Il presidente della Provincia Magrini: “Deluso dal parere del Ministero su Malpensa, a Roma chiediamo chiarezza”
Il numero uno della Provincia, governata da una coalizione centro-centrosinistra, condivide il rammarico di Attilio Fontana. "Il ministero parla di ridistribuire il cargo su altri aeroporti. Lo decide Roma?"
«Condivido il rammarico e la delusione del Governatore lombardo Attilio Fontana». Lo dice il presidente della provincia di Varese Marco Magrini, dopo la bocciatura dell’espansione dell’aeroporto di Malpensa, prevista a Sud dello scalo.
Il parere è espresso dal Ministero dell’Ambiente, dopo aver raccolto le osservazioni e i documenti di tutti gli enti coinvolti (tra cui la Provincia). Esultano gli ambientalisti, esprimono delusione gli industriali e una grande parte del mondo politico. A cominciare da Regione Lombardia – il presidente Fontana, appunto – ma anche la Provincia, che è governata da una alleanza tra centristi e centrosinistra.
Tecnicamente il parere sul “Masterplan 2035” è un parere positivo, dà via libera a tanti interventi, ma ha stoppato il progetto più discusso, l’espansione dello scalo su terreni naturali nel Comune di Lonate Pozzolo: qui doveva sorgere la nuova Cargo City, che invece dovrà essere ricavata dentro ai confini dello scalo aeroportuale.
«Inutile dire che ho un pensiero profondamente negativo e diverso su questa presa di posizione del Ministero, il che non mi mette contro chi difende l’ambiente» dice Magrini. «Credo infatti che si debba dire basta alla retorica dei discorsi contrapposti, a questo modo di “arretrare” in un territorio che potrebbe e dovrebbe essere locomotiva al pari di altre province lombarde, frenato invece da tesi ed antitesi. Sempre da pensieri discordi incarnati spesso dalla politica e da coloro che pensano che i politici – se non allineati ai loro “dogmi” – siano il male assoluto. Così la politica si attapira, per usare un termine popolare, mentre gli ambientalisti esultano come in un copione già visto ma che in una Provincia come questa andrebbe cambiato con il coraggio delle idee, anche sul futuro dello scalo di Malpensa. Con la volontà degli uni e degli altri di guardare, se non lo stesso obiettivo, almeno nella medesima direzione. Condivido il rammarico e la delusione del Governatore lombardo Attilio Fontana ed ha ragione quando dice che la commissione non ha considerato le valutazioni pregresse fatte nel tempo e con molto lavoro di concertazione da tutti gli attori del territorio. Questo a detrimento di un comparto, segnatamente nel settore Cargo, che rischia di ricevere uno sfratto dalla Provincia con le Ali. Un danno incalcolabile per le industrie».
«A tal proposito richiamo lo storico lavoro di cucitura, di mediazione – questo deve fare la Politica – che gli Enti coinvolti hanno fatto con tutti i sindaci del Cuv per arrivare alla firma del protocollo d’intesa del Masterplan esattamente un anno fa, il 6 giugno 2022. Non è stato semplice, si è trattato anche sul singolo ettaro da restituire alla comunità come sulla volontà di usare energia “green”, ma questo fa la politica, “tratta” per il bene complessivo di un territorio. Sono quindi due volte amareggiato, perché la Commissione Tecnica per la VIA rischia di cancellare anche questo lavoro istituzionale durato anni».
Magrini poi solleva un tema politico di governo nazionale del settore: «Mi ha colpito infine, nello scorrere l’Istruttoria VIA sul Masterplan Malpensa 2035, un oggetto della prescrizione da parte del Ministero, dove si invita a “valutare la possibilità di una diversa distribuzione del trasporto cargo con altri aeroporti (tipo Brescia) nel rispetto del nuovo PNA e della relativa procedura della VAS”. Ha colpito non solo me ma anche rappresentanti politici del territorio e giornalisti. Lo stesso principio è stato esposto da importanti esponenti di Governo in un incontro organizzato dai Giovani di Confindustria Brescia il 3 maggio scorso. “Penso – hanno detto questi ministri e cito testualmente dai giornali e dalle agenzie di stampa – che Montichiari non possa, debba crescere, soprattutto nel campo dei cargo. Malpensa, Linate, Orio, Montichiari, Verona e Venezia possono assolutamente convivere con target diversi”. Lo stesso auspicio, basta scorrere la rete, è visibile in altri convegni dove hanno partecipato altri illustri esponenti del mondo politico e produttivo lombardo».
Negli ultimi anni, per effetto anche della pandemia, il cargo ha vissuto una fase di particolare concentrazione del traffico, anche a detrimento di altri scali, come quelli dell’Est di Lombardia ma anche dell’Emilia, dove sono previsti altri investimenti simili. È pur vero che le strategie sono nazionali, non strettamente locali.
E qui Magrini chiede chiarezza: «Ecco – lo dico davvero senza polemica alcuna – credo sia importante definire, chiarire cosa vogliono dire queste parole: a questo punto, quale deve essere il target di Malpensa? Lo definisce il territorio, viene scelto a Roma, viene indicato da grossi ed importanti stakeholder? Secondo Provincia di Varese l’aeroporto di Malpensa deve continuare a giocare un ruolo da protagonista nella congiuntura economica, supportando la logistica e i comparti produttivi e distributivi. Se c’è la necessità di sviluppare una sorta di “Cargo Community” con altri scali, come auspicato da qualcuno, va bene. Basta saperlo, è il tempo della chiarezza. Il territorio provinciale ha bisogno di risposte sul futuro di Malpensa, sulla sua Cargo City: una miriade di imprese già martoriate dalla pandemia vedono come fisiologica –forse non condivisibile ma naturale – la difesa degli ambientalisti dell’area sud. Fanno invece più fatica a capire invero i criptici messaggi “romani”».
Va anche ricordato che il parere del Ministero prevede anche di ri-valutare anche alcune alternative di espansione del cargo dentro al sedime aeroportuale: queste erano state giudicate però inapplicabili o meno convenienti rispetto all’espansione su nuove aree, ma vengono rimesse sul piatto della discussione dallo stesso ministero, che si appoggia a pareri tecnici emessi da diversi enti.
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