I due volti della Lega che va a congresso: intervista a Giuseppe Longhin e ad Andrea Cassani
Domenica 4 dicembre la Lega provinciale va a congresso. Non accadeva dal 2015 e, soprattutto, non accadeva da molto che ci fosse un vera competizione tra diverse anime del partito
Poche settimane fa, di fronte alla prospettiva di un congresso con tre candidati, un dirigente di primo piano e profondo conoscitore delle dinamiche della Lega ci confidò: «Vedrete, come consuetudine il confronto democratico fra più candidati verrà ricondotto “democraticamente” ad una candidatura unica prima del congresso».
A tre giorni dalle consultazioni possiamo dire che non è andata così. I candidati si sono ridotti semmai a due rendendo ancora più intenso il confronto interno. Basterebbe questo a far comprendere quanto sia inusuale la situazione che si trova ad affrontare il partito di Matteo Salvini in provincia di Varese.
Domenica 4 dicembre la Lega provinciale va a congresso. Non accadeva dal 2015 e, soprattutto, non accadeva da molto che ci fosse un vera competizione tra diverse anime del partito.
Andrea Cassani da un lato e Giuseppe Longhin dall’altro. Il primo alla guida della terza città della provincia di Varese, la più grande a trazione leghista, con attestati di stima di amministratori e vertici del partito; il secondo che si presenta come semplice militante, legato ai temi storici del movimento e al nuovo comitato nato nel nome di Bossi.
LEGGI L’INTERVISTA AD ANDREA CASSANI
LEGGI L’INTERVISTA A GIUSEPPE LONGHIN
L’appuntamento, come tutto quello che accade alla Lega nella provincia che ne è stata culla, attira attenzioni oltre i confini del Varesotto con narrazioni più diverse tra loro: una resa dei conti tra Salvini e la base, uno scontro tra Davide e Golia, tra la nuova Lega e quella di Bossi… La verità è che c’è molto di più, in una composizione di sfumature diverse, tra istanze locali e dirigenti nazionali, tra storie personali ed esperienze condivise, tra correnti di partito (anche se guai a chiamarle così) e sensibilità culturali. Sono gli ultimi giorni di confronto, poi domenica al teatro sociale di Busto Arsizio la parola passerà definitivamente ai militanti.
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