Paziente a Milano, medico a Pechino: la visita nell’era digitale

La telepresenza è realtà. Cisco ha scelto l'Italia per un'innovativa sperimentazione in campo medico

Cisco HealthPresenceFarsi visitare da un dottore che vive dall’altra parte del mondo, senza muoversi di casa. Questa è la promessa della HealthPresence, un nuovo avveniristico strumento presentato questa settimana da Cisco Italia.

Il gigante della tecnologia ha portato uno dei prototipi di questa tecnologia nella sua sede di Vimercate, prima di un lancio sul mercato europeo che partirà in autunno proprio dall’Italia. L’esperienza di HealthPresence è a dir poco fantascientifica: il sistema occupa un’intera stanza, dominata da un grande schermo ad alta definizione attraverso cui il paziente può vedere il suo medico. Un infermiere, che assiste il paziente, compila la cartella clinica, poi con un banalissimo telefono compone il numero dell’ufficio del medico: il dottore appare improvvisamente sullo schermo, di fronte al paziente. Potrebbe anche trovarsi all’estremità opposta del globo, ma l’effetto scenico lo fa sembrare di fronte ai nostri occhi. Lo schermo non è quello di una semplice videochat come Skype, ma è un dispositivo di telepresenza: l’immagine è nitidissima e viene modificata artificialmente, in modo tale che paziente e dottore possano guardarsi direttamente negli occhi, non nell’obiettivo di una telecamera. Il potersi guardare negli occhi è un aspetto fondamentale nel rapporto medico-paziente e consente di analizzare dati comportamentali come i tic, molto importanti in neurologia.

Di fronte allo schermo in cui appare il medico, il paziente trova un tavolo a cui sono collegati diversi strumenti: sotto la guida del medico, l’infermiere che assiste il paziente potrà usare questi strumenti per agevolare la visita. Orecchie, nei, battito cardiaco, pressione, pulazioni, temperatura: tutto può essere monitorato a distanza, e registrato. C’è persino l’immancabile stetoscopio: il dottore si mette le cuffie e dopo un classico "Dica 33" potrà ascoltare cuore e respirazione. Serve il parere di un secondo medico? L’infermiere alza nuovamente la cornetta e compone un altro numero, ed il paziente vedrà sullo schermo due dottori. 

Cisco HealthPresenceProvandola di persona, la HealthPresence dimostra in pieno le sue potenzialità. Dopo qualche istante il paziente si dimenticherà di essere di fronte allo schermo, mentre il medico potrà effettuare una visita accurata. Le applicazioni possono essere moltissime: paesi di montagna lontani dagli ospedali possono ridurre il costo dei trasporti per visite più o meno urgenti, medici di base possono richiedere il parere di luminari internazionali, case di riposo possono effettuare analisi di routine sugli anziani, senza costringerli a viaggi per loro debilitanti. Inoltre questa soluzione, come da tradizione Cisco, è stata studiata per essere compatibile con altri dispositivi di analisi: in futuro, ad esempio, sarà possibile collegare un ecografo o uno strumento per l’analisi della retina, rendendo queste postazioni decisamente versatili. La HealthPresence farebbe un’accoppiata perfetta anche con la carta regionale dei servizi. Passando la sua scheda il paziente comunicherà all’istante la sua cartella clinica, mentre il dottore potrà prescrivere farmaci "firmandosi" con la sua tessera. Niente più ricette scritte a mano, maggiore sicurezza nella gestione dei dati del paziente.

Cisco ha trasformato in realtà le promesse della telemedicina, ma dovrà superare alcuni ostacoli. In primo luogo la scarsa qualità delle reti italiane: a un dispositivo di questo livello sono necessari 6 megabit di banda garantita, sia per il medico sia per il paziente. Molte città non hanno ancora le infrastrutture di rete necessarie, in tal caso sarebbe necessario ridurre la qualità dell’immagine. Inoltre sarà fondamentale far capire alle amministrazioni l’importanza di investimenti anche importanti, ma che potrebbero rendere più efficiente il sistema sanitario. A Cisco sembrano fiduciosi: le prime sperimentazioni in Scozia (in un’area poco servita dai trasporti) e in Francia (in una rete di ospedali e case di riposo) hanno dato ottimi risultati sia nei giudizi dei pazienti sia in quelli dei medici, e già a giugno potrebbero arrivare i primi accordi con ospedali italiani.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Maggio 2010
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