Moffa per Elly Schlein: “Non elitaria, bensì pronta a riportare il PD tra i lavoratori”

Intervista al segretario dei giovani democratici, testimonial in provincia della mozione "Parte da noi"

giovani democratici provincia di Varese

Michelangelo Moffa è il segretario provinciale dei Giovani Democratici. Venticinque anni appena compiuti, ha già però importanti esperienze : è membro della segreteria del Partito Democratico sia a  Varese città che in provincia, ed è stato presidente a varese del consiglio di quartiere 12 Giubiano-Ospedale fino al 2021. E’ iscritto al PD da 8 anni, cioè da quando ne aveva 17.

A lui abbiamo provato a chiedere ragione delle obiezioni più comuni sulla candidata che sta sostenendo, per provare a comprenderne più approfonditamente le ragioni.

Si dice che Schlein sia troppo elitaria, che si occupi di cose che non rappresentano la quotidianità delle cose, o ciò che concretamente preoccupa la gente. Cosa risponde?
«Nella mozione di Elly Schlein e in tutti gli appuntamenti che ha avuto con le persone che abbiamo incontrato si è sempre parlato di lavoro, di riduzione delle diseguaglianze, di incentivazione ai contratti a tempo indeterminato. Cose decisamente non d’élite. Probabilmente chi dice che è troppo elitaria, in realtà, è egli stesso elitario. Io credo che si faccia un po’ confusione tra le sue caratteristiche anagrafiche e personali e ciò che concretamente vuole portare avanti: anche il suo dichiarare l’orientamento sessuale, per esempio, ha fatto pensare che fosse solo la candidata dei diritti civili. In realtà è molto di più, ed è molto preparata su temi importanti e di interesse generale: come il lavoro, appunto».

E cosa risponde sul fatto che sia “troppo di sinistra” e che rischi di far diventare il PD un partito di minoranza, che non parla più alle masse?
«Credo che la questione sia molto semplice: il PD ha smesso in parte di parlare alle masse proprio quando si è allontanato dalla sua vocazione di sinistra. Essere di sinistra vuol dire di parlare di lavoratori, di riduzione delle diseguaglianze, di aumento dei salari: con argomenti del genere ci si rivolge al 90% delle persone. Più di massa di così… »

Secondo lei, cosa non è stato capito di Elly Schlein?
«Una cosa l’ho già sottolineata: il fatto che si fa tanta confusione tra le sue caratteristiche personali e anagrafiche e il suo programma politico. Ma poi secondo me, c’è un’altra cosa che è stata fraintesa: il fatto che la nostra mozione sia populista e movimentista. In realtà non è cosi, perché vogliamo un partito molto radicato sul territorio: non sul modello del Movimento 5 Stelle per intenderci, ma con un forte coinvolgimento fisico dei militanti. Per esempio, vogliamo continuare a portare avanti il coinvolgimento sulle primarie, espandendole anche a livello più locale. Il contrario del modello movimentista, che esiste e si muove solo per le questioni nazionali».

Cosa spera che Elly Schlein faccia come prima cosa da neosegretaria, se lo diventerà?
«Penso che vadano portate innanzitutto avanti una serie di battaglie contro le politiche che sta facendo questo governo, contro tutte quelle decisioni inique che sta prendendo. Fare una seria battaglia per il salario minimo, contro gli stages gratuiti e per una legge sulla rappresentanza sindacale, che ancora non c’è. Poi, più simbolicamente, mi piacerebbe che le delegazioni del PD tornassero davanti alle fabbriche: per riprendere a manifestare la vicinanza nei confronti di questi mondi».

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Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Febbraio 2023
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