Sicurezza sul lavoro: Confindustria Varese e sindacati lanciano i “break formativi”
Il progetto entra nella fase operativa con la partenza dei primi corsi. Sono 21, per un totale di 70 lavoratori coinvolti
L’accordo tra Confindustria Varese, Cgil Varese, Cisl dei Laghi e Uil Varese per rafforzare la sicurezza sui luoghi di lavoro, attraverso lo strumento di prevenzione dei “break formativi”, entra nella fase operativa. Dopo la sigla dell’intesa, avvenuta lo scorso 28 aprile, prendono avvio i primi corsi che verranno erogati ad alcune imprese del territorio tramite Univa Servizi e l’organismo Paritetico provinciale di Varese. Una prima fase sperimentale ma determinante. L’obiettivo: affermare nella provincia di Varese una nuova cultura della sicurezza sul lavoro, definire una strategia condivisa per il rafforzamento dell’utilizzo dei “break formativi” e diffondere in maniera trasversale, a tutti i settori, questo metodo alternativo di fare formazione: direttamente in stabilimento, con momenti di breve durata ripetuti nel tempo, per trasferire contenuti concreti e pratici.
Dai rischi della mansione del lavoratore a quelli legati al luogo e all’ambiente di lavoro, fino a quelli delle attrezzature e delle sostanze utilizzate, senza dimenticare l’aspetto sanitario, le tecniche e le procedure di prevenzione, anche con riguardo al genere, all’età e alla provenienza del lavoratore. Più precisamente, questa prima fase avviata sarà interaziendale: la società di servizi alle imprese di Confindustria Varese, Univa Servizi, con il supporto organizzativo e il tutoraggio dell’Organismo paritetico provinciale di Varese, inizierà a preparare gli Rspp (Responsabili del servizio di prevenzione e protezione), gli Aspp (Addetti al servizio di prevenzione e protezione) e gli Rls (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza). Figure, queste, che a loro volta faranno formazione ai colleghi all’interno delle aziende. 21 le imprese che hanno aderito per un totale di 70 lavoratori.
Il primo corso è partito quest’oggi nella sede di Saronno di Confindustria Varese. «I break formativi rappresentano uno strumento innovativo di prevenzione nato proprio sul territorio varesino. Un caso scuola, partito grazie alla lungimiranza di alcune realtà aziendali, che si sta diffondendo a livello nazionale e che, insieme ai Sindacati, vogliamo portare in tutti i settori manifatturieri della nostra provincia – sottolinea il presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi –. Crediamo fortemente che solo ponendo il capitale umano, il suo benessere e la sua sicurezza al centro dello sviluppo imprenditoriale, possiamo essere competitivi, attrattivi e sostenibili nel lungo periodo. La sicurezza sul lavoro è una priorità per le imprese e la disponibilità di molte realtà a volersi mettere in gioco con nuove iniziative sperimentali ne è la prova. Con l’avvio di questi corsi parte quest’oggi una nuova stagione di impegno».
L’accordo sui “break formativi” tra la Confindustria e i sindacati di Varese è stato presentato anche recentemente in Prefettura al tavolo unico provinciale del lavoro e durante l’evento “Storie di infortunio” organizzato da Ats Insubria. Una volta concluso l’esperimento con la partecipazione delle prime imprese, Confindustria Varese, Cgil, Cisl e Uil faranno le valutazioni finali prima di passare all’implementazione del modello dei “break formativi” su una platea più vasta di aziende interessate.
La formula dei “break formativi” ha già dimostrato il suo valore in termini di risultati concreti ed efficacia. Il primo caso a livello nazione dove tutto è partito è quello di Lu-Ve Group, l’impresa di Uboldo, quotata sul mercato Euronext di Borsa Italiana, tra i maggiori costruttori mondiali nel settore degli scambiatori di calore ad aria. È qui che è nato questo metodo alternativo per formare gli addetti in ambito di sicurezza, replicato poi a breve distanza di tempo anche negli stabilimenti Carl Zeiss di Castiglione Olona. Un modello che si è andato diffondendo sul territorio, attraverso l’azione dell’Area sicurezza sul lavoro di Confindustria Varese grazie alla quale è entrato poi a far parte anche dell’ultimo Contratto nazionale dell’industria metalmeccanica, sottoscritto da Federmeccanica insieme alle sigle sindacali di settore.
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