Filippo D’Angelo difende la storia del circolo di Fagnano Olona: “Qui si faceva il vino”
Il consigliere della Pro Loco difende il buon nome dello storico circolo, importante luogo di socialità del paese nei decenni passati, finito al centro di un giro di spaccio
Nei giorni scorsi i Carabinieri hanno apposto i sigilli allo storico circolo della Vigna di Fagnano Olona decretandone la chiusura per 60 giorni. Una decisione arrivata in seguito ai fatti accaduti negli scorsi mesi all’interno dello storico locale fagnanese dove la donna che lo aveva in gestione si è resa protagonista di un’attività di spaccio di cocaina al dettaglio.
A difendere, come sempre, la storicità e l’importante valore di aggregazione sociale di un luogo storico fagnanese è Filippo D’Angelo, consigliere della Pro Loco, appassionato di storia locale che ha dedicato numerosi documentari al suo paese, nonchè artista a tutto tondo tra pittura e musica.
Dalla sua pagina facebook riprende il filo della storia da dove era stato interrotto e spiega cosa rappresenta il circolo per Fagnano Olona, pubblicando una storica foto di Tildo Scandroglio:
Sarebbe ingiusto se il circolo della Vigna dovesse essere ricordato in futuro soltanto per i recenti fatti di cronaca, frutto di una sfortunata gestione. La storia della Vigna è antica quanto la storia delle Cooperative Sociali di tutto il nord Italia. Nei mesi scorsi ho intervistato alcuni personaggi del paese, che hanno raccontato quella realtà. Per ora ci stiamo ancora lavorando, ma queste testimonianze storiche, saranno inserite in uno dei due prossimi documentari che riguardano la storia del nostro paese. Fagnano 900 parte seconda oppure la storia della bettola. Alla Vigna si faceva il vino, lo si beveva e lo si vendeva. La Vigna aveva la sua forte connotazione politico sociale, aveva la sua squadra di bocce e molte altre cose. Ricordiamoci le cose importanti e non gli incidenti di percorso!
Subito sono affiorati i ricordi di tanti fagnanesi che hanno commentato tra chi ha riconosciuto i due personaggi in foto (Luigi Belei e Luigi Cartabia) e chi ricorda ancora le lunghissime partite a bocce. Anche qualche parente di vecchi gestori ha fatto capolino ricordando come, all’epoca e fino a non molto tempo fa, la socialità era il vero collante che teneva in piedi quel posto, naturalmente grazie anche a qualche buon bicchiere di vino.
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