Due fratture alla testa, così è morta la povera Carmela Fabozzi nella sua casa di Malnate

Due focolai di frattura, sicuramente uno alla nuca, l’altro sempre al capo che potrebbero riassumere nella violenza capace di spezzare le ossa gli ultimi attimi di vita di Carmela Fabozzi, la povera pensionata di 73 anni trovata morta venerdì scorso dal figlio nella sua abitazione di Malnate.

Due colpi come principali lesioni legate entrambi a traumi violenti sicuramente compatibili uno con un colpo sferrato alla nuca, l’altro come secondo colpo o conseguenza di una rovina violenta del corpo.

L’autopsia realizzata dopo il conferimento dell’incarico da parte della procura nella mattinata di lunedì è stata eseguita in giornata alla medicina legale di Varese e non lascerebbe dubbi circa la natura violenta della morte della donne, fissandone anche l’ora del decesso.

I carabinieri guidati dal colonnello Gianulca Piasentin stanno nel frattempo continuando l’opera di scandaglio nella vita privata della donna, scavando in analisi tecniche tabulati, impronte. Segni biologici, tutte tessere di un mosaico che trovano la loro giustapposizione con precisi tempi di maturazioni, specialmente per quanto riguarda le analisi biologiche sui campioni refertati nella scena del crimine.

Rimane da capire dove sia il cellulare della donna che le fonti investigative confermano di non aver rinvenuto: rubato al momento dell’omicidio? O prima? O perso mentre era ancora spento e quindi difficile da localizzare? Tutti elementi su cui si sta indagando, come la fisionomia di quell’uomo notato da alcuni residenti, sulla sessantina, che si presentò nella corte a chiedere dove abitasse la signora Carmela.