti.

Urbanizzazione disordinata

L’urbanizzazione del quartiere è piuttosto particolare e disordinata. Le vie interne tra via Amendola e via per Lonate sono spesso strette, mal asfaltate o sterrate: «Qui negli anni dell’immigrazione dal sud in molti si sono costruiti la loro casetta senza troppo badare alle regole. Molti tetti sono ancora in eternit» – raccontano i nostri ciceroni. Ai danni dei privati si sono aggiunti anche quelli del Comune come è possibile notare nei porticati realizzati al piano terra dei nuovi condomini che qualcuno ha addirittura chiuso con delle reti per evitare situazioni di degrado: «Il regolamento edilizio di Busto costringe i privati a creare questi porticati che non hanno nessuna utilità e creano problemi a chi li deve gestire» – sottolineano. Per quanto riguarda la sicurezza stradale in molti segnalano la pericolosità degli attraversamenti pedonali della nuova rotonda di via Lonate (all’altezza del supermercato) e chiedono la realizzazione di dossi per rallentare il traffico.

Problemi di illuminazione

Diversi i problemi di illuminazione nel quartiere: «Qui A2a non si è ancora vista – raccontano riferendosi all’operatore che gestisce l’illuminazione pubblica – ci sono diversi punti luce abbattuti e mai sostituiti». In via per Samarate, all’altezza dei civici 150-154, sono anni che viene chiesto di installare nuovi punti luce: «Prima hanno dovuto dimostrare che questa non era una via privata. Ora che è stato stabilito che non lo è aspettano che qualcuno dia seguito alla nostra segnalazione. Ne abbiamo parlato con l’assessore alla Sicurezza Loschiavo e ci ha assicurato che avrebbe preso in carico il nostro problema» – racconta Osvaldo Coltro, residente della zona. La zona non ha grosse problematiche dal punto di vista della sicurezza (c’è anche un gruppo di controllo del vicinato con 90 famiglie) ma una buona illuminazione è fondamentale per tenere alla larga i ladri.

L’anello ciclabile e le strade bianche

Con il rifacimento della via per Lonate il marciapiede sul lato del cimitero è stato allargato in maniera tale da poter garantire il passaggio di pedoni e biciclette ma i residenti chiedono che si faccia qualcosa in più: «Abbiamo chiesto all’amministrazione di realizzare un vero anello ciclabile attorno al cimitero proseguendo la pista ciclabile anche da via Palestro verso via per Samarate e in via Bevilacqua e via don Guanella». Il quartiere, inoltre, è circondato dai campi con un reticolo di strade bianche che una volta era protagonista anche della Stracascine, una camminata non competitiva che si è svolta per diversi anni.

Commercio

L’unica via commerciale del quartiere è la via per Lonate Pozzolo che ospita lungo tutto l’asse numerose attività commerciali: c’è il bar, due farmacie, c’è una nuova pasticceria, parrucchiere, fiorista, un panificio e qualche serranda abbassata. In questo quartiere c’era anche uno dei pochi centri commerciali di Busto Arsizio costruito prima dell’inizio del nuovo millennio e che oggi ospita un supermercato Carrefour: «Prima c’erano anche altre attività ma l’apertura del Bennet di Vanzaghello a 500 metri da qui ha fatto scappare quei pochi che c’erano».

La socialità

Per molti anni la socialità del quartiere era garantita da un gruppo di volenterosi che animava il quartiere con il palio ma con il passare degli anni la tradizione è andata a morire: «Un vero peccato perchè si facevano anche azioni benefiche. Ogni cascina raccoglieva fondi per aiutare un’associazione» – racconta Renato Gallo. Lo stesso gruppo ha realizzato anche le cappelle della via crucis che ancora si svolge ogni anno, con il contributo di numerosi artisti bustocchi. Altro momento di aggregazione era la festa delle Acli che non si svolge più da quando la pandemia ha fermato gli eventi. Anche dal punto di vista sportivo c’è una certa vitalità con la G.S.D. San Marco che ha una squadra di calcio e l’atletica San Marco che organizza “A pèè in Brughera”, una camminata non competitiva tra le strade bianche della zona. Da non dimenticare, infine, la Pgs San Marco Volley.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Marzo 2022
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