Telelavoro dei frontalieri, Italia Viva: “Governo immobile”

"Questa situazione di stallo avrà ricadute penalizzanti per i frontalieri sia sul piano previdenziale, dove il telelavoro continuerà ad essere tollerato fino al 24.99% del totale e sia sul piano fiscale"

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Anche Italia Viva interviene sulla richiesta di proroga della norma che regola il telelavoro dei frontalieri. “È appena scaduta – si legge nella nota a firma di Salvino Reina, responsabile di Italia Viva per i lavoratori frontalieri – la norma transitoria che permette ai frontalieri di fare telelavoro fino ad una percentuale di tempo del 40% senza cambiamenti in materia fiscale. Purtroppo non solo l’esecutivo ha deciso di non prorogare questa norma, ma ha deciso anche, almeno per il momento, di non aderire ai nuovi regolamenti europei che permetterebbero ai frontalieri di fare telelavoro fino alla soglia del 50% (49.99%) senza ricadute in materia previdenziale”.

“Nonostante le diverse interrogazioni e gli ordini del giorno presentati in parlamento dall’On. Maria Chiara Gadda (l’ultimo dei quali la settimana scorsa in occasione del voto alla Camera sul “Decreto Lavoro”), peraltro sempre sottoscritte e condivise anche da deputati di altri partiti a testimonianza di quanto, almeno su questi temi, si sia saputo fare squadra e che avevano portato anche ad un impegno ben preciso del Ministro Giorgetti, il governo ha deciso di non dare seguito agli impegni presi, di prendere ancora tempo e danneggiare di fatto tutti quei frontalieri del nostro territorio che attualmente utilizzano il telelavoro. Una decisione che ha del paradossale soprattutto se si pensa che anche la Svizzera ha sollecitato il governo italiano a sottoscrivere in tempo utile un nuovo accordo amichevole in grado di dare stabilità e sicurezza a tutti i frontalieri”.

“Certo, i negoziati sono ancora aperti – prosegue Italia Viva – e non è da escludere un accordo in extremis, ma l’immobilismo del governo italiano, oltre che incomprensibile, lascia intendere che non si arriverà ad una quadra prima del prossimo autunno o addirittura a fine anno. Questa situazione di stallo avrà ricadute penalizzanti per i frontalieri sia sul piano previdenziale, dove il telelavoro continuerà ad essere tollerato fino al 24.99% del totale e sia sul piano fiscale dove i frontalieri residenti nei comuni di fascia di confine, svolgendo anche solo un giorno di telelavoro, perderanno il diritto di essere tassati solo in Svizzera. Alla luce di quanto avvenuto la settimana scorsa in aula parlamentare il governo dovrebbe procedere all’attuazione dell’accordo, invece di presentare “sondaggi” tra i gruppi parlamentari per misurarne il gradimento! Vogliamo augurarci che il Ministro Giorgetti, che da varesino doc ben dovrebbe conoscere queste tematiche, insieme al governo italiano escano da questo immobilismo e sappiano rappresentare le istanze dei nostri cittadini nel rapporto diplomatico con la Confederazione Elvetica così come ha fatto la Francia”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Luglio 2023
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