Cassano Magnago fa i conti del Giro d’Italia: “Un evento unico che ha generato utili”
Il coordinatore del comitato di tappa Nicola Poliseno, affiancato dall’amministrazione comunale, ha snocciolato i dati della giornata rosa
Il 20 maggio all’arrivo di via Marconi è arrivato con le braccia al cielo il tedesco Nico Denz, che ha chiuso la tappa Varesotta del Giro d’Italia, portando Cassano Magnano per un giorno al centro del mondo sportivo italiano e internazionale. A quasi due mesi di distanza, «anche per rispondere a qualche chiacchiera da bar», l’ex sindaco e commissario del comitato di tappa Nicola Poliseno, affiancato dall’amministrazione comunale compatta, ha spiegato come è nata l’idea, come si è sviluppata la giornata e qual è stato l’impatto economico nelle tasche del municipio e del territorio.
Il primo cittadino Pietro Ottaviani ha esordito: «Abbiamo fatto 9 mesi di lavoro per un giorno di Giro. Quello che ci interessava era l’immagine di Cassano Magnano a livello mondiale e non tanto l’aspetto economico. Personalmente voglio dire “grazie” a tutti quelli che hanno partecipato e a tutta la cittadinanza.
È toccato poi a Nicola Poliseno, nella veste di coordinatore del comitato di tappa, affrontare i vari temi sul tavolo: «Questo lavoro nasce da un desiderio e una convinzione: l’importanza dei grandi eventi in città. Per molti anni a Cassano Magnago abbiamo ospitato grandi iniziative, appuntamenti storici della tradizione molto importanti per noi, dal carnevale al Green Pistons. Il Giro è invece “l’evento degli eventi”, quello che arriva una volta nella vita. In 106 anni di storia della corsa non c’era mai stata una tappa che partisse o arrivasse in città. Si è iniziato a sognarlo 15 anni fa ma non si è mai entrati nel vivo fino al 2019 quando la situazione è diventata più fattibile e concreta, ovvero quando siamo stati nel programma fino a qualche settimana prima della presentazione. A giugno 2022, dopo pochi mesi dall’insediamento della nuova Giunta Comunale, Rcs ci ha comunicato che avremmo avuto la tappa e abbiamo sempre chiesto fosse un arrivo perché permette di vivere maggiormente l’evento, anche nelle ore successive. Questo perché abbiamo pensato che il Giro non dovesse essere una sola passerella. Nel mese di settembre abbiamo organizzato la tappa e mi sono stupito di come la città ha saputo farsi trovare pronta. Decidendo di dislocare le diverse iniziative ha permesso di coinvolgere tutta la città, e tutti hanno svolto un ottimo lavoro».
«Il Giro – ha proseguito Poliseno – ci ha permesso di accelerare e far capire all’ente comune di uscire dagli schemi per pensare a un’operazione che migliorasse la visibilità e le relazioni con aziende di altissimo livello, per trasformare il grande evento in una grande opportunità. Sono stati fondamentali i rapporti con la Camera di Commercio e della Sport Commission. Bisognava però essere meticolosi perché c’era il rischio che l’evento diventasse costoso e che non lasciasse nulla al territorio. Si è costruito quindi un modello alla nostra portata e che sapevamo potesse trasformare facilmente in una critica. Ora possiamo dire che la forza di questo Giro proseguirà per molto tempo, ma soprattutto è stato un modello».
Importante, e tema di dibattito, è stato anche l’aspetto economico della giornata in Rosa: «Ospitare l’arrivo è costato 180 mila euro, come da contratto con Rcs – ha proseguito l’ex sindaco -; un prezzo che riteniamo attento. Tutto compreso, i costi sono stati di 261mila euro, con alcune voci che sono rientrate nel bilancio grazie all’intelligenza del lavoro del Comune che ha permesso di trasformare iniziative slegate in eventi per il Giro, rientrando come onere nel conto finale. Sono state svariate le entrate perché tutte le opportunità sono state colte. Guardando esclusivamente ciò che ha toccato il Giro d’Italia e per fermare la “chiacchiera da bar”, possiamo dire che questo grande evento ha generato utili. Avremmo anche potuto aspettarci un disavanzo, perché l’occasione del Giro d’Italia non si poteva perdere».
«Questa giornata – conclude Poliseno – lascia un’eredità forte: il Giro d’Italia ha detto che bisogna investire di più nel ciclismo giovanile. Abbiamo visto tanti campioni ma molti stranieri. Bisogna prendere esempio da altre nazioni, guardiamo alla Slovenia. Il ciclismo non è elitario: andare a vedere i più forti del mondo non costa nulla. Questa città vuole proseguire gli investimenti sulla ciclabilità. Ivan Basso nei mesi precedenti alla tappa è stato in visita nelle scuole cittadine ripetendo che non si deve avere paura di andare in bicicletta. Per me è stato bellissimo, l’avevo promesso alla mia città e al sindaco. Ho terminato il mio lavoro amministrativo, voglio solo dire a Cassano e all’amministrazione che gli voglio bene».
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