Dal Sud Milano a Malpensa, per Legambiente “servono più aree protette e parchi”

Legambiente Lombardia ha scritto all’assessore al Territorio e Sistemi Verdi Gianluca Comazzi, chiedendo che nella regione si avvii un percorso che porti ad aumentare del 30% le aree con qualche forma di tutela, in un territorio fortemente sotto pressione dal punto di vista ambientale e dell'erosione del suolo

Il cantiere della ferrovia Gallarate-Malpensa

Legambiente Lombardia scrive all’assessore al Territorio e Sistemi Verdi Gianluca Comazzi, chiedendo che nella regione si avvii un percorso che porti ad aumentare del 30% il territorio tutelato da aree protette. L’obiettivo, stabilito dall’Europa a livello nazionale entro il 2030, non è lontano per la Lombardia, ma mancano ancora alcuni fondamentali tasselli. Lo chiediamo oggi a 40 anni dalla Legge costitutiva delle Aree Protette regionali.

Ad oggi infatti, poco meno del 23% del territorio lombardo ha una forma di tutela: il Piano Regionale delle Aree Protette previsto dalla legge 86 del 1983 ha prodotto un sistema che oggi include 24 parchi regionali, 3 riserve naturali statali e 67 regionali, 33 monumenti naturali, 107 parchi locali di interesse sovracomunale e 245 siti di Rete Natura 2000 affidati a 85 enti gestori, finanziati per la gran parte dagli Enti locali e con una sempre più preoccupante riduzione da Regione Lombardia.

Ma in questo elenco di numeri, mancano all’appello alcuni territori previsti dalla legislazione regionale ma mai realizzati se non addirittura osteggiati. Parliamo di parchi e riserve da istituire e ampliare senza le quali anche la gestione del rischio idrogeologico, la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico diventano difficili.

«Partendo dalla “Strategia per la Biodiversità” di Regione Lombardia, si evince la volontà di rafforzare i sistemi di tutela del patrimonio naturale, ma per farlo riteniamo sia fondamentale completare la rete delle aree protette lombarde» sottolinea Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia. Cosa significa? «Mancano tre parchi previsti dalla legge costitutiva del 1983 e almeno altre sette aree protette indispensabili per raggiungere gli obiettivi dell’Unione Europea e della rete ecologica, territori determinanti per la loro importanza ambientale e culturale e l’istituzione di aree europee di protezione speciale (SIC e ZPS) fondamentali per conservare ecosistemi già minacciati. Infine riteniamo assurdo che si mettano a rischio i sentieri e chi ne fruisce per concedere il passaggio di mezzi motorizzati in angoli di paradiso anche se non compresi nei Parchi. Chiediamo all’assessore Comazzi segnali chiari sulla direzione che intende prendere Palazzo Lombardia».

Secondo Legambiente Lombardia, per il completamento della rete ecologica lombarda, così come previsto dalla legge 86 del 1983 mancano all’appello: il Parco del Bernina, Disgrazia, Val Masino e Val Codera, come parco alpino e forestale che comprenderebbe le importanti aree Natura 2000 già istituite; il Parco di Livigno e della Valdidentro, il Parco San Genesio – Colle Brianza. Inoltre, per raggiungere la Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 che prevede tra l’altro il raggiungimento del 30% di aree protette in Lombardia è indispensabile la costituzione: del grande parco del Po per mettere a tutela il sistema delle acque della Pianura Padana; del Parco della bassa valle del Lambro che completerebbe la protezione del fiume in un prezioso territorio agricolo; dei parchi climatici dell’Olona e del Seveso per migliorare le capacità di adattamento climatico dei territori più intensamente cementificati della regione; del Parco dei Colli di Bresciadei Parco della Franciacorta dei Parco dell’Oltrepò pavese e del fiume Staffora.

Legambiente esprime il proprio dissenso sul commissariamento del Parco Agricolo Sud Milano, che ha visto modificare la propria governance con un atto di autorità della Regione, alla fine della scorsa legislatura. «Riteniamo invece che debba essere costituito il Parco Metropolitano e Agricolo milanese, per abbracciare la Città Metropolitana di Milano con una cintura che includa tutte le aree verdi esistenti. Ma non solo. Alcune Riserve regionali hanno chiesto da tempo l’ampliamento ottenendo solo risposte evasive. Tra queste la ZPS Parco “Triangolo lariano” del Sasso Malascarpa, che ha già avuto consenso formale dei Comuni coinvolti e di ERSAF, ma la cui istituzione da parte della Regione è ferma da oltre un anno. Tra le aree minacciate, spicca invece la richiesta di riperimetrazione della Riserva Naturale delle Valli di Sant’Antonio da parte Il Comune di Corteno Golgi (BS) minacciata dalle attività di un’azienda privata».

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Tra le aree che meritano invece una tutela mirata anche per l’importanza strategica della sua conservazione, segnaliamo gli oltre 850 h. della brughiera più meridionale d’Europa, la cui istituzione a SIC è stata richiesta dalle associazioni ambientaliste regionali e del territorio e fin dal 2011 anche dal Parco della Valle del Ticino lombardo, quella delle Brughiere di Malpensa e di Lonate Pozzolo.

«I parchi e le aree naturali protette rappresentano un’opportunità, non certo secondaria, per lo sviluppo economico locale, dal turismo alle produzioni di eccellenza nel settore agro-silvo-pastorale, alla buona gestione degli allevamenti e delle specie selvatiche. Sono inoltre un presidio sanitario che garantisce la salute della popolazione e dell’ambiente. Ma per questo occorre incrementare i finanziamenti ai parchi, che sono diminuiti negli ultimi anni e sono del tutto insufficienti per affrontare la sfida climatica e rispondere alla richiesta territoriale di fruizione di aree naturali» conclude Valentina Minazzi, responsabile Parchi di Legambiente Lombardia.

Pubblicato il 22 Maggio 2023
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