Teatro e laboratori per vincere l’isolamento: le attività di “Alla finestra” a Gallarate
In un anno nel calendario di incontri curati da Auser Gallarate, Maga e Aspi Cassano sono stati coinvolte 653 persone, dalle scuole medie agli anziani, su diversi fronti
Laboratori artistici, momenti d’incontro, attività teatrali: sono tante le proposte che hanno portato ben 653 persone a partecipare alla prima edizione del progetto “Alla finestra – da spettatori a protagonisti” ideato da Auser Gallarate e che ha visto come partner il museo Maga e l’Associazione Parkinson Insubria di Cassano Magnago, oltre ad un supporto istituzionale della Città di Gallarate e di HIIC e sostenitori individuali. I fondi principali (14mila euro) sono arrivati da Fondazione Comunitaria del Varesotto.
Il progetto puntava a incidere sul benessere individuale e risvegliare !a capacità relazionale del singolo con iniziative legate alla realtà sociale contemporanea, facendo i conti anche con le sue difficoltà legate – ad esempio e non solo – alla pandemia.
Linguaggi diversi, a partire dall’arte: «Come Maga abbiamo iniziato con ciclo di conferenza sui linguaggi dell’arte» spiega Lorena Giuranna, del museo di arte contemporanea di Gallarate, che ha tenuto alcuni degli incontri a fine primavera scorsa, affidati anche a Emma Zanella, Alessandro Castiglioni, Vittoria Broggini. «Il progetto poi si è concluso tra settembre e ottobre con Papier collè, facendo ragionare i ragazzi sulla importanza della lettura della arte contemporanea in collegamento con altre discipline».
Papier collè (rivolto a ragazzi e ragazze delle medie degli istituti cittadini) è solo una delle azioni del progetto.
Ad esempio sono stati attivati i laboratori teatrali con la “teatroterapista” Chiara Savoia e i «laboratori Allenamente con psicologa con Marica Canziani, che hanno avuto enorme successo» aggiunge Livia Mantegazza, che ha presentato le attività di Auser insieme a Gabriella Ciambelli.
E ancora il progetto ha visto l’attivazione dei gruppi sull’empatia e per la gestione dello stress da pandemia, una attività con il dott. Gabriele Catania che ha coinvolto 46 persone.
Spazi e orizzonti diversi per un cambio di prospettiva, per allargare i propri interessi, riflettere sui propri bisogni.
In totale ben 58 incontri complessivi, per 94 ore di attività con 14 formatori, relatori e conduttori e un totale di 653 partecipanti, come si diceva in apertura.
“Da spettatori a protagonisti” era il motto del progetto. «Credo che ci siamo riusciti» ha detto Gabriella Ciambelli di Auser. E le attività proposte dal progetto in parte proseguiranno.
Un punto critico? Gli incontri SOS Caregiver: «I gruppi hanno avuto una scarsa partecipazione e l’attività è stata dunque tramutata in supporto individuale» spiegano ancora da Auser. C’è stato un primo accesso di alcune persone, ma alla fine non si è formato il vero e proprio gruppo, facendo un po’ sfumare il valore collettivo dell’intervento. «Ci rimane come un interrogativo per il futuro a cui rispondere». Anche alla luce invece del successo di altre attività che vengono proposte ai caregiver da Aspi e Auser (che ha anche un “cafè Alzheimer” attivato con VareseAlzheimer).
Durante la conferenza di chiusura si è fatto particolare riferimento al valore di progetti di rete come questo purché risultino non occasionali, supportino le attività consolidate e ne identifichino aree di miglioramento, consentano di sperimentare nuovi servizi, coinvolgano nuovi soggetti (iscritti, volontari, formatori)
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