Monteviasco ancora isolata, la provocazione dei residenti, “annetteteci alla Svizzera“
La boutade fa discutere, e anche la stampa ticinese si interessa del caso. Il parlamentare Stefano Candiani chiama a raccolta i colleghi varesini
Si avvicina una data oramai simbolo per i cittadini di Curiglia che hanno nella loro piccola Monteviasco, lassù ai mille metri, una piccola perla isolata: nel novembre di 4 anni fa la morte di Silvano Dellea, il manutentore della funivia morto stritolato dalla cabina durante un controllo, nel 2018. Una disgrazia che ha fermato l’impianto Ponte di Piero – Monteviasco che come è noto rappresenta l’unico modo, salvo la lunga gradinata-mulattiera, per raggiungere il borgo. Da allora si sono succedute indagini, sequestri, dissequestri, sopralluoghi, “road map“, ascensioni di sindaci, e amministratori – dal consiglio comunale alle assisi romane – militari, medici (per la campagna vaccinale che proprio da qui in Lombardia prese il “là“).
Risultato? I lavori all’impianto sono stati fatti, così come pure la messa in sicurezza, ma la funivia non parte perché nessuno la vuole gestire. Troppa burocrazia, dicono esasperati i pochi residenti e i più numerosi proprietari di seconda casa che con una lettera-provocazione pubblicata qualche giorno fa dalla Prealpina lanciano la “proposta“ che consiste nell’annessione al vicino Canton Ticino come unica soluzione per superare l’impasse italiano.
La questione, fra il serio e il faceto, sta però facendo discutere. Anche i quotidiani ticinesi cominciano a parlarne (recente un articolo pubblicato dal Corriere del Ticino, e ancor di più un pezzo lanciato dall’edizione on line della Rsi, l’emittente di stato elvetica in lingue italiana). Le istituzioni locali stanno muovendosi e solo qualche giorno fa si è tenuta una riunione in prefettura per fare il punto.
Ma è di domenica la proposta del parlamentare leghista Stefano Candiani (già senatore della Lega e sottosegretario al ministero dell’Interno del governo Conte I) di investire i parlamentari della provincia di Varese per un’azione comune, trasversale e bipartisan per interrompere questo isolamento. «Gli abitanti di Monteviasco hanno ragione. É ora di dare una seria risposta, perché non può essere che di questo piccolo borgo del Luinese lo Stato si ricordi solo quando magari accade qualche fatto eclatante», scrive in un post sui social Candiani chiamando a raccolta senatori e parlamentari varesini appena eletti in parlamento.
Nel frattempo i sette residenti continuano a prendersi cura del loro paese sospeso: il caldo di questi giorni non fa certamente dimenticare loro che si devono preparare all’inverno (il quinto!) senza funivia: sarà l’ultimo?
MONTEVIASCO NEL PROGETTO NAZIONALE “PICCOLI BORGHI”
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