Metamorfosi urbana a Varese: largo Flaiano ha 60 anni e diventerà “larghissimo”
La 53esima puntata della rubrica di Fausto Bonoldi si sposta in un largo molto "chiacchierato", i cui lavori cambieranno il traffico della città
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Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta, ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata“
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Metamorfosi urbana, cinquantatreesima: sessant’anni fa la copertura del “trincerone” delle Nord
Oggi ci troviamo a documentare il cambiamento di una zona cruciale per il traffico di Varese che proprio in questi giorni sta
cominciando a cambiare di nuovo.
Nel prossimo mese di agosto, se Dio vuole, potremo contare sulla nuova maxirotatoria di largo Flaiano, destinata a rendere più scorrevole il traffico dal centro verso il viale Borri e viceversa e meno lunghe le attese di chi, soprattutto nelle ore di punta, dall’autostrada si immette nella viabilità cittadina.
Quando il nuovo cambiamento sarà in atto saranno passati 61 anni dal momento in cui cominciarono i lavori per ampliare lo stretto ponte sulla ferrovia che collegava l’allora viale Magenta a viale Borri. Nel gennaio del 1962 fu demolito il manufatto originario per costruire il ponte, di superficie triplicata, che fu poi intitolato al grande scrittore abruzzese.
Con l’aumento del traffico, l’ampliamento si rivelò però presto insufficiente a rendere fluidi i flussi veicolari intrecciati da e per via Magenta e viale Borri, da via Nino Bixio, da via Sant’Imerio e via Gradisca e per via Lazio e viale Tamagno, a cui si sommano lo sbocco dell’Autolaghi e l’ingresso nella stessa. All’inizio del nuovo millennio, quando era assessore alla Polizia urbana e alla Mobilità nella Giunta guidata da Aldo Fumagalli, l’amico Alessio Nicoletti aveva già proposto la costruzione di una maxirotatoria per realizzare la quale aveva trovato i finanziamenti.
Il progetto fu però accantonato in attesa, si disse, della più vasta “riqualificazione” dell’area delle stazioni che, nella versione originaria, prevedeva anche la copertura pressoché totale della sede ferroviaria e l’apertura di una strada parallela alle vie Magenta e Piave. Da quel momento sono trascorsi vent’anni.
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Tutti a ripetere il mantra che la nuova rotatoria risolverà le code in accesso alla città: in realtà servirà solo a spostare la coda (a questo punto lunga il doppio) al semaforo di via Magenta/via Piave. Andrebbe ripensata tutta la viabilità in ingresso (compreso il semaforo di via Gasparotto / viale Borri).
Altra opera fine a se stessa (ma l’importante era inaugura un altro cantiere, alla faccia delle precedenti amministrazione leghiste).