Beata Giuliana, il quartiere che potrebbe diventare la nuova città tra Busto Arsizio e Gallarate

Qui sorgerà il nuovo ospedale unico che andrà ad unire fisicamente Busto Arsizio con Gallarate mentre sul Sempione è nata una grande area commerciale e di intrattenimento. I commercianti: "Soffriamo"

quartiere beata giuliana

Quinta puntata del tour dei quartieri di periferia di Busto Arsizio attraverso il quale stiamo raccontando come stanno le aree residenziali attorno al nucleo centrale della città. Dopo Borsano, Sacconago, Madonna Regina e Redentore è la volta di Beata Giuliana. Qui tutte le tappe.

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Il quartiere di Beata Giuliana a Busto Arsizio 4 di 51

Una nuova città tra Busto Arsizio e Gallarate

Beata Giuliana è al centro di grandi cambiamenti e potrebbe diventare una nuova città cerniera tra Busto e Gallarate. Il quartiere che occupa il quadrante nord di Busto Arsizio è attraversato dalla strada statale 33 del Sempione che divide esattamente il centro abitato dalla zona industriale e commerciale. Percorrendo l’asse che collega a Gallarate e alla ss336 la differenza che si percepisce è netta: da un lato una distesa di capannoni perlopiù legati al terziario (qui ha sede Eolo, ndr) e superfici commerciali e dall’altra una minima fascia verde che protegge in parte il quartiere residenziale fatto di condomini, qualche villetta e grossi agglomerati come quelli che si affacciano sul viale Repubblica, altro viale di scorrimento anche se interno al quartiere.

Il nuovo ospedale unirà Busto Arsizio e Gallarate

Qui, con l’avvento del nuovo ospedale unico che sorgerà nei prossimi anni nei terreni compresi tra il Sempione a est, la 336 a nord e il quartiere residenziale a ovest, sparirà l’ultima fascia di verde agricolo e forestale che separa Gallarate da Busto Arsizio con tutte le conseguenze che si possono immaginare quando una struttura strategica e importante come un grande ospedale si insedia in un territorio. Al progetto dell’ospedale, infatti, è collegato anche il progetto di una bretella ad ovest di Busto che scenderà fino a Vanzaghello, andando a tagliare diverse aree verdi anche nel territorio di Busto Arsizio.

Tradizioni cancellate

Nel nostro giro ci ha particolarmente colpito una tipica casa di corte lombarda abbandonata in mezzo ad un prato su viale Repubblica. Di proprietà di una famiglia benestante di Busto Arsizio non è più abitata da tempo ma i segni dell’abbandono sono evidenti. Anche la vecchia Cascina dei Poveri dove sarebbe nata la Beata Giuliana che dà il nome al quartiere, rischia di sparire definitivamente andando a cancellare l’ultimo segno di un passato agricolo che ormai non si ravvisa più in tutta la zona. Il progetto del nuovo ospedale, infatti, insiste proprio su quell’area.

La zona è diventata appetibile per le aree commerciali e residenziali

Nel frattempo l’ex-Mizar (che un tempo produceva tessuti indemagliabili) è diventata un parco commerciale con molti negozi, un supermercato (il terzo per Beata Giuliana), un punto vendita di una nota catena di fast food, palestra e campi da padel e calcetto. Il progetto, parzialmente realizzato, prevede anche un cinema multisala. C’è da scommettere su quale sarà la prossima area che inizierà ad attrarre investimenti, vista la mole di traffico che porterà il nuovo ospedale (in passato si è parlato di un albergo o comunque di residenze funzionali al polo ospedaliero).

Il quartiere: un tempo era il bronx di Busto, oggi è molto più tranquillo 

Qualche episodio di microcriminalità persiste ma Beata è un quartiere sostanzialmente tranquillo. C’è ancora una certa vivacità fatta di piccoli negozi nonostante la nuova area commerciale stia iniziando ad intaccare l’equilibrio economico del rione con i bar che, già duramente colpiti dal covid, ora si ritrovano a fare i conti con la concorrenza come ci ha raccontato la titolare di un locale nei pressi della chiesa: «Nonostante la gente ora possa circolare senza restrizioni particolari la clientela non è mai tornata ai livelli pre-pandemia. Prima tenevo aperto anche fino alla notte ma adesso alle alle 8 di sera non c’è più in giro anima viva. A questo problema si aggiunge il fatto che il fast food sul Sempione mi ha fatto perdere almeno il 70% dei ragazzi delle scuole che venivano a pranzare qui in massa». Stesso problema per il negozio che vende articoli per la casa a pochi metri di distanza e per la vineria: «In molti stanno sentendo il calo di clientela». Anche Emanuele, proprietario di un negozio di parrucchiere, ha notato il calo del fatturato: «Prima facevamo anche 60 clienti al giorno, ora siamo tra i 15 e i 20. Dal covid in poi qualcosa si è rotto e c’è ancora molta gente che ha paura». Tina, anche lei parrucchiera con un negozio in via Di Vittorio, sottolinea il degrado che sta colpendo la zona dove ha l’attività: «Qui hanno chiuso tutti tranne me. È desolante vedere il degrado in questa via. L’amministrazione dovrebbe avere più cura di questa zona».

Cosa chiedono le famiglie

Per le famiglie con bambini le aree gioco sono due, una piccola davanti alla chiesa e il parco Pastore, area ampia e ben tenuta che offre possibilità di svago. I residenti, però, chiedono più cura per i giochi e qualche iniziativa almeno d’estate per poter vivere il quartiere anche la sera: «Gli spazi ci sono ma qui non è stato mai organizzato nulla dall’amministrazione comunale» – raconta una mamma. Per quanto riguarda la sicurezza l’unico elemento di rilievo è il problema della  velocità di percorrenza di viale Repubblica dove gli incidenti non sono mai mancati, in alcuni casi anche mortali: «Servirebbero dei dossi» – ci racconta una donna che spesso ha difficoltà ad attraversare.

La chiesa e l’oratorio centro delle attività

La chiesa in mattoni rossi si erge al centro del quartiere e sul retro si estende l’oratorio molto frequentato dai ragazzi. Anche qui si possono svolgere diverse attività sportive e ogni anno si svolgeva la festa patronale nei primi giorni di settembre, sospesa da dal 2020 a causa dell’emergenza covid: «Speriamo che da quest’anno si possa tornare ad organizzare qualcosa perchè è l’unico momento di festa del quartiere» – ci raccontano le mamme e le nonne che guardano i loro bimbi giocare nel parchetto del piazzale della chiesa.

Il sogno infranto del Palaghiaccio

Ultimo ma non per importanza il tema del campus sportivo nuovamente e miseramente naufragato per l’ennesima volta nel terreno tra il Sempione e via Minghetti. Lo scheletro del palazzetto ormai simile ad un rudere di guerra continua a rimanere incompleto e in preda al degrado. Il sogno di un quartiere dello sport, a cui anche l’amministrazione Antonelli ha creduto, è ormai nel cassetto da qualche mese. Il sindaco ha più volte ribadito l’intenzione di realizzare almeno il palaginnastica per la locale società sportiva che sforna talenti e campioni da tempo ma l’iter è ancora all’inizio. Della struttura del palazzetto del ghiaccio, a questo punto, nessuno sa più cosa farsene.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Marzo 2022
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