Dalla riva di Colmegna all’auditorium di Padova: l’omaggio a Guido Petter si estende oltre i confini

Il prossimo 15 giugno, alla presenza della rettrice dell’Università Daniela Mapelli, l’ateneo patavino intitolerà a Guido Petter il nuovo auditorium di Psicologia

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Lo scorso anno la città di Luino, nell’11° anniversario della morte, intitolò a Guido Petter, rinomato studioso nel campo della psicopedagogia, il lungolago di Colmegna, di fronte alla sua casa natale.

Oggi un’altra notizia viene a confermare la lungimiranza di quella decisione: il prossimo 15 giugno, alla presenza della rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli, l’ateneo patavino intitolerà a Guido Petter il nuovo auditorium di Psicologia presso il Centro Congressi dell’università, nel palazzo accanto a quello in cui Petter ha avuto lo studio per tutti gli ultimi anni fino al giorno della scomparsa. Si tratta di un ambito riconoscimento per un docente che ha consacrato tutta la vita alla ricerca in campo psicopedagogico.

Ma chi era Guido Petter?

Nato a Colmegna il 20 aprile 1927, aveva frequentato l’Istituto Magistrale Virgilio di Milano. Nell’estate 1944, si avvicinò via via al movimento di Resistenza partigiana, prima in un gruppo clandestino di Milano e poi, in inverno, raggiungendo le formazioni che operavano sul lago d’Orta. Petter racconta la sua esperienza di giovane partigiano nel libro, pubblicato solo nel 1978, dal titolo “Che importa se ci chiaman banditi”, vincitore del Premio Bancarellino 1996.

A diciotto anni, affronta valorosamente le brigate nere, prima in una raccogliticcia formazione giovanile aggregata alla Divisione Garibaldi “Mario Flaim” con il nome di battaglia di “Nemo- Tre” e poi nella “X Rocco” (“Renzo”). Un’esperienza che lo avrebbe segnato profondamente.

Dopo una proficua esperienza di insegnamento nella scuola elementare e presso il Convitto Rinascita di Milano, nel 1958, si dischiuse per Petter una brillante carriera universitaria che gli consentì di esercitare il suo alto magistero sulla cattedra di Psicologia dello Sviluppo presso l’Ateneo di Padova.

Oggi è unanimemente considerato il maggiore studioso di Jean Piaget. Numerosissime le sue pubblicazioni sulle quali si sono formate intere generazioni di operatori scolastici e di psicologi. Nel 2005 fu insignito dal presidente della Repubblica Ciampi della medaglia d’oro per le sue benemerenze nel campo della cultura e dell’arte. Sempre solare e pieno di entusiasmo per il suo lavoro, tornava spesso a Colmegna a visitare le sorelle Erminia e Piera per le quali nutriva un grande affetto.

Si era occupato anche di senilità a conclusione del suo itinerario di ricerca nel libro Per una verde vecchiaia. La terza età e il «mestiere di nonno». Un invito a mantenere in ogni stagione della vita una varietà di interessi, una mente duttile e aperta alle novità, un comportamento operoso e socialmente impegnato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Maggio 2023
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