Quel silenzio assordante di Whirlpool

I partecipanti alla fiaccolata a sostegno dei lavoratori dello stabilimento di Cassinetta hanno sfilato in silenzio per quasi tutto il percorso fino al comune di Biandronno. Ora si attende la risposta della multinazionale circa il suo destino in Europa e in Italia

Alla fiaccolata organizzata dalla rsu dello stabilimento Whirlpool di Cassinetta  hanno partecipato lavoratori ed ex lavoratori, semplici cittadini, sindaci, politici e sindacalisti. Qualcuno, scherzando, ha detto che sembrava un corteo funebre. In effetti per quasi tutto il tratto che dallo stabilimento porta al municipio di Biandronno le persone hanno sfilato in silenzio, come a voler sottolineare la gravità del momento di distacco tra la multinazionale americana e il territorio che la accolse oltre trent’anni fa per raccogliere l’eredità industriale dell’Ignis di Giovanni Borghi. 


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A Biandronno la fiaccolata per chiedere chiarezza alla Whirlpool 4 di 37

UNA CRISI CHE VIENE DA LONTANO

Questa è una crisi che viene da lontano  e può essere fatta risalire al Piano per l’Italia siglato nel 2015 che lasciò irrisolte alcune questioni riguardanti gli stabilimenti italiani, forse nella speranza che il tempo avrebbe in qualche modo aiutato. Invece no, le cose sono peggiorate e l’accelerazione degli ultimi quattro anni è stata impressionante. Dal disconoscimento del piano industriale sottoscritto da Whirlpool nel 2018, un fatto senza precedenti nelle relazioni sindacali con la multinazionale, passando per “l’abbandono” dello storico quartier generale di Comerio e la  chiusura dello stabilimento di Napoli, si è arrivati all’annuncio finale dell’aprile scorso in cui Whirlpool ha scoperto le carte, manifestando l’intenzione di rivedere il piano strategico in tutta l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa).
I sintomi di un probabile disimpegno degli americani verso L’Europa e l’Italia c’erano dunque già tutti e i sindacati di categoria, Fim, Fiom e Uilm, avevano segnalato per tempo la diagnosi peggiore nelle assemblee con i lavoratori.

IN QUELLA FABBRICA C’È UN PEZZO DI STORIA DEL PAESE

Nel Vecchio continente Whirlpool dà lavoro a 15mila persone, 5mila in Italia, di cui 2300 a Cassinetta che è il polo dell’elettrodomestico da incasso. A questi numeri bisogna poi sommare quelli dell’indotto. Dunque una presenza industriale importante le cui ricadute per il nostro Paese, nel caso gli americani decidessero di lasciare, sarebbero un colpo duro, non solo economico.

Whirlpool, proprio per aver raccolto il testimone dalla Ignis di Borghi, porta nel suo dna il capitolo più importante del boom economico italiano. Il marchio Ignis, che peraltro esiste ancora, è il simbolo della stagione più felice del capitalismo italiano. Un patrimonio collettivo che in qualche modo va difeso e rilanciato.
La chiamata a raccolta delle istituzioni e dei politici, da parte della rsu dello stabilimento di Cassinetta di Biandronno, serve anche a proteggere quel pezzo di storia di cui sono stati protagonisti nel tempo migliaia di lavoratori e una miriade di piccole e medie imprese dell’indotto del territorio, alcune delle quali presenti alla manifestazione.

Fino ad ora la corporation americana, che è quella che prende le decisioni, non ha parlato. Una prima scadenza è stata fissata per il 21 di ottobre e tutti sono in attesa di sentire la “sentenza” definitiva. Certo, il fatto che i vertici della multinazionale abbiano disertato l’appuntamento al ministero dello Sviluppo economico, dove ad attenderli, oltre ai sindacati, c’erano ben due ministri, non è un bel segnale. Quando un’azienda del calibro di Whirlpool non si cura più della sua reputazione nei confronti del Paese che la ospita, vuol dire che non ha più interesse a mantenere quel rapporto.

LO SPEZZATINO È GIÀ INIZIATO

Uno spiraglio di speranza rimane, ma a tutti è ben chiaro che la situazione è grave. Del resto lo “spezzatino” del gruppo è già iniziato con l’accordo di cessione al gruppo concorrente turco Arçelik della totalità delle attività produttive e commerciali di Whirlpool in Russia e Kazakistan.
Per uscire da questa crisi bisogna sperare nell’acquisizione da parte di un altro gruppo industriale del settore che voglia produrre in Europa e in Italia. Circolano voci su un interessamento da parte dei cinesi e più verosimilmente dei turchi. Al momento però di ufficiale c’è solo il silenzio di Whirlpool.

Whirlpool Emea e la storia di una trattativa mai decollata

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 15 Ottobre 2022
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    La globalizzazione dovrebbe essere considerata un crimine contro l’umanità e la dignità delle persone, frutto di un sistema economico marcio e al collasso.
    Chi l’ha promossa in tutti questi decenni ed ora si ritrae come un gambero dovrebbe farsi un serio esame di coscienza.

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