Incontro per il “Franco Ossola”, Galimberti: “Lavori sì, ma con l’impegno scritto del Città di Varese”
L'Amministrazione Comunale ha aperto alla possibilità di svolgere le opere. Il presidente Amirante precisa: "Volontà di ripescaggio c'è, ma una garanzia sui lavori potrebbe essere un problema"
Era un pomeriggio importante a Varese per capire se le porte del calcio professionistico possono far entrare nuovamente la Città Giardino nei suoi campionati. Sul tavolo della sala Giunta di Palazzo Estense il nodo da sciogliere era quello relativo allo stadio, elemento imprescindibile per la società al fine di inoltrare le carte per il ripescaggio tra i professionisti, ma che per rientrare nei canoni richiesti avrà bisogno di qualche lavoro di ammodernamento (seggiolini nei distinti, luci, videosorveglianza, parcheggi e altre opere).
L’incontro, che ha visto al tavolo il sindaco Davide Galimberti, l’assessore allo sport Stefano Malerba, il dirigente comunale Emilio Bezzon, il presidente del Città di Varese Stefano Amirante, il vicepresidente Stefano Pertile e il responsabile della logistica Federico Mauro, è durato circa un’ora e mezza, nel quale le due parti hanno provato a trovare dei punti d’incontro per un progetto che possa proseguire assieme. Il Comune, proprietario del “Franco Ossola”, manterrà la gestione dell’impianto così come avvenuto negli ultimi due anni, con la società che ne ha usufruito in affitto.
Al termine dell’incontro le prime parole del sindaco Galimberti traccia una linea positiva: «Come Comune abbiamo fatto presente alla società che da quando c’è stata la vittoria dei playoff ci siamo messi al lavoro con gli uffici per fare una ricognizione dello stadio, avendo anche un confronto con la Questura per l’aspetto sicurezza. In questi due giorni si sono susseguiti una serie di sopralluoghi tecnici per stabilire gli interventi necessari. Queste prime valutazioni, per rispondere ai requisiti richiesti, sono interventi minimi che il Comune è intenzionato a fare direttamente. L’Amministrazione Comunale, a fronte di una richiesta formale da parte del Città di Varese rispetto alla volontà di iscriversi al campionato di Serie C, assumerà una delibera di giunta con cui dà mandato agli uffici di procedere rispetto all’esecuzione di quegli interventi. L’auspicio è quello di sostenere la candidatura del Città di Varese rispetto al ripescaggio su cui la città è particolarmente fiduciosa».
«Ci siamo confrontati con la società – ha proseguito Galimberti – e mi sembra che gli intendimenti corrispondano, auspichiamo di ricevere il più velocemente possibile questa comunicazione formale in modo tale che la Giunta possa assumere una delibera, importante per due aspetti: per evidenziale la volontà della città rispetto a un eventuale ripescaggio e, visto che saranno necessari degli interventi sullo stadio, è giusto che l’organo di governo della città si esprima rispetto a questa volontà, sperando che tra qualche settimana si possa tutti quanti gioire».
Il ritorno del Varese in Serie C passa dallo stadio e da Palazzo Estense
Per la società ha preso parola il presidente Stefano Amirante: «Ci sono da fare dal mio punto di vista un paio di specifiche: una sulla tempistiche perché bisognerà passare dalla Lega di Serie C per capire se il termine del 19 luglio è quello ultimo per un sopralluogo che certifica l’avvenuta conclusione di tutti i lavori di adeguamento, che bisogna allegare alla richiesta di ripescaggio. L’altro aspetto riguarda la volontà di fare la Serie C ed essere ripescati. La volontà da parte della società è sempre stata evidente, ma è altrettanto evidente che non riguarda solo dalla nostra volontà. Dipenderà da questa fase strutturale, dalle opportunità sportive perché bisognerà capire se la Lega Pro aprirà ai ripescaggi, ma ritengo che sia molto probabile che questa opportunità ci sia. Per quello che dipende da noi, andremo a formalizzare questa volontà all’Amministrazione Comunale».
Venendo allo stadio, il numero uno del Città di Varese spiega: «Si è parlato di una possibile garanzia da parte nostra sui lavori da fare per adeguare alla C lo stadio se poi noi non riuscissimo a iscriverci. Questo per noi potrebbe essere un problema: per fare l’iscrizione abbiamo tutta una serie di impegni economici, in questo momento non sono in grado di dire se possiamo farlo. È chiaro che la quantificazione dei lavori non è ancora determinata in modo preciso, quando verrà determinata capiremo l’entità di questa ipotetica garanzia, ma anche in caso di accantonamento di una somma vuol dire metterci dei soli a garantire dei lavori fatti in ottica di un ripescaggio di Serie C. Per il ripescaggio dobbiamo dare 300mila euro a fondo perduto, 350mila euro per l’iscrizione ma anche 300mila euro per il ripescaggio, oltre ai 120mila euro per la prima affiliazione, spalmabili in 10 anni. Oltre un milione di investimento, un impegno importante ma che è stato ampiamente valutato e che dal punto di vista della crescita sportiva e del progetto sportivo del Città di Varese deve esserci questa disponibilità. Bisognerà capire anche se mettere una parte di garanzia può essere un problema. Il dialogo è stato aperto, la prima cosa che farò è capire se il 19 luglio basta un impegno di inizio lavori o un fine lavori».
Ora quindi “la palla” passa alla società, che per prima cosa dovrà mandare la comunicazione all’Amministrazione e poi iniziare a formalizzare la richiesta di ripescaggio, così come espresso oggi dal presidente. La Serie C è ancora lontana, ma il primo passo verso questo viaggio che potrebbe portare al Città di Varese tra i professionisti è stato fatto. La città ci spera.
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