Nei plastici di Giovanni tutto l’amore per la Castiglione del passato
La passione per i plastici e il modellismo di un 85enne castiglionese, Giovanni Meneguzzo, una vita spesa fra impegno sociale, insegnamento e questo prezioso hobby, con cui racconta i luoghi del paese ormai scomparsi
Cos’è il passato? Un luogo della memoria a cui attingere, custode di dettagli che potrebbero essere dimenticati. Il passato, quello del borgo di Castiglione Olona, torna in vita grazie alle opere realizzate con cura da un 85enne dal raro talento.
Giovanni Meneguzzo, questo il nome del protagonista di questa storia, realizza plastici del suo amato paese in scala, con una tale dovizia di particolari, da permettere a chi li osserva di riportare indietro le lancette del tempo.
I luoghi della Castiglione del passato
«Questo è un plastico della piana in valle negli anni ’50: queste piante, le vedi? Adesso non ci sono più, mentre in questo punto, dove c’era solo vegetazione, con il passare del tempo sono stati edificati alcuni stabili».
Ha tutte le informazioni in testa, Giovanni, e non si confonde fra date e dettagli: lo aiuta la sua grande passione per il territorio e una costanza minuziosa nell’annotare date, informazioni, dettagli utili a ricostruire ciò che fu.
«Qua c’era la filatura Milani, era una zona umida e qui nel plastico si possono notare quattro sorgive: a quel tempo vi si poteva trovare acqua fresca a 12 gradi, sia d’inverno, che d’estate. Erano i cosidetti “Occhi di Castiglione”, dette “Funtanei”, in località dei prati detti “Lischeè”. Questa invece era via IV Novembre, ora chiamata via Mazzucchelli.. Questo il lavatoio di Caronno Corbellaro.. Tutto fatto con legno, od erba fatta essicare e verniciata».
La passione per l’insegnamento
Meneguzzo snocciola ricordi sul passato in bianco e nero, di una vita trascorsa fra lavoro e insegnamento e impegno sociale, ma sempre sul territorio.
Nato a Costabassara, in provincia di Vicenza, giunse a 6 mesi nel paesino della valle Olona, che non ha più lasciato. Ricoprì per primo la carica di coordinatore della Protezione civile e conserva i ritagli dei giornali dell’epoca che narrano delle loro azioni sul territorio. Il primo impiego fu da giovanissimo alla Mazzucchelli, dove si occupò di lavorazioni di materie plastiche: Giovanni fu apprezzato al punto di essere invitato a trasformarsi in docente presso la scuola professionale dell’azienda, incarico che portò avanti per dieci anni.
L’insegnamento è un compito che ho sempre portato nel cuore e, nel corso della sua vita, tante sono state le occasioni in cui è tornato a vestire i panni del docente: anche di recente, gli anni scorsi, già da pensionato, ha insegnato aeromodellismo alle scuole medie di Binago e Castiglione.
Meneguzzo indica i modellini realizzati dai suoi studenti con il medesimo orgoglio ed entusiasmo con cui indica i lavori realizzati personalmente: «E’ una gran soddisfazione quando insegni a qualcuno e riesci a catturare la sua curiosità, a spronarlo a dedicarsi ad un lavoro di precisione, per il quale occorre avere pazienza e impegnarsi».
I modellini degli studenti a cui Giovanni ha insegnato con passione per tanti anni
Il lavoro a quattro mani con il nipote
L’opera a cui è più legato? Giovanni non ha dubbi: mostra il modellino di una cittadina, con il trenino che passa, i dettagli degli edifici e della natura intorno.
Il lavoro realizzato a quattro nomi da Giovanni e suo nipote«L’ho costruito tutto con mio nipote – dice asciugandosi gli occhi per l’emozione – quando era poco più di un ragazzino. Furono mesi intensi per dar vita ad ogni albero, ogni dettaglio, modellando il legno: resta l’opera a cui tengo di più. Ogni tanto quando viene a trovarmi, gli ricordo del nostro lavoro a quattro mani» conclude sorridendo.
Meneguzzo posa lo sguardo sul treno e poi muove gli occhi sul resto della stanza, sui suoi libroni, ordinati e zeppi di dati, di fotografie ingiallite, di annotazioni su tutte le esposizioni a cui ha potuto partecipare, grazie ad una maestranza e un’abilità che lascia sbalorditi. Il sogno nel cassetto resta una mostra, dove mostrare i ricordi di quella Castiglione in bianco e nero a cui è tanto legato. Intanto, il numero delle opere a cui Giovanni darà vita non potrà che aumentare.
Una vecchia foto di Giovanni Meneguzzo da giovane con uno dei suoi modelliniMentre chiudiamo la porta di casa sua, lo sentiamo scendere in cantina, pronto a lavorare ad un nuovo alberello da intagliare e dipingere per arricchire il suo plastico. Il tutto sotto lo sguardo pieno di affetto della moglie Rosanna, della figlia e dei due nipoti, che sanno sempre dove trovare il nonno: al tavolo di lavoro.
I talenti dei Castiglionesi
Un’altra storia che valeva la pena raccontare, in questo paesino della valle Olona.
E, a guardarsi intorno, in questa Castiglione che D’Annunzio definì “Un’isola di Toscana in Lombardia”, si riconoscono velleità artistiche che hanno raggiunto tante e tante persone che vivono qui, in questo paesino della valle Olona.
Giovanni, di cui abbiamo raccontato oggi, ma anche Mario, con le sue riproduzioni in scala dei monumenti del paese, o Michele, con i suoi libri su cultura e dialetto del passato, passando per tutti gli artisti che espongono le loro opere nelle tante mostre organizzate periodicamente nel centro storico. Senza dimenticare Luca, il giovane musicista che ha iniziato a farsi conoscere e ha progetti ambiziosi per il futuro? Solo qualche nome, giusto per fare degli esempi, senza volontà di dimenticare qualcuno degli altri –tanti – artisti castiglionesi.
Che Masolino da Panicale, oltre ai suoi affreschi nella Collegiata, abbia lasciato un’aurea di ingegno e creatività nell’aria?
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