Il CTBO è diventato maggiorenne, ma rimane al fianco dei bambini
Grandi feste nelle pediatrie della provincia per festeggiare l'importante traguardo. Oggi il Comitato conta su oltre 400 volontarie e aspetta di entrare al "Ponte del Sorriso"
Grande festa questo pomeriggio alla pediatria dell’ospedale Del Ponte di Varese. Mascherine e coriandoli hanno creato in reparto la gioiosa atmosfera del carnevale. Giochi e divertimenti per i piccoli ricoverati che, però, hanno assistito anche ad un altro evento, un evento che alle 15 in punto si è ripetuto in tutte le pediatrie della provinca di Varese: l’accensione delle 18 candline per il compleanno del Comitato Tutela bambino in ospedale.
«Sembra ieri – racconta la presidente Emanuela Crivellaro – quando Emanuela, Claudia, Nadia, Maria Adele, Roberta e Margherita, un piccolo gruppo di mamme accomunate dall’esperienza dell’ospedalizzazione dei propri figli, per migliorare le condizioni di vita dei piccoli ricoverati, decisero di portare nella pediatria di Varese qualche giocattolo per distrarli dalla noia della degenza ospedaliera.
«Sembra ieri – racconta la presidente Emanuela Crivellaro – quando Emanuela, Claudia, Nadia, Maria Adele, Roberta e Margherita, un piccolo gruppo di mamme accomunate dall’esperienza dell’ospedalizzazione dei propri figli, per migliorare le condizioni di vita dei piccoli ricoverati, decisero di portare nella pediatria di Varese qualche giocattolo per distrarli dalla noia della degenza ospedaliera.
Su suggerimento del prof. Nespoli, già allora primario del reparto pediatrico al Filippo del Ponte, iniziarono così la loro avventura di volontarie, gettando le basi del Comitato Tutela Bambino in Ospedale. Un’avventura che da quel lontano 18 febbraio del 1992, giorno in cui venne ufficialmente costituita l’associazione, non si è mai fermata».
«Visto il successo dell’iniziativa nella Pediatria di Varese, altri ospedali richiesero presto la presenza dei volontari del C.T.B.O. nei loro reparti pediatrici, riconoscendo l’importanza della “mission” dell’associazione: migliorare le strutture pediatriche, progettate e pensate per gli adulti e non per i bambini, migliorare l’accoglienza e la qualità dei servizi, aiutare il piccolo a superare la malattia attraverso il gioco, assicurare all’adolescente spazi ed attività adeguati alla sua età, garantire, anche al neonato fisiologico e al prematuro, cure e attenzioni.
Nel 1995 iniziò così l’attività di volontariato nella pediatria di Tradate, nel 1996 nella pediatria di Busto Arsizio, nel 1997 nella patologia neonatale di Varese, nel 1998 nella pediatria di Saronno e nel 2006 nella pediatria di Cittiglio».
«Tante le iniziative e le battaglie intraprese in questi anni per umanizzare i reparti destinati ai pazienti più sensibili, i bambini, per aiutarli ad affrontare con serenità la malattia e per dare un aiuto alle loro famiglie in un’esperienza che rende vulnerabili. E tante le conquiste, raggiunte grazie al sostegno di tanti amici: degli stessi medici, del personale infermieristico, dei dirigenti ospedalieri e di tutti volontari, anima e forza del CTBO.
Tra gli impegni di questi ultimi anni, non si può non citare il Ponte del Sorriso, il futuro ospedale materno infantile di Varese di cui il CTBO è promotore e sostenitore anche da un punto di vista economico: l’associazione si è infatti presa l’incarico di finanziare il progetto dei lavori affidandolo allo studio d’architettura CSPE, già progettista del Meyer di Firenze, uno dei Children Hospital più famosi per quanto riguarda l’accoglienza riservata ai bambini, per la cui progettazione il team ha ottenuto nel 2009 il riconoscimento mondiale “Design & Health”».
Dalle sei fondatrici il numero dei volontari è oggi cresciuto in maniera esponenziale. Oggi il CTBO può contare su oltre 400 persone di cuore che ogni giorno dell’anno dedicano tempo ed energie ai bambini ricoverati nelle cinque strutture pediatriche della provincia.
«Il CTBO è cresciuto, senza quasi che ce ne si accorgesse è diventato maggiorenne, ma il suo cuore continuerà sempre ad essere dalla parte dei più piccoli, per tutelarli e accudirli nel momento del bisogno».
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