Dalla barca di San Pietro all’acqua di San Giovanni: ecco i “riti per lo spirito” del mese di giugno
Cesarina Briante, scrittrice, amante delle tradizioni popolari del Varesotto e non solo, racconta alcune delle usanze ereditate dal passato e ancora diffuse
L’uomo ha sempre sentito la necessità di conoscere e dare una spiegazione ai grandi misteri dell’esistenza, fin dai tempi più remoti ha trovato nei miti e nelle leggende le risposte sulle origini del mondo e sulla vita oltre la vita. I gesti, i canti e i riti che hanno accompagnato, per millenni, lo scandire del tempo e i cicli della vita contadina, sono stati da sempre, di grande significato per i nostri avi.
Usi, costumi, credenze, ritenuti spesso curiosità o superstizioni, spesso ignorati, derisi o giudicati completamente inutili in epoca moderna, sono sopravvissuti quali testimonianza della vita dei nostri antenati, simboli di un mondo ormai perduto fatto di speranza e fatiche. Anche il folklore desta interesse scientifico, in quanto valore culturale e documentario delle filosofie, dei costumi e dei caratteri e indole delle popolazioni del passato. Alcuni usi, risalenti a epoche antichissime, sono ancora in auge. Nello studio di questa materia si rende evidente di come le tradizioni popolari siano raramente circoscritte a una sola regione. Cambiano le sfumature, i dialetti, le rime, ma un fatto folkloristico copre spesso un’area molto vasta.
San Giovanni si festeggia il 24 giugno; sovrapponendosi al solstizio d’estate ne ha assorbito i caratteri e le usanze legate al passaggio stagionale. Venerato da tutte le chiese cristiane che comprendono il culto dei santi, San Giovanni Battista, è considerato, per la religione islamica, uno dei profeti che precedono Maometto. Una figura che affascina, la cui ricorrenza cade nel periodo più caldo e in molti versi suggestivo, dell’anno. Nella capitale è ancora viva la credenza che, nella notte tra il 23 e 24 giugno, appaiano le streghe guidate dalle anime di Erodiade e Salomè. Per vederle bisogna seguire un particolare rituale: è necessario recarsi a un incrocio e appoggiare il mento sull’ansa di un forcone. Cibo di rito le lumache poiché dotate di corna che hanno una valenza scaramantica: mangiarle indica la volontà di eliminare il male e accettare la fortuna.
In molte città italiane si accendevano i “fuochi di San Giovanni” e si completavano i festeggiamenti con giochi e gare.
Nel periodo compreso tra San Giovanni e San Pietro avveniva l’iniziazione per l’uso del pendolo. Un rito particolare in cui il tradizionale pendolino era sostituito da un anello.
L’acqua è un elemento chiave delle usanze legate a San Giovanni, il santo che battezzò Gesù. La rugiada di queste notti è considerata magica e purificatrice. L’acqua di San Giovanni o del Solstizio, si ottiene dall’immersione di alcune erbe (7 o 9 secondo il luogo) in acqua di fonte. Si pone il contenitore esposto alla rugiada per tutta la notte della vigilia di San Giovanni. La mattina successiva ci si lava le mani e il viso: questo gesto porta fortuna, l’acqua così preparata accresce il fascino e propizia la fertilità.
Le erbe variano da luogo a luogo, secondo disponibilità si possono cogliere: iperico, menta, mentuccia, ruta, petali e boccioli di rosa, rosmarino, salvia, artemisia, aglio, ribes, verbena e lavanda. A ognuna è legato un significato:
Iperico, che protegge dalle sventure e dalle entità oscure
Artemisia, dal potere purificante
Ruta, erba antimalocchio che ha il dono di scacciare gli spiriti maligni
Verbena, ribes e salvia, apportatori di buona sorte e dotate di poteri taumaturgici
Menta, erba che favorisce la comunicazione e la concentrazione, promette lunga vita
Rosmarino, erba del ricordo, permette di comprendere il passato.
Lavanda, rosa e verbena favoriscono l’amore, donano bellezza. La lavanda è per un sentimento casto, favorisce la calma e la serenità.
Aglio, protegge dalle entità oscure, dona forza e potere e favorisce le finanze. E’ usanza cogliere o comprare una testa d’aglio il giorno di San Giovanni o durante il Solstizio che verrà poi conservato come un amuleto per le finanze.
In questo periodo è d’uso fare la barchetta d’uovo. Si pone l’albume di un uovo in una brocca d’acqua riempita per tre quarti e la si lascia, ancora una volta, esposta alla rugiada notturna. Il caldo del davanzale o della terra su cui viene appoggiata e il fresco della rugiada, faranno rapprendere l’uovo che assumerà una forma particolare che andrà interpretata. Questa usanza si applica per lo più a San Pietro, giorno in cui il periodo delle feste del solstizio d’estate si conclude.
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