“Un tram treno per unire l’Insubria e superare la sindrome Milano”: le osservazioni del comitato per il nuovo PGT di Varese
Presentato un documento all’Amministrazione Comunale di proposta e osservazione per il nuovo Piano di Governo del Territorio
Il gruppo di lavoro TramTreno Varese ha presentato un documento all’Amministrazione Comunale di proposta e osservazione per il nuovo Piano di Governo del Territorio: «L’analisi degli effetti e le possibili ottimizzazioni generati a cascata dalla trasformazione in metro-tramvia della linea che da Varese porta a Laveno Mombello ci induce a evidenziare come lo sguardo debba allargarsi a una scala territoriale più ampia, sicuramente superiore a quella comunale. Scala cui dovrebbe guardare anche il nuovo Piano di Governo del Territorio della città di Varese – spiega Giovanni Arioli, portavoce di un comitato operativo formato da cittadini accomunati dall’appartenenza a otto club Rotary del Varesotto e supportati dalle più qualificate competenze a livello tecnico e accademico – Appare ormai chiaro come la giusta scala geografica sia la cosiddetta “Città dei Laghi”, frutto delle riflessioni in corso all’Accademia di Mendrisio e all’Università dell’Insubria nonché al tavolo che vede riuniti i sindaci delle principali località del territorio transfrontaliero italo- svizzero».
Una mobilità urbana pubblica su ferro che potrebbe essere utilmente realizzata tra Laveno e Lecco passando per Varese e Como: le due tratte estreme dell’asse, rispettivamente la Laveno-Varese e la Como-Lecco, sono già in esercizio come ferrovie tradizionali, ma potrebbero facilmente essere trasformate in metro-tramvie con un importante incremento di fermate e frequenze, così come dimostrato dallo studio che il comitato TramTreno Varese ha illustrato lo scorso giugno in un convegno pubblico.
La tratta Varese-Como sarebbe, invece da ripristinare utilizzando il vecchio tracciato FNM da Malnate a Grandate. In via provvisoria, tuttavia, può già essere coperta dal servizio ferroviario Tilo che collega i due capoluoghi di provincia lombardi con il Canton Ticino fino a Bellinzona e Locarno, passando per Mendrisio e Lugano.
«Questi due assi di trasporto pubblico, rispettivamente Est-Ovest e Sud-Nord – riprende Arioli – potrebbero conferire al nostro territorio transfrontaliero un’identità propria di polarità urbana, ora troppo spezzettata. Un’identità che, per massa critica, sarebbe in grado di competere con la forza centripeta che attualmente caratterizza le due aree metropolitane di Milano a Sud e Zurigo a Nord, rischiando di fagocitare sia il Varesotto e il Comasco, sia il Canton Ticino».
Alcuni studi recenti mostrano infatti come l’attenzione verso il pendolarismo con Milano debba essere almeno contemperata da un identico interesse per chi entra e si sposta a Varese come a Como, Lecco o Lugano: «Persone che sono la maggioranza: gli spostamenti verso e all’interno di Varese sono 35.800 al giorno, nettamente di più dei 15mila in uscita dalla città, sempre per motivi di lavoro o studio».
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