Sradicata una banda di trafficanti a Busto Arsizio, sequestrati quasi 50 kg tra “fumo” e cocaina
Il gruppo si riforniva di grossi quantitativi che poi distribuiva sul territorio di Busto, nella zona di Malpensa e nel Castanese. In tutto sono stati eseguiti 12 arresti
Questa volta i boschi non venivano usati per spacciare ma per nasconderci carichi di droga che venivano anche dall’estero, in particolare dalla Francia. Per questo motivo la Polizia di Stato di Busto Arsizio ha eseguito un’ordinanza con la quale il GIP del Tribunale di Busto Arsizio ha applicato a nove indagati la misura cautelare della custodia in carcere. Le indagini hanno permesso di ricostruire l’organigramma dell’intero gruppo grazie ad una lunga e paziente indagine che segue quella di qualche giorno fa contro la banda di Kamal.
Rifornivano un’ampia zona con cocaina e hashish
Gli arresti chiudono il cerchio di una complessa indagine iniziata nove mesi fa dai poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza, guidati dal dirigente Franco Novati e con la direzione del sostituto procuratore Martina Melita e ha permesso di smantellare un gruppo criminale dedito alla vendita di cocaina e hashish tra Busto Arsizio, Lonate Pozzolo, Samarate, Ferno, Vanzaghello, Dairago, Cuggiono e comuni limitrofi.
Dal piccolo spacciatore ai trafficanti
Partendo dal monitoraggio di un’attività di piccolo spaccio di droga svolta a Busto Arsizio da alcuni nordafricani, gli investigatori sono risalti a pusher di spessore che operavano tra la città e i comuni della Malpensa e, salendo ancora di livello, a trafficanti che importavano dall’estero la sostanza stupefacente da rivendere all’ingrosso o al dettaglio.
Grande attenzione ai dettagli
Gli indagati, tutti nordafricani, erano soliti effettuare le consegne di droga ai propri clienti fissando fugaci appuntamenti in luoghi che raggiungevano in auto, dove perfezionavano lo scambio droga/soldi in pochi istanti. Maniacale l’attenzione dedicata a verificare di non essere seguiti o osservati dalla Polizia, con percorsi apparentemente privi di logica ma in realtà finalizzati a escludere che sulle loro tracce vi fossero auto “civetta”.
I boschi come nascondiglio
La droga da vendere, ovviamente, non veniva tenuta a casa ma, per minimizzare i rischi di essere colti con le mani nel sacco, nascosta in luoghi isolati e difficilmente accessibili, dai quali di volta in volta venivano prelevati i quantitativi da cedere. E proprio in uno di questi nascondigli, in una zona boschiva ai margini della SS 336 a Vanzaghello, i poliziotti di via Ugo Foscolo, che già seguivano gli indagati, avevano sequestrato circa tre chili e mezzo di hashish e 70 grammi di cocaina.
La droga fatta sparire che provoca liti interne al gruppo
La sparizione della droga aveva fatto sorgere nel gruppo sospetti reciproci su chi fosse stato a tradire i soci e rubare la sostanza. Questi dubbi e i dissapori sulla spartizione dei guadagni – parte dei quali destinata al mantenimento del congiunto di uno spacciatore già carcerato per altri reati – avevano nel corso del tempo apportato vari cambiamenti alla composizione del gruppo di spaccio, con l’allontanamento di vecchi soci e l’arruolamento di nuovi più efficienti o fidati.
Il salto di qualità col traffico internazionale di stupefacenti
Lo scorso agosto gli inquirenti avevano poi registrato un ulteriore salto di qualità dell’attività criminale, intercettando l’importazione dalla Francia di circa 43 chilogrammi di hashish destinati a essere distribuiti in zona. Allora era scattata la trappola nella quale erano caduti, venendo arrestati in flagranza a Lonate Pozzolo, due dei destinatari della partita di “fumo” e uno dei corrieri.
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