Orrigoni si gioca la carta del consulente: “Non serviva la variante urbanistica per il nuovo supermercato a Gallarate”
Il patron della catena di supermercati è a processo per corruzione nell'ambito del maxi-processo milanese. I legali: "Abbiamo dimostrato che la tangente non serviva a Tigros"
Le difese di Paolo Orrigoni e di Tigros passano al contrattacco con due testi ascoltati questa mattina, lunedì, nell’aula della sesta sezione penale del Tribunale di Milano. Secondo Francesco D’Alessandro e Federico Consulich, infatti, l’ex-amministratore delegato di Tigros non avrebbe avuto nessun motivo per pagare la tangente a Bilardo e Caianiello, come sostenuto invece dalla Procura.
Per smontare la tesi accusatoria hanno incaricato il professor Marco Facchinetti, urbanista che lavora come ricercatore in ambito di pianificazione al Politecnico di Milano, per rispondere alla domanda che aleggia sulla vicenda sin dai primi momenti: nell’area di via Cadore di proprietà di Tonetti si sarebbe potuto costruire un supermercato da 2500 metri quadri senza varianti al piano di governo del territorio?
La risposta di Facchinetti è affermativa, come ha spiegato durante il suo esame seguito con una certa attenzione dal giudice Paolo Guidi e dai due colleghi a latere, e lo afferma dopo aver analizzato l’area, il pgt del 2011, la variante del 2015 e la variante ritirata nel 2019: «Da quel che ho potuto vedere non è stata mai cambiata la destinazione d’uso dal 2011. Era commerciale e commerciale è rimasta. L’unica differenza tra il 2011 e il 2015 è che la superficie per la media struttura di vendita è passata da 1000 mq a 2500 nel 2015, confermati nel 2019».
Secondo Facchinetti «tra il 2011 e il 2015 cambia, invece, la parte attuativa e le relative opere pubbliche da eseguire. Anche la divisione in due subambiti (at03 e at04) avviene dopo il 2015 con il relativo cambiamento delle funzioni. Viene tolta la funzione residenziale dell’at 03 e rimane solo quella commerciale ma su questa parte vengono spostati tutti gli adempimenti, dalla viabilità allo studio del traffico (che viene aggiunto nel 2019, ndr)».
Facchinetti smentisce anche le parole del funzionario dell’ufficio tecnico di Gallarate, Massimo Sandoni, relative al Documento di Piano che sosteneva fosse scaduto e quindi non più in vigore: «Risulta tutt’ora vigente». Dunque i difensori tornano sull’idea della non necessità di pagare da parte del loro assistito mentre risulterebbe evidente, invece, il vantaggio che avrebbe ottenuto Tonetti che era riuscito a liberare la parte che sarebbe dovuta rimanere nelle sue mani da diversi vincoli urbanistici.
Più breve e puntuale l’escussione di Letizia Moretti, architetto di Tigros che aveva partecipato agli incontri in Comune con l’ufficio tecnico: «Ricordo di aver incontrato Sandoni e Cundari per vedere il progetto. Fecero una serie di richieste anche per quanto riguarda il traffico. Al secondo incontro, quando presentammo le modifiche, c’era anche Petrone. Nessuno dal comune ha posto problemi in questi incontri e nessuno ci parlò di documenti di piano scaduti». Infine ha risposto ad una domanda del pm Civardi che chiedeva se fosse prassi progettare su aree di cui non si aveva la disponibilità effettiva: «Ci muoviamo sempre così. Prima facciamo il progetto preliminare e poi acquistiamo l’area».
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