Congresso Lega, Longhin: “Nella Lega facciamo sentire la voce dei militanti non dell’establishment”

Giuseppe Longhin è candidato al congresso del partito che si terrà domenica 4 dicembre a Busto Arsizio

giuseppe longhin

Il congresso è il momento di confronto per eccellenza e per la prima volta nella Lega questo confronto è aperto, con due visioni differenti che concorrono per la guida del movimento. Ognuno, dal suo punto di vista, cerca naturalmente di dipingerlo in modo diverso. Quello di Giuseppe Longhin, contendente al ruolo di segretario, è quello di «della militanza che si confronta con l’establishment» del partito. Il suo sfidante, Andrea Cassani, lo vede in maniera diversa e contesta questa lettura (LEGGI L’INTERVISTA A CASSANI).

Longhin, su questo congresso cominciano ad accendersi molti riflettori anche da fuori provincia ha notato?
Sì, ho letto un articolo molto bello in queste ore su il Foglio, ma a prescindere da questo penso sia un’occasione per dare un segnale.

Questo confronto non rischia di portare divisioni nella Lega?
Io penso che sia corretto far parlare la nostra base. Vede, oggi a livello nazionale siamo dati al 7%, abbiamo perso ancora consenso dal crollo registrato alle elezioni. Perché continuare sulla stessa linea? Ora c’è la possibilità di avere un congresso in cui i militanti possono dare un segnale. In qualche modo un partito ha delle similitudini con un’impresa, se i risultati aziendali arrivano va bene ma se ci sono problemi è giusto parlarne. La base si accorge di queste cose. Lo dico subito, in questo caso ciò non vuol dire cambiare Salvini, ma quanto meno cambiare strategia.

Lei è il referente del Comitato del nord, l’iniziativa interna alla Lega che porta il nome di Bossi ma che dalla Lega, non è un mistero, viene tollerata con freddezza
Io sono referente di questa iniziativa sul nostro territorio e mi sento accusare di voler spaccare il partito ma a farlo è esattamente chi questa accusa la lancia. Lo dico perché il Comitato punta sui temi e le battaglie storiche per le quali è nata la Lega, accusare chi le sostiene significa già di per sé spaccare la Lega. Noi vogliamo aiutare a raddrizzare la barra del nostro movimento e in questo senso è sbagliato anche leggere questa iniziativa con una semplificazione del tipo “Bossi contro Salvini”, non è così. E dico anche che il Comitato sta facendo riavvicinare tante persone che si erano allontanate dalla Lega, questo penso sia una cosa positiva per tutti.

Un esempio di temi a cui stare più attenti?
Io osservo e analizzo quello che succede. Penso ad esempio che Matteo Salvini ci ha portato al 35% ed è stato bravissimo, nessuno lo critica. Ma ora stiamo perdendo quindi qualcosa da sistemare c’è. Non vogliamo criticare Salvini ma correggere la linea. Per fare un esempio io penso che possa essere anche normale che un partito nazionale pensi anche al ponte sullo stretto di Messina ma magari prima finiamo la Pedemontana, pensiamo all’autostrada di Varese. Poi pensiamo al ponte sullo stretto. questo è solo un esempio.

Quindi non è una critica a Salvini?
Guardi, dirò questo. Non nascondo che per redigere il mio programma ho attinto a mani aperte dal programma che Matteo Salvini presentò quando si candidò alla segreteria federale. Ben 7 degli 11 punti coincidono a partire dall’autonomia, territorialità, valori, militanza ecc. Restano fuori solo sovranità monetaria e politica estera per ovvie ragioni. Chi mi contesta di voler andare contro Salvini deve correggere il tiro: non vado contro Salvini, anzi, riprendo e rilancio la linea salviniana di 8 anni fa, mettendo in discussione alcune delle posizioni odierne. Io oggi penso ai nostri militanti e mi sono impegnato in questa cosa per questo.

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Dicembre 2022
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