Berlusconi, il Milan e Milanello: una storia di successi nati in provincia di Varese
Il 18 luglio 1986 a Milanello il via alla sua prima stagione completa da presidente rossonero, un percorso lungo 31 anni e costellato di tanti successi nati nell'oasi verde di Carnago
L’uomo politico, l’imprenditore ma Silvio Berlusconi (scomparso lunedì 12 giugno) fa rima anche e soprattutto con Milan. Il legame del Cavaliere con la squadra rossonera cominciò nel febbraio 1986, quando l’allora imprenditore del mattone e delle televisioni decise di acquistare la società da Giussy Farina.
L’esordio da presidente fu all’Arena di Milano: Berlusconi arrivò in elicottero accompagnato dalla “Cavalcata delle Valchirie” di Wagner. Replicò a luglio, il 18, a Milanello, dando il via alla sua prima stagione completa da presidente con la presentazione dei nuovi acquisti Galli, Bonetti, Massaro, Donadoni e Galderisi, pagati in tutto una ventina di miliardi di lire, tanta roba per un Milan che non navigava fino ad allora in acque placide.
Da quel giorno Milanello, angolo di verde in Comune di Carnago, è diventato il centro della vita sportiva rossonera, la casa del Milan, dove sono nati i tanti successi degli Anni Novanta e Duemila. Berlusconi ha fatto del centro sportivo di Milanello la perla della sua gestione, un luogo all’avanguardia sotto diversi punti di vista, sportivo innanzitutto, ma anche di accoglienza, di educazione, di innovazione.
A Milanello Berlusconi ha accolto gli olandesi Gullit e Van Basten nel 1987, raggiunti un anno dopo dall’altro tulipano Rijkaard. Prima Liedholm, poi Sacchi, Capello, Ancelotti, Zaccheroni, Allegri i condottieri in panchina di un progetto vincente in Italia e soprattutto in Europa e nel mondo, che aveva le sue radici proprio in provincia di Varese, dove i successi del Milan prendevano corpo e anima.
Berlusconi è stato proprietario del Milan dal 20 febbraio 1986 al 13 aprile 2017 e ha ricoperto la carica di presidente del Milan fino al 2004 e poi dal 2006 al 2008. Dal 1986 i titoli vinti sono innumerevoli: sette scudetti di Serie A, una Coppa Italia, cinque Supercoppe italiane, cinque Champions League/Coppe dei Campioni, cinque Supercoppe europee, due Coppe intercontinentali e una Coppa del mondo per club. In totale sono 26 trofei, che salgono a 29 se si considerano le due Supercoppe italiane e lo Scudetto vinti dal Milan tra il 2008 e il 2017, quando Berlusconi era ancora proprietario del Milan (tra il 2012 e 2017 anche presidente onorario), guidato però dalla vicepresidenza vicaria di Adriano Galliani.
Successi come detto nati a Milanello, dove Berlusconi si recava prima di ogni partita importante, tenendo discorsi alla squadra, confrontandosi con i giocatori più importanti, dagli olandesi già citati fino ai capitani storici Baresi e Maldini, i “senatori” Ancelotti (prima giocatore e poi allenatore), Costacurta, Tassotti, Nesta, Pirlo, Albertini, Seedorf, Gattuso e Inzaghi (anche loro allenatori per poco tempo), le stelle internazionali come Weah, Kakà, Papin, Boban, Savicevic, Rui Costa, Ronaldinho, Ibrahimovic e Sevčenko solo per citarne alcuni. Innumerevoli gli aneddoti tra consigli sulle pettinature dei giocatori alle considerazioni sulle strette di mano mescolate a interventi tecnici di un presidente che si è sempre ritenuto grande esperto di calcio.
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