Tensioni a Cassano Valcuvia attorno alla comunità per minori
Diversi negli ultimi mesi gli episodi che hanno visto protagonisti giovanissimi stranieri. Sabato la goccia che ha fatto traboccare il vaso con ragazzini armati di bastoni in paese. “Scene da guerriglia urbana, incontreremo il prefetto”
L’ennesimo bisticcio che parte da comportamenti a dir poco sopra le righe, con giovanissimi che pretendono di prendere il pullman senza pagare il biglietto, il conducente che si lamenta e rimane fermo col mezzo in paese e i residenti spazientiti che capiscono che qualcosa sta succedendo, e intervengono (senza averne alcun titolo). È successo sabato a Cassano Valcuvia ed è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per una situazione che lo stesso sindaco del paesino Serena Barea descrive come «esplosiva» (nella foto, il centro storico del paesino).
Il fatto riguarda una trentina di ragazzi ospiti di una cooperativa che si occupa di gestire minori stranieri non accompagnati al centro nei mesi scorsi di episodi di aggressione al personale delle Autolinee varesine sia a bordo, sia alla stazione capolinea più gettonata, vale a dire quella di Luino. Ma questa volta il fatto di essere stati ripresi dal conducente a cui sono state rivolte pesanti parole da parte dei giovani non è andata giù ad alcuni adulti presenti in un vicino bar, che sono intervenuti. Dal canto loro i giovani (tre) coinvolti nell’episodio hanno chiamato gli amici «che sono scesi in paese armati di bastoni e manici di scope», ha spiegato la sindaca. Sono stati chiamati i carabinieri che hanno placato gli animi: «Erano scene da guerriglia urbana e adesso i miei concittadini sono parecchio spaventati, coi bimbi che non vogliono più giocare nei giardini del paese. In giro c’è un’aria pesante, si percepisce voglia di rivalsa».
La situazione riguarda un paese di 650 residenti dove nell’ex convento dei frati carmelitani vengono ospitati una cinquantina di giovanissimi stranieri che arrivano in gran parte da Como, uno dei luoghi caldi della frontiera di terra cui quotidianamente si assiste ad attività di polizia che ha lo scopo di identificare e fermare persone che senza titolo cercano di spingersi oltre il confine.
Fuori dall’episodio di sabato (senza conseguenze per l’autista del pullman che è stato visitato dal personale sanitario), la sindaca di Cassano Valcuvia definisce «pesante» quanto sta accadendo al territorio che amministra. «Dal momento che subiamo, senza avere praticamente nessuna voce in capitolo su decisioni che impattano fortemente sulla nostra comunità – dice il Primo Cittadino – che si trova ad affrontare un incremento anche del 10 per cento della popolazione che fatica ad integrarsi poiché, spesso assistiamo ad un veloce ricambio di questi giovanissimi, praticamente in transito».
L’APPELLO DI MAGRINI AL PREFETTO
Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Provincia Marco Magrini che ha chiesto un incontro urgente col prefetto di Varese Salvatore Rosario Pasquariello che ha posto la questione all’ordine del giorno del prossimo tavolo per l’ordine e la sicurezza provinciale. Al momento non risultano denunce sull’accaduto. «Cassano Valcuvia non può essere lasciata sola a combattere contro gravi episodi di violenza – dice Magrini -, bisogna intervenire subito. L’ho comunicato al Prefetto di Varese sempre attento ed efficace rispetto a dinamiche che riguardano la sicurezza e l’ordine pubblico. Non c’è tempo da perdere e non a caso Sua Eccellenza ha subito fissato un incontro con il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica il 23 giugno prossimo alle 11.30. Lo ringrazio sentitamente per la sensibilità mostrata».
LO DICEVO QUANDO ERO SINDACO DI CASSANO
«Ribadisco – continua Magrini – dobbiamo tenere alta l’attenzione sui fatti di Cassano Valcuvia. Questo lo pensavo nel 2018 e lo penso ancora più fermamente oggi. È sempre molto antipatico dire “lo avevo o lo avevamo detto” ma già nel 2018 da allora sindaco di Cassano nutrivo forti dubbi sul posizionamento in un piccolo e tranquillo paese di una comunità di questo genere. Sia chiaro, le mie prese di posizione avevano a che fare proprio con i dubbi sull’ordine pubblico, ed infatti scrissi al Prefetto di allora circa la volontà delle cooperative di insediare qui la struttura per minori. Portandola poi via da un territorio come quello di Como».
LA SOLIDARIETÀ AL PRIMO CITTADINO
Sul punto è intervenuto lunedì mattina anche l’onorevole Andrea Pellicini di Fratelli d’Italia che dà ragione al sindaco parlando di «un grave problema di ordine pubblico». Pellicini ritiene «che l’esperimento debba finire perché questa è una bomba a orologeria. Non posso pensare ad autisti picchiati, a ragazze continuamente infastidite sui pullman e ad una guerriglia in un paese tranquillo come Cassano Valcuvia. Se il sindaco vorrà chiudere la struttura per motivi di ordine pubblico, avrà tutto il mio appoggio. Bene ha fatto il Presidente della Provincia di Varese a chiedere l’intervento del Prefetto».
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