Salvatore Borsellino incontra gli studenti del Liceo Curie per “consegnare il testimone”

Il fratello del giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla Mafia 30 anni fa, ha incontrato gli studenti via Meet. Il racconto emozionato di professori e ragazzi

salvatore borsellino

Un incontro toccante, emozionante, istruttivo, ma soprattutto umano. Sono solo alcune delle definizioni che hanno usato studenti e professori del Liceo Curie di Tradate che, nella mattina del 17 maggio, hanno ascoltato con attenzione l’intervento via Meet di Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo Borsellino, di cui ricorre il 30esimo anniversario dalla tragica morte. Tema dell’incontro è stato “Il sogno di Paolo Borsellino“.

«È stata una testimonianza di grande valore umano e civile estremamente coinvolgente e molto emozionante – spiega la professoressa Maria Rosa Ricciarelli -. Sono stati molti i temi toccati, ma in primo piano è risaltata attraverso le parole del fratello, l’umanità di Paolo Borsellino. Il suo sogno: “Consegnare ai giovani il testimone per realizzare un società migliore. Lo Stato siamo tutti noi essere cittadini attivi è essenziale”».

«È stata una lezione di storia che non ha eguali» ha affermato un’ insegnante, Maria Carla Zanardi, alla fine dell’incontro. Un altro docente, Daniele Colombo, nel suo intervento ha sottolineato che «Per chi ha vissuto da giovane quei giorni tremendi e indimenticabili sentire dalla viva voce dell’Ing. Borsellino il racconto della vita di una persona che ha pagato con la morte il suo impegno civile speso senza riserve e senza tregua per estirpare uno dei cancri più devastanti nella storia di questo paese è stata un’esperienza toccante oltre che necessaria. La speranza è che lo sia stata anche e soprattutto per chi è giovane oggi e che allora non c’era in modo da comprendere l’importanza dell’impegno civile per il quale uomini come il giudice Borsellino e come lui tanti altri hanno dato la loro vita. Solo così il loro ricordo può e deve avere un senso».

I ragazzi sono anch’essi intervenuti con domande pertinenti desiderosi di conoscere e sfruttare questa preziosa opportunità. Fra i commenti raccolti alla fine dell’incontro vi sono quello di Chiara Lamperti: «Da studentessa che sogna un futuro nella diplomazia, non posso che essere grata dell’aver potuto ascoltare la parole di Salvatore Borsellino, che non è solo il fratello di Paolo, ma un vero e proprio attivista che sta dedicando ore preziose del suo tempo per permettere ad adolescenti e non di conoscere episodi fondamentali della lotta alla mafia italiana. Dalle parole di Salvatore Borsellino, nonostante la distanza dettata dagli incontri via internet, si percepiva tutta la passione, l’anima e l’amore per le attività che ormai da anni svolge e l’amore per il fratello. I racconti, per quanto crudi e diretti, erano profondamente toccanti e forse, proprio grazie a questo, sono sicura che l’incontro fatto non rimarrà solo uno dei vari incontri svolti durante l’esperienza scolastica, ma al contrario rimarrà con me e con tutti gli altri studenti per molto tempo».

Soddisfatto anche un altro studente, Pavlo Shtyforuk: «L’ ingegner Salvatore Borsellino era visibilmente emozionato mentre parlava della tragica morte del fratello. Non posso neanche immaginare cosa abbia provato nel momento in cui, lui e la sua famiglia, hanno ricevuto la notizia dell’attentato, e poi si sono precipitati di corsa a Palermo da Arese(1500 km di distanza circa). Penso alla figlia Lucia mentre pulisce il volto annerito del padre con un fazzoletto e vi scorge forse con gli occhi dell’amore, un sorriso. Io personalmente, ho apprezzato moltissimo questa testimonianza, anche perché una esperienza del genere non ha prezzo, e ciò, secondo me è un dono, un dono che resterà un bellissimo ricordo per molti anni».

«Penso che l’incontro con Salvatore Borsellino sia stato uno degli incontri più interessanti e costruttivi – commenta la studentessa Camilla Meola -. Sentire in modo così diretto la testimonianza di una persona che parla ai giovani di un argomento così importante, sensibilizzandoli con esempi concreti, spiegando con chiarezza che cos’è la mafia, ricordando che è presente anche al nord in modo più nascosto. Penso di averlo capito veramente per la prima volta dopo le sue parole, parole di un uomo che ha perso suo fratello, un fratello che cercava solo di rendere il suo paese un paese migliore, che aveva un sogno e parlandone sempre di più spero che questo suo sogno si avveri davvero un giorno. Le vittime della mafia non sono solo le persone che effettivamente perdono la vita, ma anche i familiari, amici, persone che gli vogliono bene, e Salvatore Borsellino raccontando la storia del fratello andando oltre a quello che già sappiamo, lo fa conoscere un po’ a tutti noi, fa conoscere una persona che voleva, insieme a suo “fratello” Giovanni Falcone, un posto migliore in cui vivere».

Alla fine dell’incontro l’ingegner Borsellino, evidentemente commosso dalla partecipazione dei ragazzi, ha promesso di tornare a trovarci questa volta di persona se la salute glielo permetterà. Il Liceo Curie invia inoltre un messaggio particolare: «Grazie ingegner Borsellino il liceo Curie non si dimenticherà di questa giornata e auspica con tutto il cuore di rivederla».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 25 Maggio 2022
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