Cinema pieno per scoprire i misteri di Titano
Il resoconto della serata che ha avuto come ospite Marcello Fulchignoni, italo-francese tra i protagonisti della missione spaziale
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Dopo essersi laureato in Fisica e matematica all’ Università di Roma ed essere stato il primo italiano a studiare le rocce lunari, sposò la allora giovanissima Antonietta Barucci, poi diventata una celebrità internazionale nello studio degli asteroidi. Assieme, nel 1993, sono emigrati in Francia dove hanno avuto due ragazzi ormai vicini alla laurea. Nel contempo hanno visto realizzarsi un sogno ‘impossibile’: portare una sonda spaziale automatica nelle nuvole di Titano, il misterioso satellite di Saturno simile alla Terra primordiale. Ovviamente la grande avventura della conquista di Titano è stato l’argomento della conferenza serale al CineTeatro P.Grassi. L’illustre scienziato, è riuscito ha coinvolgere magnificamente il pubblico tradatese, descrivendo in ogni dettaglio la giornata più drammatica della sua vita: «Era il 14 Gennaio 2005, avevamo sganciato Huygens ( la capsula che doveva violare Titano) dalla nave madre (la sonda Cassini) in orbita da cinque mesi attorno a Saturno. Poiché i segnali di buona riuscita arrivarono a Terra dopo una decina di ore, la nostra attesa fu terribile: se Huygens falliva, avevamo buttato al vento 25 anni di duro lavoro, i migliori della nostra vita. Finalmente, dal radiotelescopio di Green Bank, in Virginia, arrivò da Titano un segnale debolissimo ma fondamentale: Huygens era sopravvissuto e si era posato senza danni sulla più misteriosa delle superfici planetarie».
Ma pochi sanno, che un dramma forse maggiore venne sfiorato anche due anni prima, quando uno studente tedesco, nel testare i collegamenti radio, si accorse che, per un clamoroso errore costruttivo, tra la sonda Cassini e la capsula Huygens sarebbe stato impossibile qualunque collegamento.
La ‘missione del secolo’ rischiava di terminare ancora prima di iniziare: “Abbiamo vissuto momenti da incubo –ha raccontato Fulchignoni- e ci sono volute una ventina di riunioni tra scienziati di ogni continente, per trovare una soluzione tecnica al problema». Da quel momento tutto è andato bene per la capsula Huygens. Addirittura, una volta scesa su Titano, essa ha continuato a funzionare per 3 ore!” Questa sopravvivenza incredibile ha regalato agli scienziati una cosa inizialmente ritenuta impossibile: «La camera di bordo – ha raccontato Fulchignoni quasi emozionato come allora- è riuscita ad inviarci le prime incredibili immagini del suolo ghiacciato, bagnato di metano ed idrocarburi. Nessuno immaginava che questo fosse possibile e, invece, è successo, sembrava un sogno».
Ma non meno fantascientifica è stata la discesa attraverso le nuvole del misterioso satellite. «Ci siamo accorti che, man mano che scendevamo, l’atmosfera diventava trasparente facendoci vedere nitidamente la superficie. I nostri occhi, però, stentavano a credere a quello che vedevano: c’era infatti una crosta di ghiaccio intaccata di una moltitudine di fiumi scuri, nei quali non scorreva acqua, bensì metano liquido. E questi fiumi si gettavano in bacini più ampi, che nei mesi successivi si sono rivelati mari e laghi di idrocarburi liquidi». Come ogni vero grande personaggio, Marcello Fulchignoni ha accettato di dialogare con il grande pubblico del Grassi dispensando decine e decine di autografi. Nel contempo però ci ha tenuto a ricordare che tra pochi mesi, precisamente nel tardo pomeriggio del 10 Luglio, lo attende una nuova emozionate avventura: l’incontro spaziale tra la sonda Rosetta e il misterioso asteroide Lutezia, da lui stesso scelto qualche anno fa. Unica nota stonata della serata: la completa assenza di qualunque rappresentante dell’Amministrazione Comunale.
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