Baff tra Umberto Eco e don Isidoro
Prosegue fra suggestioni di cultura "alta" e memoria locale la manifestazione cinematografica: oggi si ricorda la figura del sacerdote che si impegnò per i giovani
Il BAFF 2010 prosegue nel suo intenso programma alternando personaggi, cultura "alta" e memoria alta.
Ieri, domenica 21 marzo, è stato il turno di Umberto Eco, il docente, saggista e romanziere celeberrimo per "Il nome della rosa", che ha reso visita all’Istituto cinematografico Antonioni dove ha tenuto una lectio magistralis; non è mancata al Sociale la proiezione de "Il nome della rosa", fortunata trasposizione cinematografica, per la regia di Jean-Jacques Annaud, del suo romanzo.
Oggi lunedì, 22 marzo, il festival ospita una proiezione speciale dedicata al ricordo di don Isidoro Meschi, martire della carità e “padre” spirituale di tanti giovani in difficoltà.
Lunedì 22 marzo alle 18.30 allo spazio festival di piazza san Giovanni sarà presentato il documentario "Isidoro Meschi, ricordando un poco pure me" realizzato nel 2009 per gli Amici di Don Isidoro con il patrocinio e il contributo del comune di Busto Arsizio, della provincia di Varese e della BCC.
Nato dall’esigenza di ricordare il sacerdote attraverso uno strumento di facile fruizione soprattutto da parte dei più giovani, il documentario, diretto da Mauro Colombo, non ha l’ambizione di essere un affresco della vita o dell’opera di don Isidoro, né ha alcun intento agiografico: come scrive il produttore esecutivo Gianluca Gibilaro, “è il ritratto – inevitabilmente soggettivo e parziale – di un uomo che ha saputo essere sempre intero e presente, che ha messo tutto se stesso in ciascuna delle iniziative che ha promosso, che non si è mai risparmiato, che ha sempre cercato l’altro, il prossimo, fino al sacrificio supremo, fino al martirio. Quello di don Isidoro (ucciso nel 1991 ndr) è un esempio che tocca profondamente i credenti, ma che lascia un segno profondo anche in chi non crede: la figura che ci piacerebbe veder emergere dal documentario, l’immagine che vorremmo lasciare a chi non lo ha conosciuto, a chi non ne ha mai sentito parlare, credente o no, è quella di un uomo umile e autorevole, fortissimo e fragile ad un tempo, che ha affrontato la sua avventura nel mondo con una integrità che resta esempio per tutti.”
Gibilaro sottolinea che il titolo scelto per il documentario – “ricordando un poco pure me” – è un commovente e significativo passaggio dell’ultimo capoverso del testamento spirituale di Don Isidoro: “Adesso, sapendo che ogni giorno è reso dallo Spirito Santo Pentecoste, uniti in Maria che ci è Madre e Maestra nel permettere alla parola di Dio di illuminare e glorificare l’uomo, ricordando un poco pure me, elevate insieme la preghiera che il Vangelo di Gesù ci insegna: Padre nostro….”.
Il documentario si apre con le immagini del funerale: ad alcune testimonianze (tra cui anche quella del cardinale Martini) si alternano immagini del sacerdote, dei luoghi della città in cui ha operato e anche alcuni spezzoni di un video amatoriale realizzato all’oratorio san Luigi in cui si vede don Isidoro fare ginnastica insieme ai ragazzi.
Secondo il sindaco Gigi Farioli, “l’iniziativa rappresenta l’ennesima dimostrazione di come il festival non sia una avulso dalla città, ma una manifestazione che ne esprime e valorizza l’anima”.
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