Ivan Basso: “Consolidiamo la Eolo-Kometa: possiamo essere il team italiano di riferimento”
Il manager varesino non pensa al World Tour ma spinge il proprio progetto: «Ci rafforzeremo nel 2023 per prepararci al 2024. Confermati i corridori principali, promossi "pro" i talenti del vivaio». Su Ganna: «Il suo record ci rende tutti fieri e orgogliosi»
Il Lombardia vinto, per la seconda volta consecutiva, da Tadej Pogacar ha di fatto chiuso la stagione europea del ciclismo professionistico, anche se in calendario restano le ultime gare con appendice italiana con Giro del Veneto e Veneto Classic. Gare nelle quali saranno impegnati anche i corridori della Eolo-Kometa, autori di una stagione bella e combattiva anche se con meno vittorie rispetto all’anno precedente.
Il 2022 è quindi praticamente consegnato agli archivi e quindi Ivan Basso e i suoi collaboratori nel team fortemente radicato nel Varesotto hanno già cominciato a guardare al futuro. Quello prossimo, ovvero il 2023 e quello un po’ più in là: «Rafforziamo il 2023 per preparare al meglio il 2024 quando inizierà un nuovo ciclo triennale per la nostra struttura» spiega il due volte vincitore del Giro d’Italia a VareseNews.
Basso, è già il momento di tracciare un bilancio in casa Eolo-Kometa?
«No, ma manca poco. Non tanto per le due ultime gare, quanto perché dopo la Veneto Classic andremo in ritiro, tutti insieme, per quattro giorni. Quello sarà il momento giusto per un confronto interno, per un’analisi trasparente che servirà a portarci verso il mese di dicembre quando faremo il primo collegiale della stagione 2023. Io ho inviato alcune informative ai collaboratori e ci confronteremo anche sulle loro risposte».
Foto di Maurizio BorseriniCome si muoverà la squadra sul mercato?
«Senza colpi eclatanti, per un osservatore esterno, ma in realtà abbiamo centrato due obiettivi a cui puntavamo. La riconferma di quei corridori che hanno vinto o che hanno fatto molto bene e mi riferisco per esempio ad Albanese, Fortunato, Maestri e Fetter e poi il passaggio tra i professionisti, nelle nostre fila, di due giovani cresciuti nella formazione giovanile. Parlo dello spagnolo Fernando Tercero e del valtellinese Davide Piganzoli, capaci di entrare nella top ten sia del Tour de l’Avenir sia del Giro d’Italia».
Due ragazzi su cui avete lavorato tanto.
«Esatto, e soprattutto due giovani che erano ambiti da diverse altre squadre. Per la prima volta, anche grazie alla presenza di una “prima squadra” di livello Professional, siamo riusciti a trattenere due talenti cresciuti in casa nostra: in passato questo non era possibile e così dovemmo lasciar andare gente come Moschetti o Juanpe Lopez, oggi stabilmente nel World Tour».
Foto di Maurizio BorseriniIn questi giorni, sui vostri canali, ha rilasciato una dichiarazione nella quale dice: “Si parla tanto di World Tour italiane, della mancanza di grosse squadre di casa nostra. Si parla molto. Ma guardiamo a cosa c’è, e non a cosa manca. La nostra è una realtà che ha tutto per diventare quella grande squadra italiana che tutti chiedono”.
«Prima di tutto fughiamo ogni dubbio: quando cito il World Tour non è perché vogliamo farlo in questo momento. Non ci sono le risorse finanziarie e questo mi pare molto chiaro. Piuttosto il mio discorso è un altro: vogliamo dare forza al progetto Eolo-Kometa e per questo ricerchiamo le risorse per consolidare ancora di più la nostra realtà. E mentre tutti chiedono del World Tour, io preferisco “pedalare” in quest’altra direzione perché credo sia necessario fare quello che si conosce. Quando dico “si parla tanto”, voglio sottolineare come sia facile dare consigli, che sono sempre gratuiti e spesso non richiesti. Noi parliamo di quello che conosciamo: prima citavo i giovani perché nella squadra ci sono persone che seguono questo aspetto e ci tengono aggiornati di continuo. Concentriamoci su quello che è stato fatto e che si può consolidare».
In questo finale di stagione è arrivato uno straordinario record dell’ora con Filippo Ganna. Un segnale forte da parte del ciclismo italiano.
«Sono innanzitutto contento che a battere il record dell’ora sia stato un ciclista della nostra zona, anche se non propriamente varesino. Credo che Ganna sia la persona, l’atleta più adatto per questo primato per la sua forza, la sua classe e per quello che ha dimostrato in sella in questi ultimi anni. E non sono convinto che non ci riproverà: secondo me tornerà ad attaccare il limite. Poi sono felice anche che in questa impresa ci sia tanta Italia: bisogna essere fieri e orgogliosi di quanto ha fatto Pippo insieme a tecnici e allenatori tutti espressione del movimento italiano. Io lo sono».
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