Il nido di Samarate verso l’appalto esterno, ma l’ultima parola spetta al consiglio comunale
La giunta Puricelli ha scelto l'appalto per la gestione del nido comunale, una decisione che preoccupa l'opposizione. Il consiglio comunale voterà a fine mese, ma il risultato non è scontato vista l'alta marea in cui versa la maggioranza Puricelli
Il futuro dell’asilo comunale di Samarate, il Nidondolo, dopo più di un anno di discussioni e proposte, sembra essere ormai chiaro: lo scorso febbraio la giunta Puricelli ha deciso per un appalto esterno, ma la delibera non è ancora stata votata dal consiglio comunale, che sarà verso fine mese.
Da aprile 2021, infatti, si discute del futuro del Nidondolo, un problema intrecciato a quello della carenza del personale comunale. Il Comune, ormai da un anno, è in affanno: a inizio 2020 il comune aveva a disposizione 85 dipendenti, entro il 2023 ne perderà 29 tra pensionamenti e dimissioni.
Nel corso del 2022, però, si potranno assumere 10-12 persone, ma l’urgenza attuale dei vari uffici comunale avrebbe bisogno di più del doppio del nuovo personale, 30, e negli scorsi mesi la giunta ha deciso di non assumere personale per il nido.
“L’appalto è l’ipotesi migliore”
«Non c’è ancora nessun accordo», precisa l’assessora all’Istruzione, Linda Farinon, «in consiglio comunale si voterà per conferire l’appalto della gestione a una società esterna oppure per tenerlo così com’è».
L’idea è di mantenere, dunque, l’asilo comunale con l’affidamento esterno in toto, integrando il funzionamento con i dipendenti comunali e con il mantenimento dell’inquadramento economico e giuridico del contratto: «Abbiamo deciso di tenere le educatrici a contratto con noi; il Comune recepirà le rette e la carta dell’asilo comunale rimarrà quella di adesso. Questa è la miglior ipotesi dopo mesi di studio».
Non è ancora stato indetto il bando per l’aggiudicazione del servizio, pertanto a settembre il servizio nido sarà garantito solo dalle attuali educatrici, che sono tre, e dalla responsabile: ciò comporta una riduzione della capienza, portata a 21 bambini (la capienza massima è di 42 bambini). Infatti, prima del bando bisogna aspettare il bilancio di previsione 2022-2024, che ancora non è stato approvato e non avverrà prima della fine di giugno: tra le cause di questo ritardo ci sono i dissapori interni alla maggioranza, che vanno avanti da mesi.
«Inizieremo con ventuno bambini – spiega Farinon – delle classi dei medi e dei grandi. Per le tempistiche, tutto dipende dalla decisione del consiglio comunale, ma non ci sono i tempi tecnici per un’apertura a pieno regime a settembre». «Dopo l’appalto – conclude – avremo nuove richieste di iscrizioni e si potrà tornare a una capienza piena».
L’opposizione: “É esternalizzazione”
Se la maggioranza di centrodestra chiama questa soluzione appalto, per l’opposizione si tratta invece di esternalizzazione.
Alessio Sozzi, consigliere del Movimento 5 Stelle, è piuttosto scettico a riguardo, specialmente riguardo i tempi che si sono allungati, in quanto per indire il bando e avere i fondi si deve aspettare il bilancio di previsione, che ancora non è passato in consiglio comunale: «Bisogna aspettare il bilancio per avere i fondi per il bando, ciò significa che a settembre l’asilo partirà con solo 21 bambini e 4 educatrici. Loro dicevano che l’esternalizzazione avrebbe garantito il servizio a pieno regime con quarantadue bambini, ma la situazione è diversa. A settembre si partirà con la metà dei bambini e senza la classe dei piccoli».
Sollevando il problema del numero ridotto delle educatrici e delle difficoltà in cui andrebbero incontro in caso di malattia, continua così: «Se una delle educatrici rimane a casa per malattia? Si è già in crisi. Inoltre, non so come i bambini accoglieranno questo cambiamento, così come le famiglie che, non essendoci la classe dei piccoli, si guarderanno intorno alla ricerca di altri asili». Insomma, «i dubbi sono ancora tanti».
«L’amministrazione non è puntuale nella progettazione e nelle attività», commenta Rama Ottini, presidente della commissione Istruzione e membro della civica Samarate città viva, mentre cerca di restituire una visione di insieme alla questione: «Cercano di risolvere le emergenze come meglio possono, ma quella del nido dipende dal problema del personale, che è poco e le emergenze sono molte».
Da qui si è arrivati a una «scelta obbligata sul nido», anche se secondo Ottini un’altra soluzione c’era: «Potevamo continuare con l’attività attuale ed esternalizzare solo la classe dei piccoli, come aveva proposto il Movimento 5 Stelle. Così si sarebbe potuta mantenere una gestione interna, ma la maggioranza non lo ha visto di buon occhio e ha tirato la cosa per le lunghe, a causa di dissidi interni alla maggioranza».
L’attuale crisi in maggioranza rallenta molte decisioni oltre al nido, la più gravosa è quella sul bilancio di previsione 2022-2024, che ancora non è stato portato in consiglio: «Un ritardo vergognoso – commenta – a causa del quale il Comune non può prendere impegni di spesa», come ad esempio il campo estivo. «Nella scorsa commissione l’assessora ci ha comunicato che il campo estivo non partirà perché, non essendo ancora stato approvato il bilancio, non si possono prendere impegni di spesa. Ma non si può bloccare qualsiasi spesa perché il bilancio non è approvato».
Ottini poi lamenta il fatto che non siano state previste delle risorse per l’assistenza ai minori con disabilità negli oratori feriali: «Non è così che si lavora. Ho chiesto che vengano stanziati dei fondi ad hoc nel piano di diritto allo studio».
L’incertezza del personale
Una situazione di incertezza che si protrae da troppo e ha una ricaduta sul personale, «che sta attendendo da molto tempo di capire per chi lavorerà»; Ottini precisa che, fin dall’inizio, ha cercato di coinvolgere le educatrici in modo da trovare una soluzione buona per tutti, «per i bambini, che sono in un’età delicata e hanno bisogno di punti fermi, per il personale che ha dei diritti e per il bene del Comune».
E il ritardo della convocazione della commissione istruzione, tenutasi lo scorso 25 maggio, a quasi tre mesi dalla richiesta è interpretato ancora con la lente del problema del personale e per i problemi in maggioranza: «C’è solo una persona che lavora nell’area istruzione e servizi sociali, senza altro personale che l’aiuti, è oberata di lavoro; tante cose si fanno per volontà politica ma anche per carenza di personale». Ma la cosa che più è dispiaciuta a Ottini è che le educatrici «hanno saputo della decisione durante la commissione: per fortuna che ho richiesto la loro presenza, altrimenti lo avrebbero saputo dai giornali».
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