Roberto Molinari: “Dalla Finanziaria grandi preoccupazioni per il 2023 dei servizi sociali”
L'assessore ai servizi sociali del Comune di Varese illustra i timori per il futuro prossimo nel suo settore: "Se non aumentano i fondi agli enti locali, salta il patto sociale"
Non c’è ottimismo nel volto dell’assessore ai servizi sociali del comune di Varese: «Dalla Finanziaria vedo una grande preoccupazione per il 2023». Ed è a partire dalla legge economica del Governo Meloni che sta per essere varata che Roberto Molinari ci illustra in questa intervista quali sono i “brutti pensieri” per il futuro prossimo nel suo settore, stressato dalle tante emergenze degli ultimi anni.
«Tutto il settore del welfare dei comuni, soprattutto quelli capoluogo, è messo in fortissima pressione – spiega – I numeri delle richieste di sostegno economico – dai giovani agli anziani, da chi ha perso il lavoro o è pensionato – è in fortissimo aumento: chi ha redditi bassi non riesce più a coprire le bollette, per esempio, e molte sono le altre richieste, come quelle delle persone che hanno subito degli sfratti o che non possono più pagare l’affitto. Dall’inizio dell’anno fino a fine ottobre abbiamo avuto 150-160 nuove richieste di intervento, e per nuove richieste si intende di persone che non abbiamo mai censito prima: numeri che si aggiungono quindi a chi c’è già tra gli assistiti».
Una situazione che non può che peggiorare: «Tra post pandemia, guerra, aumenti energetici il problema in futuro non sarà certo in diminuzione ma in aumento: e qui le risorse economiche vengono a mancare». Per comprendere qual è il nodo del problema, proviamo a cercare di capire da dove arrivano i fondi che finanziano i servizi sociali: «I soldi arrivano o da bandi statali o regionali, oppure direttamente dal comune, che finanzia le spese sociali attraverso la cosiddetta “spesa corrente”, cui fanno a capo tutte le spese di tipo “normale”. Però anche il comune subisce gli aumenti che subiscono i privati: per esempio quelli energetici, deve pagare le bollette per intenderci, sempre con lo stesso fondo spese. Questi aumenti, se non vengono finanziati con fondi straordinari, tolgono risorse alle altre voci, come appunto la spesa sociale. Morale: se lo Stato non aumenta i contributi ai comuni, impoveriscono sia il comune (per le spese energetiche) che i servizi sociali (per rispondere alle richieste). Se non ci sarà un aumento massiccio di contributi da parte di Stato e Regione, noi saremo costretti a fermarci. Non siamo più in condizione di rispondere né alle richieste nuove, né a quelle già in carico».
Il rischio più grande è il collasso: «Lo dico chiaro: se non aumentano i soldi, qui salta il patto sociale. Le do un esempio: io come assessore mando i contributi per il pagamento delle rette nelle case di riposo, che in questo momento stanno aumentando le rette a causa dei rincari, che pesano sulle famiglie, che si rivolgono a noi. Come si fa? Un secondo esempio: la spesa corrente finanzia i servizi sociali ma anche altri interventi. A Varese abbiamo un problema di manutenzione delle strade, che viene finanziata dalla spesa corrente. Cosa preferiamo: una buca in più riparata o i soldi per i servizi sociali, cioè per i cittadini di Varese in difficoltà?».
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