Contro le “puzze” tra Gavirate e Bardello, Arpa chiede all’azienda di mettere una camera stagna

Un nuovo capitolo della lunga questione degli odori che la popolazione denuncia di rilevare nella zona di confine. Le analisi di Arpa hanno rilevato parametri nella norma ma sempre vicini al limite.Il sindaco di Bardello deciso a tutelare la salute dei suoi cittadini

impianto di produzione bitume a gavirate

Dopo anni di lamentele e richieste di intervento, il sindaco di Bardello Monica Maestroni ha ottenuto una risposta concreta al problema delle “puzze” che si verificano al confine tra Bardello e Gavirate, grazie a nuove rilevazioni che ribaltano il giudizio di 5 anni fa.

«Da alcuni anni i residenti di Bardello e di Gavirate devono fare i conti con un forte odore di catrame – spiega il sindaco – Tale problematica è nata a seguito dell’ampliamento di un impianto industriale che si trova al confine tra i due Comuni (tenendo conto che dal centro di Bardello dista soltanto 250 mt. In linea d’aria). Temendo che non si tratti solo un problema di puzza, ma che ci sia il rischio di emissioni potenzialmente nocive per la salute dei cittadini e l’ambientem l’amministrazione comunale di Bardello ha sollecitato le autorità competenti a intervenire quanto prima in modo da scongiurare ogni pericolo».

Così gli scorsi 2 agosto e 24 novembre si è riunito, su specifica richiesta del sindaco Maestroni, il tavolo tecnico con i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Bardello e Gavirate, di Provincia di Varese, ARPA e ATS Insubria; il primo cittadino di Bardello ha sottolineato che le attuali condizioni di operatività dell’impianto stanno determinando una maggiore gravosità che si riflette soprattutto sui cittadini di Bardello, in particolare al mattino o in tarda serata quando l’odore di catrame è particolarmente forte e fastidioso e causa problemi alle vie respiratorie.

È stato chiesto all’amministrazione comunale di Gavirate un attento controllo degli orari di operatività dell’impianto in quanto l’autorizzazione è limitata alla fascia oraria dalla 7.00 alle 18:00, salvo deroga da richiedersi volta per volta, che però non risulta nemmeno mai essere stata richiesta dall’azienda.

ARPA ha dato conto che le verifiche effettuate hanno evidenziato il rispetto dei limiti previsti per le emissioni in atmosfera, sottolineando comunque che le stesse sono sempre molto vicine alla soglia massima. Ha quindi sollecitato l’azienda a realizzare una camera stagna in corrispondenza della tramoggia ove avviene il carico del bitume sui camion che possa, quantomeno, limitare emissioni e odori.

«Questa tipologia di impianti – prosegue Monica Maestroni – è classificata come “industrie insalubri di prima classe” ai sensi dell’articolo 216 del Testo unico delle leggi sanitarie, e una ricerca dell’Inail evidenza il rischio che durante la lavorazione di bitume e conglomerati bituminosi, gli addetti possano venire a contatto con sostanze chimiche che si liberano proprio durante questo processo, gli Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), alcuni dei quali sono riconosciuti come cancerogeni o comunque pericolosi.  L’auspicio è quindi che, a tenere alta l’attenzione con un monitoraggio adeguato per scongiurare conseguenze nocive su salute e ambiente e dare risposte alle preoccupazioni dei cittadini, vi sia un maggior coinvolgimento ed una maggiore proattività delle amministrazioni nei controlli ed anche che la politica faccia la sua parte magari approvando una legge sulla prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Dicembre 2022
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