Inquinamento del suolo e delle acque, sequestrata l’ex conceria
I militari della Guardia di Fiananza di Gaggiolo hanno messo a segno una complessa operazione che ha portato alla denuncia di amministratori e liquidatori delle società titolari dell'area. L'inchiesta sostenuta da numerose lamentele dei cittadini della zona
Inquinamento del suolo, otto indagati e l’area della ex conceria di Cittiglio sequestrata. I militari della Guardia di Fiananza di Gaggiolo hanno portato a termine una complessa operazione che ha portato alla denuncia di otto amministratori e liquidatori delle società che negli anni hanno posseduto il terreno della ex conceria di pelli Fraschini.
Nel corso del 2008 era emersa, a seguito di scavi esplorativi volti a verificare la possibilità di eseguire interventi edilizi nell’area (si parla di un supermercato), la presenza nel sottosuolo di depositi sabbiosi, mescolati a ghiaia e materiali da demolizione, che sprigionavano vapori dall’odore acre e penetrante. Gli stessi cittadini residenti nelle vicinanze avevano sollevato il problema, dando vita ad una vera e propria battaglia per la bonifica.
Le indagini e le analisi, effettuate a cura dei tecnici dell’Arpa, della Provincia di Varese e del comune di Cittiglio, hanno consentito di rilevare una forte contaminazione da cromo dei terreni ed anche delle acque in falda, addebitabile all’impiego del metallo stesso nei processi di lavorazione delle pelli effettuati dalla conceria. Gli approfondimenti investigativi delegati alla compagnia della Guardia di Finanza di Gaggiolo hanno consentito di appurare definitivamente, partendo dal quadro indiziario di base, che nell’area in questione esistevano, almeno fino ai primi anni ’80, alcune vasche, presumibilmente destinate alla sedimentazione dei “fanghi di conceria”, le quali successivamente sono state ricoperte con materiali di riporto. Agli inizi del 2009, inoltre, le Fiamme Gialle di Gaggiolo hanno acquisito elementi informativi circa presunti lavori e manovre svolti presso il sito dell’ex conceria, dove sarebbero stati uditi, anche in orari notturni, rumori tipici di pompe in pressione, per lo scarico di sostanze liquide nel fiume Boesio, un cui affluente scorre nelle vicinanze della statale 394, dove si trova la ex conceria. I finanzieri sono riusciti ad individuare nell’area in questione, in orario diurno, diversi operai intenti a caricare attrezzature e cisterne su un autocarro e a riversare un liquido di colore giallo nel terreno. L’automezzo controllato dai militari è stato sequestrato, in quanto trasportava, oltre a serbatoi vuoti, una cisterna contenente un liquido non meglio identificabile ed alcune pompe a immersione. Le analisi successivamente eseguite su un campione di fango e sulla sostanza liquida hanno permesso di rilevare che si tratta di materiale di rifiuto: speciale nel primo caso, in quanto contenente metalli, e generico nel secondo.
L’area è risultata gravemente inquinata non solo per fattori riconducibili all’attività dell’ex conceria, ma anche per ulteriori sversamenti nel terreno di rifiuti liquidi. Secondo gli uomini della Guardia di Finanza l’esistenza dell’inquinamento originario del terreno era noto anche alle società subentrate nella proprietà dello stesso. Lo scorso 29 luglio i militari della compagnia di Gaggiolo hanno data esecuzione al provvedimento di sequestro dell’area emesso dal gip del tribunale di Varese: ora dovranno essere eseguiti interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale del sito.
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