“Niente da fare, è risorto”. Taffo colpisce ancora
Riccardo Pirrone, dopo aver pubblicato l'ennesimo post dell'Agenzia Taffo che con il solito mix tra ironia e cinismo fa discutere, ha scritto un testo sul suo account LindkedIn per raccontare questi anni di esperienza social
“Vi do una notizia, io posso sbagliare, ho sbagliato in passato e sicuramente sbaglierò ancora, ma quello che ho fatto resta e sono riuscito a farlo anche grazie a voi, alle vostre critiche, offese, insulti alla mia persona e al mio lavoro.
Sono cresciuto grazie a voi, grazie alla tizia che ogni mese se ne esce con il post: “TAFFO è morto!”, oppure al tizio che mi considera per nulla intelligente, ma molto cafone o all’ennesimo formatore rosicone”.
Riccardo Pirrone, dopo aver pubblicato l’ennesimo post dell’Agenzia Taffo che con il solito mix tra ironia e cinismo fa discutere, ha scritto un testo sul suo account LindkedIn per raccontare questi anni di esperienza social.
IL POST PASQUALE DI TAFFO
“Sono 7 anni che seguo la campagna social di Taffo, – scrive Pirrone – dal 2016, da quando aveva solo 2 k follower su Facebook. Oggi sono 400 K su FB, 200k su IG e 35k su Tw e ogni post raggiunge in media 500k persone. Ho ricevuto critiche di tutti i tipi, anche molti complimenti ovviamente, ma la cosa che ancora oggi mi stupisce, è che dopo tutto questo tempo, dopo che Taffo è diventato un caso mondiale di marketing (non c’è nessuna agenzia funebre al mondo che ha raggiunto questi livelli di engagement costante e questa riconoscibilità nazionale con una spesa social irrisoria e non rompete l’anima sul fatturato, è aumentato anche quello) c’è sempre qualcuno che aspetta un mio passo falso per rivendicare la sua identità, la sua capacità, la sua intuizione e la sua bravura”.
Come spesso succede il mix tra successo, irriverenza, innovazione, coraggio, non viene preso bene da tutti. E così anche il marketing di Taffo è diventato nel tempo sempre più divisivo e sui social si scatena di tutto. Anche per questo oggi il responsabile delle campagne social esce allo scoperto e racconta un pezzo della sua storia.
IL POST SU LINKEDIN DI RICCARDO PIRRONE
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Riccardo, al tuo posto volerei basso…
1° – la battuta è “usata” e “abusata”, quindi non è che sia originalissima, è il riciclo di vecchie barzellette, ma se sei giovane e probabilmente non lo sai.
2° – Non è che ci scandalizziamo, fra suore che fanno pubblicità alla maionese. frati che pubblicizzano prodotti vari, non è una novità, usare il sacro per pubblicizzare il profano.
3° – Di creativi se ne trovano a bizzeffe, ci sono quelli bravi e quelli fortunati, quelli bravi se la cavano sempre, mentre quelli fortunati prima o poi spariscono.
L’esperienza mi insegna che chi continua a gridare al successo, spesso nasconde un mare di problemi e un successo precario, e che molte volte nasconde una personalità insicura e infantile.
Il bisogno di riconoscimento continuo che pare affliggerti, nasconde una infanzia problematica.
Per chi crede al fatto che il destino sia nel nome, ad un certo “Pirro” alla fine dopo tante battaglie di vittoriose non è andata benissimo! (E tu sei One oltre a Pirro attenzione agli effetti moltiplicativi il mondo è pieno di Pirri).
Quando ad andare all’inferno… beh da qualcosa bisogna pur iniziare, e la provvidenza aiuta sempre, quindi potresti essere accontentato molto più rapidamente di quanto tu possa pensare.
D’altronde come tu dici non sei Gesù, quindi all’inferno ti prenderebbero subito, sulla parola come apprendista diavolo, le candidature mi pare siano sempre aperte.
Dalla simpatia all’antipatia il passo è breve, e alla fine questa pubblicità gridata potrebbe ritorcersi contro il tuo cliente.
PS. I follower si comperano, posso farti un prezzo per il prossimo milione?