Dalla politica al romanzo, Marco Pinti diventa scrittore
Esce il primo di aprile la prima opera dell'ex consigliere comunale Varesino e figura di spicco della Lega: un romanzo dove si intrecciano politica e passione per i cammini
Noi lo conosciamo come instancabile consigliere comunale, “l’uomo dei cento emendamenti” che dopo cinque anni da consigliere di minoranza della Lega e qualche mese da commissario straordinario della sezione varesina del movimento, è stato chiamato a Roma per più importanti impegni politici.
Da quando è “uscito dai radar” varesini però, Marco Pinti si è impegnato non solo nella politica nazionale ma anche in una nuova sfida, quella della scrittura. Pinti, trentasei anni, un lavoro da consulente tra Roma, Milano e Varese, l’impegno politico con la Lega ormai a tutti i livelli, l’esperienza radiofonica, la passione per la montagna e per i cammini, ora ha infatti esordito come scrittore: il romanzo s’intitola “Il periodo ipotetico”, esce oggi, primo aprile 2022, nelle librerie e online per le Edizioni Effetto, e si snoda in ben 500 pagine scritte nell’arco di quattro anni.
«Questa storia ha preso forma nella mia testa come una delle tante storie che mi racconto da sempre fin da quando sono bambino – spiega Pinti – Una di queste ha cominciato a prendere sempre più spazio e ad assemblarsi in modo diverso dalle altre, in un modo che prendeva sempre più senso. Nel 2017 poi, hanno cominciato a essere pubblicate una serie di storie catastrofiche di diverso genere: chissà, forse a livello collettivo si presagiva qualcosa del fatto che quella normalità in cui vivevamo non sarebbe durata ancora molto… C’è chi ha scritto di catastrofi scientifiche, ambientali. Io vivevo nel mondo politico e ho pensato una catastrofe politica».
La catastrofe che immagina Pinti nel suo romanzo: «È la piu politicamente scorretta e ruvida possibile: ho immaginato cosa succederebbe in Italia se in Francia scoppiasse la guerra civile. Il punto di partenza è quindi una rivolta delle banlieue, che trascina la Francia in una guerra civile, e il contraccolpo per l’Italia è irrimediabile: travolge banche e multinazionali, schianta i rifornimenti energetici, provoca ondate di profughi, tensioni sociali, fanatismi, violenza. Uno scenario che costringe a domandarsi: se fallisse la politica multicuturale cosa succederebbe?»
Un argomento tosto, non proprio da lettura sotto l’ombrellone…
«Invece no: si legge benissimo. Si ride perfino e parecchio. Il primo respiro è la catastrofe che incombe, ma dentro ho provato a modellarci delle vite, raccontare dei personaggi o delle vicende che restituissero qualcosa della realtà in cui siamo. Non delle macchiette, delle maschere: perchè le etichette che ci appiccichiamo addosso non sono che la metà, forse meno, di quello che siamo davvero. Ho cercato di entrare meglio, invece, nelle pieghe delle persone, con il risultato che questo è un romanzo con ben sette protagonisti».
Il lavoro di redazione è stato una sfida: «Per 4 anni mi ci sono applicato tutti i giorni, a costo di scrivere mezz’ora, o una sola riga, prima di andare a lavorare. E’ stata una cosa impegnativa e affascinante. Posso dire di avere la coscienza pulita con il lettore: non sono lo scrittore migliore del mondo, ma l’ho fatto nel migliore dei modi. Non avrei potuto farlo meglio, anche se l’ho scritto da incosciente. Ho fatto come diceva di fare Pinketts: “guido nella nebbia”».
Cosa l’ha aiutato ad arrivare in fondo?
«Innanzitutto la casa editrice, molto seria: perchè quando decidi di fare sul serio a un certo punto ti devi fare aiutare. È come una cordata: e quando superi un certo livello di sfida devi essere per forza in cordata con qualcuno. E poi ho continuato a leggere: ho avuto un sacco di maestri a loro insaputa…».
Cosa c’è di piu in questo libro: il Pinti camminatore, il Pinti politico o il Pinti comunicatore?
«A dire il vero, sono disseminato in ogni pagina. C’è la Francigena, c’è la Politica, c’è la mia voglia di comunicare. Ma ci sono con discrezione, giuro, non sono ingombrante»
Il libro è dedicato a Konstantina, che è anche il nome di uno dei protagonisti. Chi è?
«Era la fidanzata di un amico, che è venuta a mancare. Ma, come ha detto qualcuno: “non è detto che esista la reincarnazione, ma le persone di certo possono essere reincartate. Nei libri”.
Infine, chi conosce Marco Pinti ne conosce la vena ironica, la voglia di affrontare tutto con leggerezza. Ma la data di uscita del libro ci ha costretto a più di un verifica. Pinti, si è reso conto che annuncia l’uscita del suo primo libro al primo di aprile, vero?
«Si, Il caso è in effetti curioso. Se volete, potete considerarlo un mio scherzo alla letteratura. Però sono serissimo, ed è tutto vero».
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