Piccolo e bello, ma se il tuo vicino ha una faccia
di Andrea Camurani
“Li aiutano a risollevarsi dopo che hanno perso il negozio”. Pensate quale potrebbe essere l’impatto di questa notizia se i fatti si riferissero ad un negozio del centro di Milano (ammesso che ancora ce ne siano). Avrebbe dell’impossibile, e conquisterebbe forse le prime pagine dei giornali. Invece la storia dei commercianti di Agra aiutati dai cittadini, dal comune, dalla loro comunità, è passata quasi sotto silenzio. Certo, Agra non è Milano; ma ci vivono uomini e donne, non marziani. Il significato di ogni azione, per chi vive in posti che non sono a misura d’uomo, si traduce in gesti anonimi. Fare la spesa, uscire di casa, parcheggiare la macchina, in una comunità piccola hanno altri significati. Vuol dire farsi vedere da qualcuno, dover salutare un vicino, dare un’occhiata a una casa abitata da un’anziana amica, capire dove va quella macchina, da dove arriva e altro ancora. Tutte cose all’inizio impossibili da seguire per chi – come chi scrive – è nato e ha vissuto in una grande città. Eppure questo bisogno dell’altro, inteso nel senso più «umano» del termine, sta aumentando. I dati elaborati dall’Istat parlano di un incremento, in media, nella popolazione dei piccoli comuni che è superiore a quello su scala regionale. Nel quinquennio successivo al censimento 2001 la popolazione residente nei 688 piccoli comuni lombardi è cresciuta del 6,7%, superando l’incremento della popolazione regionale che nello stesso periodo è stato di un punto percentuale inferiore, vale a dire del 5,7%. Fatto che ha determinato la promozione di 40 paesini a superare la fatidica soglia dei 2000 abitanti, che li qualificava come «piccoli».
Perché, quindi, questo incremento di persone che vivono fuori città? Perché in tanti vanno via da Milano, ma anche da Varese? Non basterebbe lo spazio della Treccani offerto ad un pool di sociologi per spiegare questo fenomeno. Forse, però, si potrebbe partire davvero da piccoli fatti di “minima moralia” come quelli di Agra per capire il meccanismo già citato che ti fa salutare qualcuno se lo incontri in un paesino di montagna, che ti fa salutare quando entri dal macellaio o nel bar: quando ti accorgi di essere parte di una piccola comunità, forse ti viene voglia di guadare in volto il tuo vicino di casa e di capire che c’è posto anche per te. Oppure di farti sentire come un po’ tuo anche in negozietto che tutti i giorni, per un pugno di lenticchie, ti fa avere il pane fresco e un sorriso.
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