Ambientalisti e studiosi si appellano a Beppe Sala: “Salvi la brughiera da Milano Malpensa”

Ecoistituto Valle del Ticino, Coordinamento Salviamo il Ticino e Centro Italiano Studi Ornitologici si appella al sindaco di Milano. Che è in una posizione particolare, sulla questione

brughiera Gaggio

«Signor sindaco, chiediamo un Suo urgente intervento affinché si eviti uno scempio. È possibile trovare una soluzione che inverta la tendenza al consumo di suolo di pregio, trovando un equilibrio fra le necessità aeroportuali e il rispetto per il territorio».
È la convinzione di associazioni ambientaliste e studiosi, che sperano sempre in uno stop all’espansione dell’aeroporto di Malpensa, prevista dal Masterplan 2035.

Ecoistituto Valle del Ticino, Coordinamento Salviamo il Ticino e Centro Italiano Studi Ornitologici si appellano oggi a Beppe Sala. Sindaco di Milano e quindi rappresentante del socio di maggioranza della Sea, il gestore aeroportuale che propone l’ampliamento (destinato alle merci).
Appello difficile, certo, visto che difficilmente il Comune di Milano ha rivisto scelte della società che costituisce anche preziosa fonte di guadagno diretto per l’ente.

«Come sa, in questo momento è in corso la Valutazione di Impatto Ambientale sul Masterplan Malpensa 2035, che prevede il potenziamento della capacità di gestione merci dell’aeroporto (cargo city)» scrivono le tre associazioni. «Il progetto che SEA ed Enac hanno proposto comporta un impatto enorme e inaccettabile in termini di consumo di suolo nel Parco del Ticino (oltre 450.000 metri quadri) ma, soprattutto, questa superficie che si andrebbe a sacrificare ha un grandissimo valore naturalistico: si tratta, infatti, di una vasta porzione dell’ultimo lembo di brughiera della pianura Padana, la più importante area con queste caratteristiche di tutto il nord Italia; un tempo le brughiere lombarde si estendevano su circa 6.400 ettari, oggi ne rimangono poco meno di 240, in gran parte concentrate a sud dell’aeroporto».

«Si tratta di un habitat straordinario, la cui importanza è riconosciuta a livello europeo, tanto che è inserito fra gli habitat di interesse comunitario per i quali è prevista la tutela come siti Natura 2000. Per tale motivo il Parco del Ticino da più di 10 anni sta chiedendo a Regione Lombardia di avviare l’iter che porti a questo riconoscimento, richiesta purtroppo ad oggi rimasta inascoltata, anche a causa della presenza dell’aeroporto e delle ipotesi di ampliamento proprio in quell’area. La brughiera di Malpensa e Lonate non è un habitat importante solo sulla carta, decine di esperti di molte università lombarde e centri di ricerca interazionali hanno potuto rilevare la presenza di specie rare e preziose a livello floristico e faunistico: sono 228 le specie di uccelli censite, 56 delle quali di interesse comunitario, e di grande interesse conservazionistico sono anche alcune specie di insetti, come la ninfa delle Brughiere, un lepidottero e la libellula Sympecma pedisca».

«Il Parco del Ticino, la Provincia di Varese, i Comuni si sono espressi con pareri negativi sul progetto. In una recente seduta, tutti i componenti della Comunità del Parco, in primo luogo Città Metropolitana di Milano (il cui sindaco metropolitano è lo stesso Sala, ndr), hanno confermato il parere negativo espresso, anche perché non esistono di fatto possibilità di reali compensazioni ambientali per un habitat unico e difficilmente riproducibile, se non nelle aree vocate, quale quella a sud del sedime dell’aeroporto».

«Nei tavoli regionali di confronto che sono stati attivati è stato chiesto da tutti gli Enti sopra citati di valutare delle alternative di progetto, senza nessuna preclusione rispetto all’obiettivo cargo city, sebbene l’impatto di un incremento di voli, di traffico veicolare e di innesco di ulteriori azioni di consumo di suolo che ne potrà derivare, crei non poche preoccupazioni. Non ci sono stati, finora, margini di confronto a livello progettuale per una sola ragione: SEA dichiara che, fra quelle analizzate, l’unica alternativa realizzabile è quella che vede la collocazione di cargo city totalmente in brughiera. Come associazioni riteniamo, invece, che fra le alternative presentate da SEA ve ne siano alcune che potrebbero consentire lo sviluppo dell’aeroporto rimanendo quasi esclusivamente all’interno del sedime attuale. Siamo convinti che di fronte ai drammatici problemi ambientali che siamo ormai tutti consapevoli di dover affrontare, questa possa essere un’occasione unica perché SEA, ENAC e tutti gli enti territoriali coinvolti, dimostrino che è possibile trovare una soluzione che inverta la tendenza al consumo di suolo di pregio, trovando un equilibrio fra le necessità aeroportuali e il rispetto per il territorio in cui è inserita questa infrastruttura ( Parco del Ticino e Riserva Mab Unesco Ticino Val Grande Verbano )».

«È questo approccio che avremmo voluto ritrovare in occasione della nuova proposta di MAsterplan per lo sviluppo di Malpensa. SEA, invece, si rifiuta di valutare seriamente reali alternative di progetto ma SEA è il Comune di Milano. E, siamo sicuri, che il Comune di Milano ed il suo Sindaco non vorranno condividere un progetto con un impatto così devastante e irreversibile, chiedendo al contrario una valutazione seria e ponderata delle soluzioni alternative. Per questo, Signor Sindaco, chiediamo un Suo urgente intervento affinché si eviti uno scempio, la distruzione di un prezioso habitat e la compromissione di vaste porzioni di suolo nel Parco del Ticino, offrendo ad una partecipata a maggioranza pubblica l’opportunità di dimostrare una rinnovata capacità progettuale che tenga
davvero conto anche dei fattori ambientali fin dalla genesi del progetto. Per favore, agisca presto, agisca subito».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Aprile 2022
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