Anche l’ospedale Del Ponte di Varese ha una Culla per bimbi abbandonati ma non è mai stata utilizzata
Venne inaugurata nel 2008 sulla scorta di un progetto nato dopo che un neonato venne lasciato all’interno di un cassonetto per gli abiti usati a Cassano Magnago
Anche a Varese, all’ospedale Del Ponte, c’è un angolo riservato e tutelato dove è possibile lasciare il neonato che non si può accudire. La ruota degli esposti venne inaugurata nel 17 dicembre del 2008 da Maria Vittoria Rava, della fondazione Francesca Rava che avviò il progetto “Ninna ho” proprio sulla scorta di un caso avvenuto nel Varesotto. (Attualmente la Culla è fuoriuso ins eguito ad un atto vandalico ma l’ospedale spiega che sarà ripristinata presto LEGGI QUI)
Fu la stessa Maria Vittoria Rava a spiegare come è nata l’idea delle culle termiche nella ruota degli esposti: «Nel 2007 un neonato venne lasciato all’interno di un cassonetto per gli abiti usati a Cassano Magnago. Per puro miracolo venne trovato ed era in buona salute.
Quel giorno il professor Agosti ci telefonò per raccontarci l’accaduto. Era ancora scosso. In quel momento decidemmo di dare un’alternativa a quelle madri disperate costrette al gesto estremo della separazione. Offriamo loro un conforto nell’atto del loro ultimo atto d’amore verso il figlio: una culla termica, appartata, dove poter lasciare nel più completo anonimato il piccolo, sapendo che qualcuno lo accoglierà».
La possibilità di partorire in anonimato in ospedale e di non riconoscere il figlio non sempre è nota alle donne che per difficoltà psicologica, sociale od economica non sono in grado di potersi prendere cura del proprio figlio.
La culla termica è nel lato del perimetro ospedaliero che dà su via Michelangelo Buonarroti. È all’interno di una casetta in mattoni ed è sempre operativa. Si attiva azionando un pulsante che alza la serranda della finestra. Al di là c’è la culla dotata di sensori mentre nella stanza c’è un videocitofono che entra in funzione una volta che la serranda è di nuovo abbassata. Consente di:
- evitare l’abbandono che metta a repentaglio la sopravvivenza del neonato, tutelandolo ed assicurandogli il diritto alla vita;
- tutelare il diritto di chi “genera” a riconoscere o meno un figlio.
Fino a oggi, la culla “ninnaho” non è mai stata utilizzata ma la stanza è sempre monitorata 24 ore su 24 e collegata con l’Unità operativa Neonatologia, dove l’equipe del Prof. Massimo Agosti. Fino a oggi non è m
La culla termica del Del Ponte, realizzata dalla Fondazione Rava con il sostegno del gruppo Kpmg è oggi una delle 7 realizzate in tutt’Italia con il progetto “ninnato.org”
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