“A Varese c’è il lavoro per gli immigrati, ma mancano le case. Aiutateci ad aiutare”

E' l'appello di Thierry Dieng, attivista da tanti anni sull'integrazione degli immigrati e presidente di Ubuntu Varese

Immigrati generiche

«Non passa un giorno senza che qualcuno mi chieda un affitto. Non so come fare, sono veramente bombardato. So che è un problema in tutta Italia, ma è un peccato, perché le case qui non mancherebbero». A parlare così, con una sottile vena di disperazione, è Thierry Dieng, attivista da tanti anni sull’integrazione degli immigrati e presidente di Ubuntu Varese, a cui in molti si rivolgono per trovare una soluzione ad un problema che sembra paradossale.

«Stiamo formando una associazione che vuole aiutare gli immigrati che cercano casa: non tanto dal punto di vista economico, che non è necessario perché parliamo di persone che hanno un lavoro dipendente e quindi stabile, quanto dal punto di vista delle garanzie ai proprietari – spiega – Noi garantiamo per la serietà delle persone, poiché le conosciamo e conosciamo il loro percorso in Italia».

I casi sono disparati e tutti paradossali: c’è per esempio una famiglia con tre bambini piccoli dalla Nigeria, il papà lavora in fonderia con un contratto di tre anni, cerca casa a Varese ma non trova nessuno disposto ad accoglierli. C’è una persona del Bangladesh che ha trovato subito lavoro in un ristorante, stanno preparando per lui un contratto indeterminato ma sta cercando un monolocale e non lo trova. C’è una famiglia iraniana formata da papà, mamma e figlia: lavorano tutti e tre e non trovano alloggio. Altri lavorano da tanti anni a Varese, ma non hanno mai potuto portare la famiglia qui perché non hanno nemmeno trovato un posto fisso per dormire.

«Poi c’è un’altra coppia di ragazzi, tutti e due con contratto, tutti e due richiedenti asilo con riconoscimento: cercherebbero una casa in condivisione e non la trovano – Spiega il presidente di Ubuntu, avanzando un ulteriore problema –  Diversi richiedenti asilo infatti, una volta finito il percorso, se hanno  trovato un lavoro cercano di stare qui, ma per rimanere hanno bisogno di una casa. E qui arriva l’ostacolo. Non è il lavoro che manca: c’è gente che è appena arrivata, non conosce nemmeno la lingua e trova già un lavoro, anche sotto contratto. Il problema resta sempre e solo la casa».

Il tutto in una provincia dove le case vuote sono molte: «Per questo voglio fare un appello ai proprietari di casa italiani che vogliano affittare senza pregiudizi – spiega Thierry – Se hanno sentito parlare di persone che non si sono comportate bene, non bisogna fare di tutta un’erba un fascio. Noi proporremmo persone conosciute, su cui garantiamo: ma si fa davvero tanta fatica a trovare locali e sono in tanti a chiamarmi»

Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Ghana: «Sono tanti gli immigrati da queste nazioni che fanno davvero fatica a trovare alloggio: e capisco che con gli immigrati ucraini è più facile, non polemizzo. Ma sono brave persone anche queste che vi descrivo»

Secondo Thierry Dieng basterebbe: «Un momentino piu fiducia nell’affittare agli stranieri: sono nuovi arrivati in Italia, magari non parlano correttamente l’italiano e noi su questi siamo disposti a fare mediazione. Ma per il resto ci vuole solo della fiducia. In questo momento qui c’è bisogno di manodopera, e tanti sono in grado di fornirla con onestà e dedizione: ma se non trovano casa o si sentono rifiutati non restano. E non è una buona notizia per gli italiani».

Chi avesse un alloggio da affittare può contattare Thierry: thierry.dieng@gmail.com

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Dicembre 2022
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