Varese continua a essere una provincia Export
Il dato emerge dal Report 2008 dell’Ufficio Studi UNIVA. Per ogni 100 euro importati la provincia di Varese ne ha esportati 161. E il 2009, pur con segno meno, va molto meno peggio rispetto alla media nazionale
Con il "Big Bang" economico causato dalla Crisi, il 2008 sembra lontanissimo: sembra appartenere, più che altro, ad un’altra era economica. Ma le tendenze di produzione e mercato, nelle analisi più particolareggiate, ancora si vedono e non sono cambiate, naturalmente tenuto conto delle mutate condizioni.
Come la vocazione all’export dell’economia varesina: che emerge dall’”Analisi su commercio e scambi con l’estero nell’anno 2008”, effettuata dall’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Da questo report si evince infatti che nel 2008 per ogni 100 euro importati la provincia di Varese ne ha esportati 161: ben più di quanto sia avvenuto nel resto del Paese, dove la proporzione è ribaltata: oltreconfine sono arrivate merci italiane per un valore di 97 euro, ogni 100 euro di merci in entrata nel nostro paese. A fine anno il valore raggiunto era di 3.513 milioni di euro, l’11,1% in più rispetto al 2007: questo grazie alla tenuta delle esportazioni che, nonostante la crisi, sono rimaste pressoché invariate, con un lieve aumento dello 0,5%, a cui ha fatto da contraltare un consistente calo delle importazioni, scese del 5% rispetto ai livelli dell’anno precedente.
La vittoria varesina in una sorta di confronto con l’economia nazionale, è di misura. Almeno a livello di export. Quello italiano, infatti, nello stesso periodo, è cresciuto ad un ritmo appena inferiore: +0,3%. Più consistente la differenza del trend sul fronte dell’import che nel Sistema Paese che è aumentato dell’1,1%.
La situazione poi, con il 2009, è andata deteriorandosi, come molto altro, al seguito della crisi globale. Ma nel primo quadrimestre l’export varesino segna -8,8% rispetto ai livelli di un anno fa: un dato negativo, ma molto meno negativo della media nazionale, che subisce un più pesante -24,4%, così come rispetto a quello lombardo che registra -22,9%.
Il rapporto statistico 2008, studiato per le imprese e la loro necessità di capire i mercati con più di trenta pagine di tabelle, numeri, percentuali, commenti, che ripercorrono un anno di rapporti economici internazionali, conferma così – anche a scenario cambiato – la forte vocazione al commercio estero dell’economia varesina, che destina sui mercati di tutto il mondo il 40% del proprio valore aggiunto, contro una media lombarda del 35% e una italiana del 26%.
DOVE ESPORTIAMO
La tenuta dell’export, in un 2008 caratterizzato nei primi mesi da costi energetici crescenti e dal freno di un cambio euro/dollaro svantaggioso, e, nell’ultimo trimestre, dal dilagare della crisi, è stata resa possibile grazie soprattutto ad un processo di trasformazione nelle aree di destinazione.
Mentre, infatti, verso i tradizionali partner commerciali varesini dell’Unione Europea le esportazioni sono scese del 6,3%, quelle verso i Paesi extra-Ue sono aumentate del 10,4%.
Le merci varesine hanno messo a segno crescite a due cifre in Medio Oriente (+18,3%) e in Asia centrale (+21,1%). “La capacità di tenuta di questi Paesi – si legge nel documento redatto dall’Ufficio Studi dell’Unione Industriali – e la loro capacità di consumo interna, nei prossimi mesi, saranno fondamentali per l’evoluzione futura delle nostre esportazioni”.
A livello di singoli Paesi, i due principali partner rimangono la Francia, dove le vendite dei prodotti varesini sono calate in valore del 4,3%, e la Germania, dove la discesa è stata pari al 7,1%. Trend in calo che però da soli rappresentano il 23,6% delle esportazioni del Varesotto, a cui si affianca, in terza posizione, la vicina Svizzera, nei confronti della quale, però, gli scambi sono aumentati ad un ritmo anche sostenuto: +6,3%.
I cali più evidenti, invece, si sono registrati con Spagna (-18,3%), Stati Uniti (-15,4%) Regno Unito (-13,4%). In compenso, però, sono in forte aumento le esportazioni con destinazione i mercati emergenti dell’Est Europa, come quello russo (+41% in un solo anno). In calo, invece, sul fronte orientale, i flussi in uscita verso la Cina (-15,5%). Dato confermato anche dal trend con quella che, dell’economia cinese, è considerata la porta principale: Hong Kong, dove si è registrata una discesa del 18%.
COSA ESPORTIAMO
A tenere alta la bandiera dell’export varesino è stata soprattutto l’industria metalmeccanica, settore che si è ritagliato una quota del 68% dell’export provinciale e che ha messo a segno nel 2008 una crescita del 4,9% sui mercati esteri.
Negativi, invece, tutti gli altri principali settori manifatturieri locali come il Tessile-Abbigliamento (-12,2%), il Chimico-farmaceutico (-9.3%), la Gomma e materie plastiche (-6,3%). A livello di nicchie, invece, spicca la buona performance delle imprese alimentari: +9,6%. Per quanto riguarda i prodotti, al primo posto si sono piazzate le macchine e gli apparecchi meccanici che, raggiungendo i 2,8 miliardi di valore, risultano essere i beni varesini più venduti nel mondo. Con un andamento tra l’altro in crescita dell’1,6%. Seguono i mezzi di trasporto (cioè, soprattutto aerei ed elicotteri) che in valore da soli sono valsi 1,5 miliardi, il 34,4% in più rispetto al 2007. Al gradino più basso del podio ci sono i prodotti chimici e le fibre sintetiche ed artificiali che, però, sono scesi a 840 milioni, il 9,3% in meno rispetto all’anno precedente.
LE CURIOSITA’
Gli Emirati Arabi risultano essere il nono mercato di sbocco dei prodotti varesini, con un valore di 201 milioni di esportazioni, piazzandosi subito dopo la Polonia (245 milioni) e appena prima della Russia (196 milioni). In particolare, significative nei confronti del Paese mediorientale sono le esportazioni metalmeccaniche. Dal mondo arabo arriva anche la seconda sorpresa: il comparto varesino dei macchinari per la produzione di energia ha come principale mercato di riferimento l’Arabia Saudita.
Dalla Cina invece Varese acquista il 30% delle proprie importazioni tessili, ma allo stesso tempo Hong Kong è il sesto mercato di sbocco del “Made in Italy” prodotto in provincia.
Una sorpresa arriva dall’Africa, dove in un solo anno le esportazioni varesine sono salite del 27%, raggiungendo un valore di 476 milioni di euro.
Le imprese del Varesotto, infine, arrivano anche nella lontanissima Oceania: il continente si ritaglia infatti una quota dell’1,5% dell’export prodotto in provincia, per 142 milioni di euro. Un valore in crescita del 10,9% rispetto a quello del 2007.
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